I bambini delle diverse nazioni/I bimbi francesi

I bambini francesi

../I bambini italiani ../I bimbi di Spagna e Portogallo IncludiIntestazione 11 aprile 2024 100% Da definire

I bambini italiani I bimbi di Spagna e Portogallo

[p. 15 modifica]

I BIMBI FRANCESI



OO
ra che vi ho parlato, cari bambini, dei piccoli italiani, voglio descrivervi la vita dei bambini delle altre nazioni, dei loro studi, dei loro giuochi, e per tenere in queste mie escursioni nei paesi stranieri un certo ordine, incomincierò a parlarvi dei bambini francesi, poichè essi abitano il paese che ci è più vicino, ed anche perchè i loro costumi differiscono meno dai nostri, che quelli delle altre nazioni.

Ogni nazionalità ha un’indole speciale che non si rivela soltanto nella lingua, ma anche nel carattere, nella educazione, nei costumi, nei passatempi e perfino nella religione. Questa indole si rivela fino dalla infanzia, così fra i poveri come fra i ricchi.

Il bambino della signora parigina è difficile che sia allattato dalla propria madre. Egli ha quasi sempre una balia che fanno venire di Borgogna, scura di occhi e di capelli, accesa in volto, grassa e vestita pittorescamente. Essa non porta nè cappello, nè scuffia, nè pezzuola legata sotto il [p. 16 modifica]mento, come molte delle nostre contadine; ha intorno alla testa un alto nastro pieghettato a guisa di ghirlanda, i cui capi le pendono spesso fino in fondo alla sottana, e sulle spalle porta un ampio mantello rotondo, che serve anche a rinvolgere il bambino. Quando i colori del mantello e dei nastri sono scelti con gusto, fanno molto effetto, e contrastano coi vestiti bianchi del lattante.

Non tutte le signore però fanno allevare i bambini in casa. Molte anzi li mandano a balia in campagna, dove li lasciano finchè non sono grandicelli, e là il signorino impara ad amare come fratelli i bimbi fra i quali cresce forte e robusto.

Il bambino quand’è dal contadino porta un vestito turchino a scacchi, oppure un grembiule con le maniche lunghe ed una scuffia bianca che lo fa parere una donnina in miniatura. È un brutto giorno quello in cui il «signorino» ritorna alla casa paterna. Egli ha imparato a voler bene ai piccoli amici di campagna, e si trova sperso fra i suoi, che conosce appena, nei salotti eleganti, sentendo parlare in famiglia una lingua ben diversa dal dialetto che ha imparato e che deve subito dimenticare. Da quel punto incomincia la sua educazione.

Per quel che concerne l’istruzione, essa non differisce da quella che si dà in Italia. Moltissimi ragazzi vivono in casa dei genitori e frequentano le scuole ed i licei come esterni; altri sono convittori e portano una uniforme come sogliono i nostri collegiali. Generalmente sono vestiti di turchino scuro con le striscie rosse ai pantaloni e in capo hanno un berrettino. Ma ogni liceo modifica leggermente l’uniforme, affinchè i suoi alunni si distinguano da quelli degli altri convitti.

Gli alunni sono continuamente incitati allo studio e i [p. 17 modifica]loro maestri li sorvegliano durante le lezioni, la ricreazione e perfino durante il sonno. Ogni ragazzo che dimostri buona volontà e faccia progressi è premiato, e la emulazione, è tenuta viva colla speranza delle medaglie. L’esser decorato è il sogno dei grandi e dei piccini. Spesso il petto dei ragazzi è coperto di medaglie come quello di un veterano di venti battaglie. Forse questa grande ambizione fa di essi degli omini avanti il tempo e li spinge a prendere le maniere cortesi e riservate delle persone mature. Ma il francese anche per natura è cortesissimo. Non fa una domanda o una risposta senza aggiungere monsieur, madame o mademoiselle. In famiglia usa dare del tu come da noi, ma molti figli usano la seconda persona del plurale con i genitori.

Benchè il francese sia per natura vivace e comunicativo, pure nelle ore di scuola i ragazzi sono astretti al più rigoroso silenzio. Le scuole incominciano generalmente la mattina alle otto e si protraggono fino alle due. Prima di principiare le lezioni in alcune scuole si fa la preghiera, e terminate che sono vi è la benedizione.

Le bambine sono educate con maggior severità dei maschi. Esse sogliono frequentare le scuole, che si chiamano externats, e vanno e vengono in silenzio, benchè il numero delle frequentatrici sia difficilmente minore di sessanta, divise in diverse classi, a seconda della età e della capacità. Quando la mattina la bimba va a scuola, si mette un grembiule nero per non macchiarsi d’inchiostro il vestito, e lo toglie uscendo. Esso protegge davvero il vestito di cui la bimba suole avere molta cura. Così coperte dal lungo grembiule, le alunne somigliano a un branco di corvi.

