Gynevera de le clare donne/35. Instructione de l'opera, che se presenti a la mia excelsa Madonna, dove debbe stare perpetuamente

35. Instructione de l'opera, che se presenti a la mia excelsa Madonna, dove debbe stare perpetuamente

../34. De quella che al presente el bel nome se tace IncludiIntestazione 31 luglio 2010 75% saggi

35. Instructione de l'opera, che se presenti a la mia excelsa Madonna, dove debbe stare perpetuamente
34. De quella che al presente el bel nome se tace


[p. 379 modifica]O mia opera, illustrata del nome eterno de Gynevera Sforza Bentivoglio, prima che vada ad sua excellentia, non te ornare de auro, nè de argento, se non de fronde di Gynevero, in segno de leticia et pace. Poi andrai ad trovarla, adcompagnata de fede, de amore et di speranza, fuori de la cità, a Belpogio, palazo de non [p. 380 modifica]poca iocundità et prestantia, situato sopra vaghi et ameni colli, in la radice del monte Apenino, là donde, in compagnia de molte generose donne, cum desiderio te aspecta. Tu entrarai prima nel bel cortile, cinto de alte mura, come de uno castello, dove trovarai uno fonte fabrichato, che in alto scaturisse acqua viva, la quale, per nutrimento, del tempo estivo rinfrescha le vaghe et odorifere herbe che ivi sono cum li varii fructi, lauri et bussi et gyneveri, come de un bel giardino.Poi ascenderai dieci gradi de scala, facti in pietra viva, larga quanto fia el palazo, et pervenirai sotto la logia de quello, firmata sopra octo colonne de rossa pietra; et se quivi, sotto questa logia, a sinistra mano, firmata sopra cinque altre simile colomne, non fusse; overo a la dextra mano, alato le tre grande finestre de ferro gabiate, non fusse la sapientissima donna; verso quella parte, [p. 381 modifica]dove è di fuori pincto uno fiero Hercule, che in una mano tine superbamente uno trocho, et ne l’altra uno scudo, cum l’arma bentivoglia et divisa sforcesca, montarai le scale del palazo, et trovarai lei sopra li pogioli de trentasepte colomnelle de rossa pietra, tondi et in octo facie, dove se vede li fructiferi monti cum el piano et tutta la citate. Se o in sala, overo in una de le adorne camere sedere in lepidi rasionamenti, rechedendolo el tempo et la stasone.

Come la vedrai, fa a lei reverentia, et ne le sue mane te poni, dicendoli, che se non sei ornata de quel splendore che a la sua gran virtute convirebbe, se digni per clementia perdonarmi, che meglio non ho potuto; ma dignase acceptare la fede, l’amore, et la speranza che sono in tua compagnia; le quale virtute, legendoti, spesso trovarà sincere in loco de la mia inpotentia. Son certo [p. 382 modifica]che alhora, dolcemente ridendo, come costume de sua benigna natura, dirà che sii la ben venuta, et forsi te oscularà molte volte, ponendoti infra li suoi più cari thesori, aciò insieme come io possa sempre vivere contento. Ma se lei, overo alcuna de quelle preclare donne che sarano cum lei, dicesseno, perchè non ho facto memoria or de questa or de quella altra, defonte, et de quella altra vivente, di bassa et de alta fortuna, che honestamente et cum degna virtù viveno, alhora cum reverente ardire responderai, che de tutte non habiamo possuto sapere; et se io havesse terminato celebrare le vivente, ne haverei de ogni stato, cum debita laude, recordate molte de la nostra citate.

Come sarebbe Elysabetha de’ Bianchetti, famiglia clara infra l’altre felsinee, consorte già de Lodovico Bentivoglio, cavaliero et conte et patricio prestantissimo, che è pervenuta [p. 383 modifica]a l’ultima vechieza, cum lauditissimo nome de religione, per la quale è stata da poeti et da oratori cum laude levata al cielo; et de quanto prudente consiglio ancora se trova.

Et come sarebbe de tanta dona la figliuola Beatrice Saliceta, coniuncta al magnanimo patricio Conte Andrea Bentivoglio, donna de singular bontate et munificentia, quanto altra presso noi se trovi: et il prudente modo, dava a l’unico figliuolo essere liberale; per il che a meritata la inscriptione de l’opera de le excellentie de la Regina di cieli.

Haverei saputo recordare le belleze, virtute et honestate et savio intellecto de Julia, consorte del conte Hercule Bentivoglio, che fin nel suo pudico ventre le figliuole sono in matrimonio desiderate; la quale, essendo molto cara a l’excelsa tua madonna, forsi cum essa trovarai, et più che altra a ti se mostrarà iocunda. Quando ella li fusse fali segno [p. 384 modifica]de reverentia, che cusì merita sua virtù et sua bontate.

Haverei saputo recordare quella vedoa, donna de religione piena, Cleofe di Zoboli, che fu consorte del claro cavaliero Mattheo Malvezo, che li figliuoli per adoptione Bentivoglii sono facti; quanto nel stato coniugale ha consequito pudico nome, et quanto nel viduile stato è degna di laude; et quanto effectual carità, et cum parole sancte, ha sempre mostrata a li afflicti; per la qual cosa è dilecta conscia et compagna de la illustre madonna.

Haverei saputo ancora recordare de quanta felicità sono le illustre virtute de le mane de Lucretia Foscarara, consorte de Florio da la Nave, integerimo doctore, et de la sua honestate, costumi et dolceza de le prudente parole.

