I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro II - III

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CAPITOLO III.

Dei Disegni delle Case della Città.


I
O mi rendo sicuro, che appresso coloro che vederanno le sottoposte Fabbriche, e conoscono quanto sia difficil cosa l’introdurre un’usanza nuova, massimamente di fabbricare, della qual professione ciascuno si persuade saperne la parte sua, io sarò tenuto molto avventurato, avendo ritrovato Gentiluomini di così nobile e generoso animo, ed eccellente giudizio, che abbiano creduto alla mie ragioni, e si siano partiti da quella invecchiata usanza di fabbricare senza grazia e senza bellezza alcuna; ed in vero io non posso se non sommamente ringraziare Iddio (come in tutte le nostre azioni si dee fare) che mi abbia prestato tanto del suo favore, che io abbia potuto praticare molte di quelle cose, le quali con mie grandissime fatiche per i lunghi viaggi che ho fatto, e con molto mio studio ho apprese. E perchè sebbene alcune delle fabbriche disegnate non sono del tutto finite, si può nondimeno da quel che è fatto comprendere qual debba esser l’opera finita che ella sia. Ho posto a ciascuna il nome dell’Edificatore, ed il luogo dove sono, affinchè ciascuno, volendo, possa vedere in effetto come esse riescano. Ed in questa parte sarà avvertito il lettore, che nel porre i detti disegni, io non ho avuto rispetto nè a gradi, nè alle dignità dei Gentiluomini che si nomineranno, ma gli ho posti nel luogo che mi è venuto meglio, benchè tutti siano onoratissimi.

Ma veniamo ormai alle Fabbriche delle quali la sottoposta è in Udine metropoli del Friuli, ed è stata edificata dai fondamenti dal Sig. Floriano Antonini gentiluomo di quella città. Il primo ordine della facciata è di opera rustica, le colonne della facciata dell’entrata e della loggia di dietro sono di ordine Jonico. Le prime stanze sono in volto; le maggiori hanno l’altezza dei volti secondo il primo modo posta di sopra dell’altezza dei volti nei luoghi più lunghi che larghi. Le stanze di sopra sono in solaro, e tanto maggiori di quelle di sotto, quanto importano le contratture o diminuzioni dei muri, e hanno i solari alti quanto sono larghe. Sopra queste vi sono altre stanze, le quali possono servire per granajo. La sala arriva con la sua altezza sotto il tetto. [p. 4 modifica]La cucina è fuori della casa, ma però comodissima. I cessi sono accanto alle scale, e benchè siano nel corpo della Fabbrica non rendono però alcun cattivo odore, perchè sono posti in luogo lontano dal Sole, ed hanno alcuni spiraglj dal fondo della fossa per la grossezza del muro, che sboccano nella sommità della casa.

Questa Linea è la metà del Piede Vicentino, col quale sono state misurate le seguenti Fabbriche.

Tutto il piede si parte in oncie dodici, e ciascun’oncia in quattro minuti. [p. 5 modifica]

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In Vicenza sopra la piazza, che volgarmente si dice l’Isola; ha fabbricato secondo l’invenzione che segue, il Conte Valerio Chiericato, Cavaliere e Gentiluomo onorato di quella Città. Ha questa Fabbrica nella parte di sotto una loggia davanti, che piglia tutta la facciata. Il pavimento del prim’ordine si alza da terra cinque piedi: il che è stato fatto sì per porvi sotto le cantine, ed altri luoghi appartenenti al comodo della casa, i quali non sariano riusciti se fossero stati fatti del tutto sotterra (perciocchè il fiume non è molto discosto), sì ancora acciocchè gli ordini di sopra meglio godessero del bel sito dinanzi. Le stanze maggiori hanno i volti loro alti secondo il primo modo delle altezze dei volti, le mediocri sono involtate a lunette, ed hanno i volti tanto alti quanto sono quelli delle maggiori. I camerini sono ancor essi in volto, e sono ammezzati. Sono tutti questi volti ornati di compartimenti di stucco eccellentissimi di mano di Messer Bartolommeo Ridolfi Scultor Veronese, e di pitture di mano di Messer Domenico Rizzo e di Messer Battista Veneziano, uomini singolari in queste professioni. La sala è di sopra nel mezzo della facciata, ed occupa la parte di mezzo della loggia di sotto: la sua altezza è fin sotto il tetto, e perchè esce alquanto in fuori, ha sotto gli angoli le colonne doppie; dall’una e dall’altra parte di questa sala vi sono due logge, cioè una per banda, le quali hanno i soffitti loro ovvero lacunari ornati di bellissimi quadri di pittura, e fanno bellissima vista. Il primo ordine della facciata è Dorico, ed il secondo è Jonico. [p. 8 modifica]

