I Salmi di David (Diodati)/SALMO LXXII
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SALMO LXXII.
1 De le tue leggi, o Dio, dona il savere
Al sacro Rege eletto.
Di tua giustizia le notizie vere
Spira al figlio del Re nel senno e petto,
A fin che la tua gente
Ei regga giustamente:
Ed a’ tuo’ poveretti in dirittura
Ragion dispensi con paterna cura.
2 Al popol pace produrranno i monti:
D’incorrotta equitade
Su per li colli sgorgheranno fonti.
E con dolcezza e somma umanitade,
A’ bisognosi afflitti
Farà giudizi dritti.
Salverà del meschin gli oppressi figli,
E fiaccherà de l’oppressor gli artigli.
3 Quindi, Signor, da tutti riverito
In eterno sarai:
Mentre, del ciel ne l’ampio circuito,
La luna e ’l sole spargeranno i rai.
Qual sopra erba segata
Cade la pioggia grata,
E lo stillante umor piagge terrene
Riga, così dal ciel quel Rege viene.
4 Allor vedransi i giusti, e’ virtuosi
Fiorir, e d’alma pace
Correr per tutto i rivi copiosi,
Fin che di luna in ciel manchi la face:
E lui solo regnare
Da l’uno a l’altro mare;
Ed allargar, dal fiume Eufrate altero
Del mondo a’ capi, il suo sovran impero.
5 Adoreranlo gli abitanti felli
Di romiti paesi:
Ed i conquisi suoi fieri rubelli
La polve leccheran, nel suol distesi.
E doni, d’alti pregi,
D’isole e mare i regi,
Mori e Sabei, gli recheran umili,
Tutti piegando a’ cenni signorili.
6 Ch’al poverel, ch’a lui darà le grida,
E al meschin senz’aita,
Salute porgerà potente e fida,
Con l’alma di pietade intenerita.
Le dolenti persone
Trarrà d’afflizione,
Lor vita salverà d’oltraggi e frodi,
Pregiando ’l sangue lor in cari modi.
7 Ei viverà regnando prosperoso:
E copia d’oro fine
Gli offerirà ciascun volonteroso,
Nuove chiedendo a lui grazie divine.
In terra seminata
Di grano una menata,
Per li monti romor faran le biade,
Qual nel Liban sentir ventando accade.
8 Per le città rampollerà la gente,
Qual in piaggia verzura;
E d’esso fie che ’l Nome chiaramente
S’erga e trapassi in ogni età ventura,
Mentre girerà il sole,
Su la terrena mole:
E tutti in lui si vanteran beati,
E felice il diran con canti grati.
9 Or, date lodi al gran Signor sovrano,
A lo Dio d’Israelle,
Che solo puote oprar, con l’alta mano,
Di meraviglie ognor prove novelle.
E d’esso, senza posa,
La gloria maestosa
Ciascun risuoni, e sie ripieno ’l mondo
Di sua fama e splendor, a tondo a tondo.