Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/L - Tant'è paragonar a la mia diva

L - Tant'è paragonar a la mia diva

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L.

La bellezza fulgida della Mencia, sta a quella di qualsivoglia altra creatura mortale come la luce del sole a quella argentea della luna, o a quella dorata delle stelle.


Tant’è paragonar alla mia Diva
     Senza par bella, onor di quest’etate,

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     Qual sia nel mondo, o fosse mai beltade
     4Maggior veduta, o che poeta scriva,
Quant’è paragonar all’alma e viva
     Luce che spande il sol, la chiaritate
     Dell’argentea luna, o le dorate
     8Stelle, ch’ei scalda, e col suo lume avviva.
Beltà sì bella mai non fu più vista,
     Nè si vedrà, cred’io, ch’ognor maggiore
     11S’accresce, e nuova grazia sempre acquista.
Oh me beato, se quel chiar splendore
     Lieto si volge a me di quella vista,
     14Cui senz’Amor non fora in terra Amore!

Note

V. 2. Onor ecc., cfr. son. XLVII, v. 3.

V. 4. Poeta scriva, che possa esser scritta, descritta, celebrata da poeta.

V. 14. Con lieve variante ripete il v. 23 della Canzone XXV; e così farà ancora alla Canzone CCIV, v. 110.