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Teocrito - Idilli (III secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Luca Antonio Pagnini
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IL RUBATORE DI FAVI

Idillio XIX

Una maligna pecchia un dì trafisse
     Amore ladroncel, mentr’egli i favi
     Dagli alvear predava, e tutti quanti
     Forògli i polpastrelli. Ei si dolea,
     Soffiava in mano, il suol battea, saltava.
     Mostrò il male alla madre, e ben lagnossi,
     Che sì minuto animaluccio è l’ape,
     E fa sì gran ferite. Ella ridendo
     Disse: E tu forse non somigli l’ape?
     Picciol sei pure, e sì gran piaghe fai.