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I disegni, che seguono; sono della casa del Conte Iseppo de’ Porti famiglia nobilissima della detta Città. Guarda questa casa sopra due strade pubbliche: e però ha due entrate, le quali hanno quattro colonne per ciascuna, che tolgono il volto e rendono il luogo di sopra sicuro. Le stanze prime sono in volto; l’altezza di quelle, che sono accanto le dette entrate; è secondo l’ultimo modo dell’altezza de’ volti. Le stanze seconde, cioè del secondo ordine, sono in solaro: e così le prime, come le seconde di quella parte di fabbrica, ch’è stata fatta; sono ornate di pitture e di stucchi bellissimi di mano dei sopraddetti valenti uomini; e di Messer Paolo Veronese Pittore eccellentissimo. Il cortile circondato da portici, al quale si va da dette entrate per un andito; avrà le colonne alte trentasei piedi e mezzo, cioè quanto è alto il primo e second’ordine. Dietro a queste colonne vi sono pilastri larghi un piede e tre quarti; e grossi un piede e due oncie, che sostenteranno il pavimento della loggia di sopra. Questo cortile divide tutta la casa in due parti: quella davanti servirà ad uso del padrone e delle sue donne: e quella di dietro sarà da mettervi i forestieri: onde quei di casa, ed i forestieri resteranno liberi da ogni rispetto: alche gli antichi e massimamente i Greci ebbero grandissimo riguardo. oltre di ciò, servirà ancora questa partizione in caso che i discendenti del suddetto Gentiluomo volessero avere i suoi appartamenti separati. Ho voluto porre le scale principali sotto il portico, che rispondano a mezzo del cortile: acciocchè quelli, che vogliono salir di sopra; siano come astretti a veder le più belle parti della fabbrica; ed ancora acciocchè essendo nel mezzo possano servire all’una e all’altra parte. Le cantine e i luoghi simili sono sotterra. Le stalle sono fuori del quadro della casa, ed hanno l’entrata per sotto la scala. [p. 13 modifica]

Dei disegni in forma grande, il primo è arte della Facciata, il secondo parte del Cortile

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La Fabbrica, che segue, è in Verona, e fu cominciata dal Conte Gio. Battista dalla Torre, Gentiluomo di quella Città, il quale sopravvenuto dalla morte non l’ha potuta finire, ma ne è fatta una buona parte. Si entra in questa casa dai fianchi, ove sono gli anditi larghi dieci piedi, dai quali si perviene nei cortili di lunghezza ciascuno di cinquanta piedi, e da questi in una sala aperta, la quale ha quattro colonne per maggior sicurezza della sala di sopra. Da questa sala si entra nelle scale, le quali sono ovate, e vacue nel mezzo. I detti cortili hanno i corritori, o poggiuoli intorno al pari del piano delle seconde stanze. Le altre scale servono per maggior comodità di tutta la casa. Questo compartimento riesce benissimo in questo sito, il quale è lungo e stretto, ed ha la strada maestra da una delle facciate minori.


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I Disegni che seguono sono di una fabbrica in Vicenza del Conte Ottavio de Thieni, fu del Conte Marc’Antonio, il qual le diede principio. È questa casa situata nel mezzo della città, vicino alla piazza e però mi è parso nella parte che è verso detta piazza disporvi alcune botteghe: perciocchè deve l’Architetto avvertire anco all’utile del fabbricatore, potendosi fare comodamente, dove resta sito grande a sufficienza. Ciascuna bottega ha sopra di se un mezzato per uso dei botteghieri, e sopra vi sono le stanze per il padrone. Questa casa è in isola, cioè circondata da quattro strade. L’entrata principale, o vogliamo dire porta maestra ha una loggia davanti ed è sopra la strada più frequente della città. Di sopra vi sarà la sala maggiore: la quale uscirà in fuori al paro della loggia. Due altre entrate vi sono nei fianchi, le quali hanno le colonne nel mezzo, che vi sono poste non tanto per ornamento, quanto per rendere il luogo di sopra sicuro e proporzionare la larghezza all’altezza. Da queste entrate si entra nel cortile circondato intorno da logge di pilastri nel primo ordine rustici e nel secondo di ordine composito. Negli angoli vi sono le stanze ottangole, che riescono bene, sì per la forma loro, come per diversi usi ai quali elle si possono accomodare. Le stanze di questa fabbrica che ora sono finite, sono state ornate di bellissimi stucchi da Messer Alessandro Vittoria e Messer Bartolomeo Ridolfi, e di pitture da Messer Anselmo Canera e Messer Bernardino India Veronesi, non secondi ad alcuno dei nostri tempi. Le cantine e luoghi simili sono sotto terra, perchè questa Fabbrica è nella più alta parte della Città, ove non è pericolo, che l’acqua dia impaccio. [p. 21 modifica]

Dei disegni che seguono in forma maggiore, il primo è parte della Facciata, il secondo, parte del Cortile della sopraposta fabbrica.

