I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro I - XXVI

Libro I - Capitolo XXVI

../Libro I - XXV ../Libro I - XXVII IncludiIntestazione 75% Da definire

Libro I - XXV Libro I - XXVII
[p. 74 modifica]

CAPITOLO XXVI.

Degli ornamenti delle Porte e delle Finestre.


COme si debbano fare gli ornamenti delle porte principali delle fabbriche, si può facilmente conoscere da quello, che c’insegna Vitruvio al cap. vi. del iv. libro, aggiungendovi quel tanto, che in quel luogo ne dice e mostra in disegno il Reverendissimo Barbaro e da quello ch’io ho detto e disegnato di sopra in tutti i cinque ordini: però lasciando questi da parte; porrò solamente alcune sacome degli ornamenti delle porte e delle finestre delle stanze, secondo che diversamente si possono fare e dimostrerò a segnare ciascun membro particolarmente che abbia grazia ed il suo debito sporto. Gli ornamenti, che si danno alle porte e finestre; sono l’Architrave, il Fregio e la Cornice. L’Architrave gira intorno la porta e deve esser grosso quanto sono le Erte, ovvero le Pilastrate: le quali ho detto non doversi far meno della sesta parte della larghezza della luce, nè più della quinta: e da lui pigliano la loro grossezza il Fregio e la Cornice. Delle due invenzioni che seguono la prima, cioè quella di sopra ha queste misure. Si partisce l’Architrave in quattro parti e per tre di quelle si fa l’altezza del Fregio e per cinque quella della Cornice. Si torna a dividere l’Architrave in dieci parti: tre vanno alla prima fascia, quattro alla seconda e le tre che restano si dividono in cinque: due si danno al regolo, ovvero Orlo e le tre, che restano alla Gola rovescia, che altrimenti si dice intavolato: il suo sporto è quanto la sua altezza: l’orlo sporge in fuori manco della metà della sua grossezza. L’intavolato si segna in questo modo: si tira una linea diritta: la qual vada a finire nei termini di quello sotto l’orlo e sopra la seconda fascia: e si divide per mezzo e si fa che ciascuna di quelle metà sia la Base di un triangolo di due lati uguali e nell’angolo opposto alla Base si mette il piede immobile del compasso e si tirano le linee curve, le quali fanno detto intavolato. Il Fregio è per le tre parti delle quattro dell’Architrave e si segna di porzione di cerchio minore del mezzo circolo e con la sua gonfiezza viene al diritto del cimasa dell’Architrave. Le cinque parti, che si danno alla cornice in questo modo a i suoi membri si attribuiscono: una si dà al cavetto col suo listello, il quale è per la quinta parte del Cavetto: ha il cavetto di sporto delle tre parti le due della sua altezza: per segnarlo si forma un triangolo di due lati uguali e nell’angolo C, si fa il centro: onde il cavetto viene ad esser la Base del Triangolo. un’altra delle dette cinque parti si dà all’Ovolo. Ha di sporto delle tre parti della sua altezza le due e si segna facendosi un triangolo di due lati uguali e si fa centro nel punto H. Le altre tre si dividono in parti diciassette: otto si danno alla corona, ovvero gocciolatoio, co’ suoi listelli, de’ quali quello di sopra è per una di dette otto parti e quello ch’è di sotto e fa l’incavo del Gocciolatoio è per una delle sei parti dell’Ovolo. Le altre nove si danno alla Gola diritta e al suo orlo: il quale è per una delle tre parti di essa gola. Per formarla che stia bene e abbia grazia; si tira la linea diritta A, B, e si [p. 75 modifica]divide in due parti uguali nel punto C: una di queste metà si divide in sette parti e si pigliano le sei nel punto D e si formano poi due triangoli A, E, C e C, B, F e ne’ punti E e F, si pone il piede immobile del compasso e si tirano le porzioni di cerchio A, C, e C, B, le quali formano la Gola.

L’Architrave similmente nella seconda invenzione si divide in quattro parti: e di tre si fa l’altezza del Fregio e di cinque quella della Cornice. Si divide poi l’Architrave in tre parti e due di quelle si dividono in sette e tre si danno alla prima fascia e quattro alla seconda. E la terza parte si divide in nove: di due si fa il Tondino; le altre sette si dividono in cinque: tre fanno l’intavolato e due l’orlo. L’altezza della cornice si divide in parti cinque e tre quarti: una di queste si divide in sei parti: di cinque si fa l’intavolato sopra il fregio e d’una il listello. Ha di sporto l’intavolato quanto è la sua altezza; e così anco il listello. un’altra si dà all’Ovolo, il quale ha di sporto delle quattro parti della sua altezza le tre. Il gradetto sopra l’Ovolo è per la sesta parte dell’Ovolo e tanto ha di sporto. Le altre tre parti si dividono in diciassette, ed otto di quelle si danno al Gocciolatoio: il quale ha di sporto delle tre parti della sua altezza le quattro: le altre nove si dividono in quattro: tre si danno alla Gola e una all’orlo. I tre quarti che restano; si dividono in cinque parti e mezza: d’una si fa il gradetto e delle quattro e mezza il suo intavolato sopra il Gocciolatoio. Sporge questa cornice tanto in fuori, quanto è grossa.


Membri della cornice della prima invenzione.

I Cavetto.
K Ovolo.
L Gocciolatoio.
N Gola.
O Orlo.


Membri dell’Architrave.

P Intavolato, ovvero Gola rovescia.
Q Prima fascia.
V Seconda fascia.
R Orlo.
S Gonfiezza del Fregio.
T Parte del Fregio che entra nel muro.
Col mezzo di questi si conoscono anco i membri della seconda invenzione. [p. 77 modifica]

[p. 79 modifica] Di queste due altre invenzioni l’Architrave della prima, ch’è il segnato F, si divide similmente in quattro parti: di tre e un quarto si fa l’altezza del Fregio: e di cinque quella della Cornice. Si divide l’Architrave in parti otto: cinque vanno al piano e tre alla Cimasa: la quale và ancor essa divisa in parti otto; tre si danno all’Intavolato, tre al Cavetto e due all’Orlo. L’altezza della Cornice si partisce in sei parti: di due si fa la Gola diritta col suo Orlo e d’una l’Intavolato. Si divide poi detta Gola in nove parti: e di otto di quelle si fa il Gocciolatoio e Gradetto. L’Astragalo, o Tondino sopra il Fregio è per il terzo d’una delle dette sei parti e quello, che resta tra il Gocciolatoio e il Tondino si lascia al Cavetto.

Nell’altra invenzione l’Architrave segnato H, si divide in quattro parti e di tre e mezza si fa l’altezza del fregio e di cinque l’altezza della cornice. Si divide l’Architrave in parti otto: cinque vanno al piano e tre al cimasa. la Cimasa si divide in parti sette: d’una si fa l’Astragalo, ed il resto si divide di nuovo in otto parti: tre si danno alla Gola riversa, tre al Cavetto e due all’Orlo. L’altezza della cornice si divide in parti sei e tre quarti. Di tre parti si fa l’intavolato, il dentello e l’Ovolo. L’intavolato ha di sporto quanto è grosso: il dentello delle tre parti della sua altezza le due: e l’Ovolo della quattro parti le tre: dei tre quarti si fa l’intavolato tra la Gola e il Gocciolatoio: e le altre tre parti si dividono in diciassette: nove fanno la Gola e l’Orlo: ed otto il Gocciolatoio. Viene questa Cornice ad aver di sporto quanto è la sua grossezza, come anco le sopraddette. [p. 81 modifica]