<dc:title> I fioretti di Sancto Francesco </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Anonimo</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_XX&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20240629160920</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_XX&oldid=-20240629160920
I fioretti di Sancto Francesco AnonimoAnonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu
D'uno frate giovane, il quale avea in tanta abominazione e dispiacenza la cappa, che deliberava d’uscire dello Ordine.
U
no giovane molto nobile venne all’Ordine di sancto Francesco, il quale dopo alquanti dí, per istigazione di demonio, cominciò ad avere in tanta abominazione l’abito ch’elli portava, che gli parea portare un sacco vilissimo; avea orrore delle maniche, abominava il cappuccio, e la lunghezza e la asprezza gli parea una soma importabile. E crescendo pure il dispiacere della Religione, elli finalmente si diliberò di lasciare l’abito e di tornare al mondo. Avea costui preso già per usanza, siccome gli avea insegnato il suo maestro, qualunque ora egli passava dinanzi allo altare dello convento, nello quale si conservava il corpo di Cristo, d’inginocchiarsi con grande riverenzia e trarsi il cappuccio e, colle braccia cancellate, inchinarsi. Adivenne che in quella notte nella quale elli si dovea partire et uscire dello Ordine, convenne ch’elli passasse dinanzi allo altare dello convento, e passandovi, secondo l’usanza s’inginocchiò e fece reverenzia; e subitamente fu ratto in ispirito, e fugli mostrato da Dio una maravi[p. 76modifica]gliosa visione; imperò ch’elli vide dinanzi da sé passare quasi moltitudine infinita di sancti a modo di processione, a due a due, vestiti tutti di bellissimi e preziosi drappi, e la faccia loro e le mani risprendevano come il sole, et andavano con canti e suoni d’angioli, fra’ quali sancti erano due piú nobilemente vestiti et adornati che tutti gli altri, et erano attorniati di tanta chiarità, che grandissimo istupore davano a chi gli riguardava; e quasi in fine della processione vide uno adornato di tanta grolia, che pareva cavaliere novello, piú onorato che gli altri. Veggendo il detto giovane questa visione, si maravigliava, e non sapeva quello che questa processione si volesse dire; e non era ardito di domandarne, et istava istopefatto per dolcezza. Essendo passata tutta la processione, costui pur prende ardire e corre alli ultimi, e con grande timore gli domanda, dicendo: — O carissimi, io vi priego che vi piaccia dirmi, chi sono questi cosi maravigliosi, i quali sono in questa processione venerabile? — Rispondono costoro: — Sappi, figliuolo, che noi siamo tutti frati minori, li quali vegnamo ora della grolia di paradiso. — E costui domanda: — Chi sono quelli due, i quali risprendono piú che li altri? — Rispondono costoro: — Questi sono sancto Francesco e sancto Antonio, e quello ultimo che tu vedesti cosí onorato, è un santo frate che morí novamente, il quale, però che valentemente combattette contro alle tentazioni, e perseverò insino alla fine, [p. 77modifica][p. 78modifica]noi il meniamo ora con triunfo alla grolia di paradiso; e questi vestimenti di drappo cosí belli che noi portiamo, ci sono dati da Dio in iscambio delle aspre tonache, le quali noi pazientemente portammo nella Religione; e la groliosa carità che tu vedi in noi, ci è data da Dio per la umile penitenzia e per la santa povertà et ubbidienza e castità, la quale noi servammo insino alla fine. E però, figliuolo, non ti sia duro di portare il sacco della Religione, cosí fruttuoso, perciò che, se collo sacco di sancto Francesco per lo amore di Cristo tu dispregerai il mondo e mortificherai la carne, e contro allo dimonio combatterai valorosamente, tu arai insieme con noi simile vestimento e carità di grolia. — E détte queste parole, il giovane tornò in sé medesimo e, confortato dalla visione, cacciò da sé ogni tentazione e riconobbe la colpa sua dinanzi allo guardiano et a’ frati; e da indi innanzi desiderò l’asprezza della penitenzia e di vestimenti, e finí la vita sua nell’Ordine in grande santitade. A laude di Cristo. Amen.