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Hanno ancora nella sopradetta Città i Conti Valmarana, Gentiluomini onoratissimi per proprio onore e comodo, ed ornamento della loro patria fabbricato secondo i disegni, che seguono: nella qual fabbrica essi non mancano di tutti quegli ornamenti,che se le ricercano, come stucchi e pitture. E’ questa casa divisa in due parti dalla corte di mezzo: intorno la quale è un Corritore, o Poggiuolo, che porta dalla parte dinanzi a quella di dietro. Le prime stanze sono in volto: le seconde in solaro,e sono queste tanto alte, quanto larghe. IlGiardino che si trova avanti che si entri nelle stalle; è molto maggiore di quel che egli è segnato: ma si ha fatto così picciolo perchè altramente il foglio non saria stato capace di esse stalle e così di tutte le parti. E tanto basti aver dettodi questa fabbrica, essendo che, come ancora nelle altre, ho posto nei disegni le misure della grandezza di ciascuna parte.

Il Disegno in forma grande, che segue, è di mezza la facciata. [p. 29 modifica]
[p. 31 modifica] Fra molti onorati Gentiluomini Vicentini si ritrova Monsignor Paolo Almerico uomo di Chiesa e che fu referendario di due sommi Pontefici Pio IV e V., e che per il suo valore meritò di esser fatto Cittadino Romano con tutta casa sua. Questo Gentiluomo dopo l’aver vagato molti anni per desiderio di onore; finalmente morti tutti i suoi; venne a ripatriare; e per suo diporto si ridusse ad un suo suburbano in monte, lungi dalla Città meno di un quarto di miglio: ove ha fabbricato secondo l’invenzione, che segue: la quale non mi è parso mettere tra le fabbriche di Villa per la vicinanza ch’ella ha con la Città, onde si può dire che sia nella città stessa. Il sito è degli ameni e dilettevoli che si possano ritrovare: perchè è sopra un monticello di ascesa facilissima ed è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall’altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l’aspetto di un molto grande Teatro e sono tutti coltivati, ed abbondanti di frutti eccellentissimi e di buonissime viti: onde perchè gode da ogni parte di bellissime viste delle quali alcune sono terminate, alcune più lontane, ed altre, che terminano con l’orizonte, vi sono state fatte le logge in tutte quattro le faccie, sotto il piano delle quali e della sala sono le stanze per la comodità, ed uso della famiglia. La sala è nel mezzo ed è rotonda e piglia il lume di sopra. I camerini sono ammezzati. Sopra le stanze grandi, le quali hanno i volti alti secondo il primo modo, intorno la sala vi è un luogo da passeggiare di larghezza di quindici piedi e mezzo. Nell’estremità dei piedistalli, che fanno poggio alle scale delle logge; vi sono statue di mano di Messer Lorenzo Vicentino Scultore molto eccellente. [p. 33 modifica]
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Ancora il signor Giulio Capra dignissimo Cavaliere e Gentiluomo Vicentino, per ornamento della sua patria piuttosto che per proprio bisogno preparata la materia per fabbricare e cominciato secondo i disegni, che seguono in un bellissimo sito sopra la strada principale della Città. avrà questa Casa Cortile, logge, Sale e Stanze, delle quali alcune saranno grandi, alcune mediocri, ed alcune piccole. La forma sarà bella, ed varia e certo questo Gentiluomo avrà casa molto onorata e magnifica, come merita il suo nobile animo.

C Corte discoperta.
D Corte similmente discoperta.
L Cortile.
S Sala, che nella parte di sotto ha le colonne, e di sopra è libera, cioè senza colonne.
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Feci al Conte Montano Barbarano per un suo sito in Vicenza la presente invenzione, nella quale per cagion del sito non servai l’ordine di una parte, anco nell’altra. Ora questo Gentiluomo ha comprato il sito vicino; onde si serva l’istesso ordine in tutte due le parti; e si come da una parte vi sono le stalle e luoghi per servitori (come si vede nel disegno) così dall’altra vi vanno stanze che serviranno per cucina e luoghi da donne e per altre comodità. Si ha già cominciato a fabbricare e si fa la facciata secondo il disegno che segue in forma grande. Non ho posto ancora il disegno della pianta, secondo ch’è stato ultimamente concluso e secondo che sono omai state gettate le fondamenta, per non avere potuto farlo intagliare a tempo, che si potesse stampare. L’entrata di questa invenzione ha alcune colonne, che sostengono il volto per le cagioni già dette. Dalla destra e dalla sinistra parte vi sono due stanze lunghe un quadro e mezzo, ed appresso due altre quadre, ed oltre queste due camerini. Rincontro all’entrata vi è un’andito, dal quale si entra in una loggia sopra la corte. Ha questo andito un camerino per banda e sopra mezzati, a’ quali serve la scala maggiore e principale della casa. Di tutti questi luoghi sono i volti alti piedi ventiuno e mezzo. La Sala di sopra e tutte l’altre stanze sono in solaro i camerini soli hanno i volti alti al paro dei solari delle stanze. Le colonne della facciata hanno sotto i piedistalli e tolgono suso un poggiuolo: nel quale si entra per la soffitta; non si fa la facciata a questo modo (come ho detto) ma secondo il disegno, che segue in forma grande.

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