Idilli (Teocrito - Pagnini)/XIX
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IL RUBATORE DI FAVI
Idillio XIX
Una maligna pecchia un dì trafisse
Amore ladroncel, mentr’egli i favi
Dagli alvear predava, e tutti quanti
Forògli i polpastrelli. Ei si dolea,
Soffiava in mano, il suol battea, saltava.
Mostrò il male alla madre, e ben lagnossi,
Che sì minuto animaluccio è l’ape,
E fa sì gran ferite. Ella ridendo
Disse: E tu forse non somigli l’ape?
Picciol sei pure, e sì gran piaghe fai.