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Il Canzoniere 335


V. 38. Apri, «Latinismo non registrato».

V. 74. «Nell’oscurità grande di questa Canzone il barlume che viene da queste due parole, potrebbe destar sospetto che l’autore di essa fosse di patria mantovano. E qual fosse in Mantova il poeta abile a scriverla e avente ancora cagioni non lievi di sdegno contro il “pastor losco che sedeva in que’ tempi„ agli eruditi è già noto». — La Mencia riporta senz’altro il pensiero al Bandello; però dall’insieme del componimento si potrebbe anche ricavare che Mencia significhi non la donna amata dal nostro poeta, ma sia personificazione poetica dalla regione tutta del Mincio.

V. 112. «Allusione al rivolgimento politico avvenuto in Firenze nel mese di maggio 1527».

V. 133. «Giulio II. Il poeta mostra in più modi la sua affezione verso le due famiglie che signoreggiano Urbino».

V. 153. «Ippolita pronipote di Ludovico Sforza e moglie di Alessandro Bentivoglio, ne’ suoi dì lodatissima. Il diva e il mia farebbero pensare al Bandello, che di lei fu amante poetico e iperbolico encomiatore». La cosa sarebbe notevole anche perchè ci consentirebbe l’identificazione della donna adombrata sotto il nome di Mencia nella gentildonna Ippolita Bentivoglia, alla quale l’intero Canzoniere bandelliano potrebbe, del resto, convenire. E il mistero della Mencia sarebbe così svelato. Due frasi ricorrono qui (v. 8, v. 16) «ligustico mar» e «re dei fiumi» che il Bandello usa identiche son. I delle Rime estravaganti, v. 9 e in Canzone CII, v. 24, in quest’ultimo luogo parlando a lungo del Po. Ma sono accenni troppo lievi e generici per inferirne una prova. Già nel Petrarca troviamo, come qui nel v. 1: «Rapido fiume, che d’alpestre vena», Canz., CCVIII, v. 1; e, per concetto analogo: «Po, in tue possenti e rapide onde», ivi, CLXXX, vv. 1-2.


XXX.

Il seguente sonetto attribuito a Giulio Cesare Scaligero trova qui posto solo perchè, come scrive il Seghezzi: «si potrebbe dubitare sia dello Scalìgero per lo stile e per lo sentimento e per il sito dove si trova cioè dopo la lettera del Bandello» e il di lui sonetto in morte del Fracastoro; cfr. Carmina, ediz. cit. Escluso lo Scaligero, autor ne parrebbe il Bandello medesimo, che,