Gli studi che si fanno nelle scuole francesi sono presso a poco simili a quelli delle scuole italiane. Le lingue che [p. 18 modifica]vi s’imparano principalmente sono l’inglese e il tedesco. Anche nelle case vi è spesso una istitutrice inglese, dalla quale i bambini imparano quella lingua.

La merenda si fa nelle scuole fra le undici e mezzogiorno, e consiste generalmente in pane imburrato, conserve, frutta e paste. I Francesi sono celebri per la perfezione con la quale preparano le pietanze, le frutta e ogni Le bimbe francesi nei giardini pubblici specie di dolci, e i bambini sono ghiottissimi delle frutta, che mangiano in gran quantità insieme col pane. I poveretti se ne stanno in vicinanza dei caffè e delle trattorie, e mordono il pan solo, contentandosi dell’odore delle pietanze che esala dalle cucine. [p. 19 modifica]

È uso generale delle principali scuole e dei collegi di condurre i loro alunni a far ricreazione nei giardini pubblici. I grandi giardini del Luxembourg, delle Tuileries e del Palais Royal, e i larghi viali dei Champs Elisées, del Parc Monceau e del Bois de Boulogne sono pieni di bambini. Le femmine saltano la corda con grande passione; pare che quello sia il loro divertimento preferito. Giocano pure al cerchio, alla palla, alle racchette, al volano, e come passatempo hanno la tour, les rondes, prends garde. I maschi fanno a toccaferro, a moscacieca, all’orso, e giocano alla palla, che spingono col tamburello.

In Francia come in Italia il giovedì è giorno di vacanza nelle scuole, e delle vacanze colà ne fanno pure molte durante l’anno. Ma quelle che i ragazzi attendono con più desiderio sono le vacanze del Capo d’anno. In quei giorni si scambiano visite, si fanno augurii, si baciano sulle due guancie, come si dice fra noi «alla francese.» Pare che i regali cadano dalle nuvole. Li chiamano etrennes, e un bimbo deve essere povero davvero per non riceverne. Quella parola etrenne figura in tutte le vetrine di Parigi. In quei giorni le strade sono affollate, tutti comprano, tutti paiono di buon umore. I giardini zoologici sono visitati da migliaia di bambini, che vogliono salire nella carrozza tirata dallo struzzo, e gettare una brioche all’elefante. Anche per Pasqua è lo stesso, e in quei giorni nelle botteghe non si vedono altro che uova di ogni specie, alcune grosse smisurate, altre piccolissime. Alcune contengono pure bambole eleganti, provviste di ricchi corredi, ma la maggior parte sono piene di dolci.

Il primo giorno di aprile non è uso in Francia di fare delle burle; si scambiano regali a forma di pesce; son fatti di cartapesta, di porcellana, di raso, di cera o di altre cose. Si [p. 20 modifica]vedono dei salmoni rosei, delle trote argentee, dei giganteschi coccodrilli, che fanno la delizia dei ragazzi cui toccano in dono.

La vita dei bambini francesi in famiglia è lieta e gaia. Le madri, specialmente, sono premurosissime e tenerissime per i figli, i quali crescono in un ambiente affettuoso e mite.

Alle fanciulle si potrebbe rimproverare una eccessiva vanità, un culto troppo spinto di sè stesse, frutto forse della cura soverchia che pongono le madri nel vestirle. È un difetto quello che le fa essere affettate nelle maniere e le spinge a rinunziare a una corsa, a un’ora di chiasso per non sgualcire le guarnizioni dell’elegante vestitino.

A noi, una bimba francese fa l’effetto di una donnina per chiasso, una bambola troppo ben vestita e troppo ambiziosa dei suoi ornamenti, e la guardiamo con una specie di compassione.

Quando fanno la cresima e la prima comunione sono vestite interamente di bianco come si usa in Italia, col lungo velo che le avvolge tutte; i maschi invece portano intorno al braccio un pezzo di nastro bianco. I bambini appartenenti alle istituzioni di carità sono vestiti di turchino, che è il colore favorito dei francesi.

Molti di quei poveri fanciulli vengono pure allevati in campagna, nelle case dei contadini, e siccome il francese è per natura mite e compassionevole, così spesso quei poveretti trovano una famiglia d’adozione e quelle cure che sarebbero mancate loro se fossero stati affidati a persone meno buone e caritatevoli.