Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XXIII - Donna, cui Donna uguale
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XXIII.
È tra le rime oscure del Bandello. Riferito alla Mencia, pare adombri un suo grave dolore.
Ballata.
Donna, cui Donna uguale
Non vive in terra, affrena il tuo martìre,
Se la mia vita brami, e ’l mio gioire.
Là su nel ciel in mezzo ai vaghi segni
Posto m’ha Giove, e vuole, 5
Che nova stella, ma benigna i’ sia.
Or quando i’ sento, che di me ti duole,
E i tuo’ begli occhi pregni
Veggio di pianto in tanta doglia ria,
Manca la gioia mia, 10
Perchè m’affligge tanto il tuo languire,
Che per più non morir vorrei morire.12
Note
V. 2. Martìre, angoscia e pianto.
V. 5. Posto m’ha Giove, imagine mitologica che ci riesce strana e mal decifrabile, dato anche il carattere frammentario e lacunoso di questo Canzoniere. L’epiteto di Giove può riferirsi ad un personaggio altolocato, signore o protettore del poeta, che lo abbia assunto, diremo così, tra i suoi satelliti, affidandogli qualche nuova carica onorevole, che però lo distoglie per l’ufficio suo, o lo allontana, con viaggi, dalla Mencia.
V. 7. Di me ti duole, il dolore di lei dipende adunque dalla novissima condizione di lui.