I Persiani (Eschilo-Romagnoli)/Terzo canto intorno all'ara
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TERZO CANTO INTORNO ALL’ARA
coro
Strofe I
La nostra vita, ahimè,
ebbe ministri l’opulenza e l’ordine,
quando l’antico Re,
scevro d’ogni nequizia, a tutti provvido,
Dario, simile ai Numi, invitto in guerra,
reggea la nostra terra.
Antistrofe I
Leggi solide come
torri, tutto reggean: v’erano eserciti
di glorïoso nome;
e dalle guerre, senza danno o cruccio,
ci radduceva fra le patrie mura
la prospera ventura.
Strofe II
E quante città prese,
senza varcare i margini
dell’Àli, senza muovere
lungi dal suo paese,
come le fluvïatili
allo Strimonio intorno,
presso le coste inospiti
dove i Traci han soggiorno.
Antistrofe II
E quelle che, lontano
dal mare, in terra surgono,
cinte di torri, omaggio
prestarono al Sovrano;
e quante d’Elle al valico
han glorïosa voce,
e la curva Propontide,
e del Ponto la foce.
Strofe III
E l’isole che cingono
i promontorî delle nostre rive,
e i flutti le flagellano,
come Lesbo, d’ulive
ferace, e Samo e Paro
e Chio, Nasso, Micòno,
ed Andro, e la finitima
Teno, che unite sono.
Antistrofe III
E quelle che si levano
in mezzo al mar, tra l’uno e l’altro lido,
governò. Lenno, e d’Icaro
la sede, e Rodi, e Cnído,
e le cittadi ciprie,
Pafo, Soli, e la figlia
di Salamina, causa
del pianto che a noi bagna ora le ciglia.
Epodo
E le città, d’Ellèni
uomini fitte, prospere di beni,
per le contrade Ionie
sparse, reggeva a suo talento. Indomito
fior di patrie milizie e d’ausiliarie
commiste schiere aveva in sua possanza.
Ma tutto, con sembianza
non ambigua, sconvolto ora dai Superi.
su noi, già in terra vinti, adesso pesa
per la marina offesa.