Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
190 | i salmi di david |
Non restin cetre omai, nè plettri cheti,
Il canto al suono dolce contemprate.
Nel cospetto del gran Rege rimbombe
Di corni stormo e trombe.
4 E romoreggi l’Oceàn sonante,
Con ciò che serra in seno.
Applauda chiaro il mondo,
E d’esso ogni abitante.
Anche i fiumi, per far concerto pieno,
Battansi a palme e strepito giocondo
Faccian de’ monti le cavate rupi
E’ scoscesi dirupi.
5 Tal del Signor venerar la presenza
A tutti si conviene:
Perchè qua giuso in terra,
Con gloria e con potenza,
L’eterno a moderar impero viene.
De la giustizia sua, ch’unque non erra,
Con l’ugual lance renderà ragione
Ad ogni nazione.
SALMO XCIX.
1 Or è pur giunta la felice etade,
Che ’n man preso ha l’impero
Il Sovrano Signor, che siede altero
Su’ Cherubini in sacra Maestade.
Commosse in umiltade,
Tremin le genti e sie crollato il mondo,
Da cima fin in fondo.
2 Egli spiega in Sion quella grandezza,
Per cui sale eminente
Sopra qualunque vive in terra gente.
Del suo tremendo Nome e somma altezza
Quelle daran contezza: