Il Canzoniere (Bandello)/Le Rime Estravaganti/XXX - Se quanta il ciel immenso e la natura
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XXX - Se quanta il ciel immenso e la natura
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XXX.
Il seguente sonetto attribuito a Giulio Cesare Scaligero trova qui posto solo perchè, come scrive il Seghezzi: «si potrebbe dubitare sia dello Scalìgero per lo stile e per lo sentimento e per il sito dove si trova cioè dopo la lettera del Bandello» e il di lui sonetto in morte del Fracastoro; cfr. Carmina, ediz. cit. Escluso lo Scaligero, autor ne parrebbe il Bandello medesimo, che, però verrebbe ad aver dettati due componimenti sullo stesso argomento (quello da noi qui ristampato, tra le Rime estravaganti, son. IV), forse uno per sè, e quest’altro per l’amico Giulio Cesare Scaligero, miglior poeta latino che volgare.
[Scaligeri] in Obitum Fracastorii.
Se quanta il ciel immenso e la natura
Ebber concordia e grazia in fabbricarti,
Porgessero a me tanta per lodarti,
4Passando nel mio stil ogni misura;
L’alma che per disdegno è fatta scura,
Estinto il Sol delle scienze ed arti,
Raccoglierebbe in sè le sparse parti
8Del ben ch’a noi l’audace tempo fura.
L’alta magnificenza, e ’l spirto intento
Al dir leggiadro al mondo senza pare
11Ragguagliar col mio dir potessi anch’io!
L’ingegno mio nel duol sepolto e spento
Vinto da tre virtuti illustri e rare
14Altro non lascia in me che il pur disio.
Note
V. 1. Se quanta, ecc. Senza minute note, ovvie, osserveremo soltanto che tutto il sonetto in generale, e il v. 4, il v. 11, il v. 14 in particolare, richiamano idee e pur frasi consuete al Bandello da noi più volte via via rilevate nel nostro commento all’intero Canzoniere. Per il contenuto e per lo stile questo componimento può veramente essergli attribuito.
