Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CLXXXIX - Il grave incendio dov'ardendo i' vissi

CLXXXIX - Il grave incendio dov'ardendo i' vissi

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CLXXXIX - Il grave incendio dov'ardendo i' vissi
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CLXXXIX.

Parla dell’ardor d’amore in cui visse lunghi anni cercando invano di mitigarlo col canto.
        Il Bandello ha presenti due famosi sonetti del Petrarca: «Tennemi Amor anni vent’uno ardendo», Canz., CCCLXIV, v. 1; «I’ vo piangendo i miei passati tempi», ivi, CCCLXV, v. 1.


Il grave incendio dov’ardendo i’ vissi
     Molti, e molti anni, come volle Amore,
     Cercando di smorzar o far minore,
     4In mille carte discopersi, e scrissi,

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Ma quanto mai cantai, o piansi, o dissi,
     Nulla scemò del fier e immenso ardore,
     Che più che pria mi stempra l’alma, e ’l core
     8Sì fur tra salde fiamme avvolti e fissi.
Ahi! quanto puote una prescritta usanza,
     Ch’i’ son al fine, e non m’avveggio a pena
     11Ch’un’ora sol del viver mio m’avanza.
Signor, che trar mi puoi di tanta pena,
     Fa che ’n te fermi sol la mia speranza;
     14Me tu governa, tu sospingi e affrena.

Note

V. 1. Ardendo io vissi, cfr. primo verso del primo sonetto sopracitato; poi non precisa l’idea come fa il Petrarca, ma dice genericamente moltissimi anni.

V. 4. Discopersi, svelai e scrissi in mille versi.

V. 5. Cantai, piansi, dissi, cfr. Petrarca, Canz., CXXIX, v. 52, e CCLXXIX, v. 5.

V. 11. È il petrarchesco: «A quel poco di viver che m’avanza», Canz., CCCLXV, v. 12.

V. 13. Anche questo è plasmato sul seguente: «Tu [Signor] sai ben ch’in altrui non ho speranza», ivi, v. 14.