Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXL - Quando sará ch'Amore
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CXL.
Si lagna perchè Amore non mitiga il suo tormento mortale.
Sonetto tutto di settenari. Di questi sonetti dove l’endecasillabo è sostituito dal settenario «se ne composero — scrive Tommaso Casini, Le forme metriche ital., Firenze, 1911, p. 43 — nel sec. XIV ed anche nei tempi moderni, ma è una di quelle forme che i trattatisti del Cinquecento riprovarono come capaci di poca vaghezza e leggiadria». Questo esempio — unico — portoci dal Bandello non è privo di grazia.
Quando sarà ch’Amore
Tempri quel fier martìre,
Che vede ognor soffrire
4Al mio distrutto core?
Che se l’aspro dolore
Non tempra, o fa finire,
I’ non potrò patire
8Tanto soverchio ardore.
Lasso! che Amor non ode
Ciò ch’io gli parli, o dica,
11Nè più di me gli cale.
Che in gli occhi a mia nemica
Egli s’alberga, e gode,
14E ride del mio male.
Note
Vv. 13-14. Gode e ride. Non più dunque soltanto la Mencia «la nemica» disdegna e irride al poeta, ma anche Amore, che sta negli occhi di lei.