Ei regga giustamente:
Ed a’ tuo’ poveretti in dirittura
Ragion dispensi con paterna cura. 2 Al popol pace produrranno i monti:
D’incorrotta equitade
Su per li colli sgorgheranno fonti.
E con dolcezza e somma umanitade,
A’ bisognosi afflitti
Farà giudizi dritti.
Salverà del meschin gli oppressi figli,
E fiaccherà de l’oppressor gli artigli. 3 Quindi, Signor, da tutti riverito
In eterno sarai:
Mentre, del ciel ne l’ampio circuito,
La luna e ’l sole spargeranno i rai.
Qual sopra erba segata
Cade la pioggia grata,
E lo stillante umor piagge terrene
Riga, così dal ciel quel Rege viene. 4 Allor vedransi i giusti, e’ virtuosi
Fiorir, e d’alma pace
Correr per tutto i rivi copiosi,
Fin che di luna in ciel manchi la face:
E lui solo regnare
Da l’uno a l’altro mare;
Ed allargar, dal fiume Eufrate altero
Del mondo a’ capi, il suo sovran impero. 5 Adoreranlo gli abitanti felli
Di romiti paesi:
Ed i conquisi suoi fieri rubelli
La polve leccheran, nel suol distesi.
E doni, d’alti pregi,
D’isole e mare i regi,
Mori e Sabei, gli recheran umili,
Tutti piegando a’ cenni signorili. 6 Ch’al poverel, ch’a lui darà le grida,