Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/IX - Qual fiamma ognor m'incenda
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IX.
Si riallaccia alla chiusa del sonetto ultimo, svolgendo il motivo dell’incendio che gli fiammeggia nell’animo per la Mencia.
Ballata.
Qual fiamma ognor m’incenda
Chi potrà, Donna, a pieno discoprire?
Poco arde, chi com’arde, puote dire.
Ben si potrà mostrar alcuna parte
Di quell’incendio chiaro, 5
Che tant’arsura nel mio cor adopra.
Che chiar si vede, ch’ogni membro a paro
Arde con l’alma, e parte
In me non è, che ’l fuoco non ricopra.
Ma non ci è poi chi scopra 10
Quant’è la fiamma, e quanto sia ’l martire.
Dir non si può, se ben si può soffrire. 12
Note
Vv. 1-14. Esaminiamo, una volta tanto, a mo’ d’esempio, la tecnica artificiosa, ma abile, del Bandello nella costruzione di questa sorta di poetici componimenti, di pretto stampo petrarchesco.
Tutto il componimento pare preludio e preparazione a questo ultimo verso, per il quale cfr. v. 14, son. VIII. L’idea centrale, diremo così, è quella dell’incendio chiaro e cioè luminoso, simile a fiamma che ognora arde e incende: e fiamma, fuoco, incendio e incendere, arsura e ardere, sono con quattro o cinque altre parole e idee — quali, potere, dire, discoprire, ricoprire, vedere, mostrare — lo stretto giro chiuso di pensieri e di locuzioni, che bastano al poeta per esprimere la sua amorosa ardente sofferenza, e l’impossibilità di tradurla nel verso: sofferenza ripresa e costretta quasi, nei due versi finali, concatenati dalla rima baciata in martire e soffrire.