I Salmi di David (Diodati)/SALMO XCVIII

SALMO XCVIII.

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SALMO XCVIII.

1          Di canzon nuova e trionfante lode,
     Facciansi udir gli accenti,
     A l’onor del Signore:
     Che con la destra prode,
     Di meraviglie fè prove potenti.
     Di sua Santità il braccio, e ’l sol valore,
     A sè, ed a’ suoi, tratti di servitute,
     Acquistò la salute.
2          Di quel ch’oprò sua man illustre scampo,
     E di sua lealtade
     Agli occhi d’ogni gente
     Fece apparir il lampo.
     Sua fè verace, e dolce caritade,
     Inverso ’l buon Iacob recossi a mente:
     E furon scorti fin a’ stremi lidi,
     I suo’ soccorsi fidi.
3          Giubilate, del mondo o cittadini,
     Scoppiate in gridi lieti:
     Al Signor salmeggiate,
     In modi pellegrini.

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     Non restin cetre omai, nè plettri cheti,
     Il canto al suono dolce contemprate.
     Nel cospetto del gran Rege rimbombe
     Di corni stormo e trombe.
4          E romoreggi l’Oceàn sonante,
     Con ciò che serra in seno.
     Applauda chiaro il mondo,
     E d’esso ogni abitante.
     Anche i fiumi, per far concerto pieno,
     Battansi a palme e strepito giocondo
     Faccian de’ monti le cavate rupi
     E’ scoscesi dirupi.
5          Tal del Signor venerar la presenza
     A tutti si conviene:
     Perchè qua giuso in terra,
     Con gloria e con potenza,
     L’eterno a moderar impero viene.
     De la giustizia sua, ch’unque non erra,
     Con l’ugual lance renderà ragione
     Ad ogni nazione.