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64 | Matteo Bandello |
Nuova (XXVI): «ogni lingua divien tremando muta» del sonetto: «Tanto gentile, ecc.»; e del son. CLXX del Petrarca dal verso 11 del quale toglie due aggettivi: «Così m’ha fatto Amor tremante e fioco» e di sana pianta il v. 14.
V. 12. Madonna. Si avverta che denomina la Mencia, fin qui non peranco chiamata col suo nome, donna da prima, (v. 1) poi, ora, con un crescendo di passione, e quindi di specificazione: mia donna, mia signora.
Vv. 13-14. Incendio... fuoco. Intendi: chi è in grado di spiegare come egli arda, non si trova già nel grande e occulto fuoco in cui egli Bandello si trova, ma in ben minore travaglio d’animo, minore e perciò più facile a descriversi.
IX.
Si riallaccia alla chiusa del sonetto ultimo, svolgendo il motivo dell’incendio che gli fiammeggia nell’animo per la Mencia.
Ballata.
Qual fiamma ognor m’incenda
Chi potrà, Donna, a pieno discoprire?
Poco arde, chi com’arde, puote dire.
Ben si potrà mostrar alcuna parte
Di quell’incendio chiaro, 5
Che tant’arsura nel mio cor adopra.
Che chiar si vede, ch’ogni membro a paro
Arde con l’alma, e parte
In me non è, che ’l fuoco non ricopra.
Ma non ci è poi chi scopra 10
Quant’è la fiamma, e quanto sia ’l martire.
Dir non si può, se ben si può soffrire. 12
Vv. 1-14. Esaminiamo, una volta tanto, a mo’ d’esempio, la tecnica artificiosa, ma abile, del Bandello nella costruzione di questa sorta di poetici componimenti, di pretto stampo petrarchesco.
Tutto il componimento pare preludio e preparazione a questo