Et presso questa virtuosa donna haverei recordato la sincera fede, molto cara al nostro Gynevero, Alexandra [p. 385 modifica]Zenzanina; et cum la observantia in esso Gynevero de Gentile, vedoa, modestissima figlia che fu de Baviera, principe a quilli tempi de’moderni physici; et quanto vale in parlare et in virtute muliebre.

Haverìa saputo recordare, del prestante doctore et cavaliero et patricio Ludovico da Castello san Pietro, la consorte Antonia, la bontate cum la prudentia et la fecundità de li egregii figliuoli, quali non poco la honorano, perchè, credo, de omne prestantia de virtute siano in tal forma prediti, che altri de la città nostra.

Haverei saputo mentuare la grande honestate et bon governo, cum la tolleranza de li affanni dentro et fuori, per la seditione civile, de Elysabetta figliuola de la dolce memoria de Antonio Galeazo Bentivoglio, gloria del bolognese nome, et consorte già de Romeo de’Pepuli, prestante doctore et magnifico patricio; che de lei, in [p. 386 modifica]laude del suo pudico ventre, sono cinque belli figliuoli, dui maschii, clarissimi conti, et tre femine vedoe de grande honestate et de optima fama, che tuti sono ornamento de la nostra citate.

Non me sarei stato fatica ancora recordare la singulare mansuetudine et honestate, et la reverentia grande in lo marito, de Lucretia nata del cavaliero Ludovico Bentivoglio, moglie del quondam magnifico doctore Ludovico Albergato; et quanto per sua virtute se vendicò sincera benivolentia de li valorosi fratelli del marito, et quanto in la cità de Roma et in campagna de quella ha reportato optimo nome, et il buon governo ha habiuto sempre nel stato coniugale, et quello che ha laudabilmente nel viduile, cum li animosi figliuoli a le spale.

Ancora haverei saputo recordare la honestate et la carità grande, cum munificentia verso il prosimo, et la [p. 387 modifica]affabilità in li attinenti, cum tenereza del core, de Gentile, pudicissima moglie del generoso cavaliero Bernardino de Gozadini, la quale per tante sue virtute infra l’altre illustre donne s’è facta clara.

Haverei saputo recordare, dirai ancora, la nepote de questa donna, mia affine, Elena consorte de Pino Gozadino, quanto vale de animo, de acuto ingegno, et de efficacia de le virile parole, et astutia et arte usò per volere salvare el marito, quando li fu porto sinistra, novella per serpentina lingua, che lui sapea la pessima coniuratione in la vita del nostro Bentivoglio principe; che lei subito se depose li civili panni et ornamento del capo, et vestisse de’ rustici, et similmente calciata lutuosamente, pigliò un cesto al bracio, et menando seco una vilanela, et cum alquanti denari in pecto per dare al marito, et usì fuori de la porta in fra li armati che la guardavano; et andando [p. 388 modifica]per trovare il marito, ad Liano, nostro castello, lui scontrò per la via presso la citate, et esso trovò senza peccato.

Haverei saputo recordare la prestantia, la mansuetudine, la liberalità et bontate de Zoanna Ludovisa, coniuncta del gratioso et splendido cavaliero Antonio Magnano, et la virtute de la sua matrimonial fede; et cum quanta diligentia, et boni exempli de pudica matre, ha nutrito et alevato la sua egregia sobole de dieci figliuoli.

Haverei saputo recordare la prestantia del magnifico animo et le prompte parole, non manco morale che benigne, de Antonio de’ Bardi signori di Vernio, consorte fu de Jacobo de li Ursi, novamente defonto, nostro nobile citadino et magnifico mercatante; cum quanto amore et fede observò il marito, et cum quanta diligentia li curava la vita et il buono governo de la famiglia, et li [p. 389 modifica]buoni portamenti de’ figliastri, et generale benivolentia de’ suoi parenti et amici.

Havarei saputo ancora cum debita laude recordare Margarita, modestissima vedoa, già coniucta de Zoanne da Loiano, generoso quanto altro nostro citadino per antiquo sangue, quanto nel stato coniugale et viduile ha conseguito sanctissimo nome; che quanto copulare se volse, hebbe più caro andare ad nobile homo et de bontate, che guardare a la faticha de’ molti figliastri, da’quali è stata sempre amata et reverita, quanto li havesse nel proprio ventre portati, per li optimi deportamenti de lei, virtù che rara a quisti tempi in donna se trovi.

Haverei sapiuto giungere ancora a questa probatissima donna una altra Margarita de la famiglia Beccadella, maritata già nel nobile mercatante Domenico de li Odofredi, famiglia egregia et prisca de la cità nostra; [p. 390 modifica]et da li teneri anni, fin in questa sua vechieza et stato viduile, se ha aquisita virtuosa fama. Che essendo morto il marito in uno giorno cum uno suo caro figliuolo, quale in le paterne bracia mandò pietosamente ambedui a la sepultura, cum tal pacientia et savie parole, superando il merore cum la rasone, che ogni homo in commendatione de lei se maravigliava. Et cum quanta laude restò al governo di figliuoli, de’ quali quatro femine ha alevate cum singulare virtute, et bene maritate. Et dipoi, quando ella doverebbe possare, è restata, cum grandissima pacientia, ringratiando Dio, al faticoso governo de quindeci nepoti nati dal suo unico figliuolo, per la morte de la coniuncta de lui. Che fia una gloria, in exemplo a l’altre donne, vedere cum quanta pietate et boni costumi li aleva.

De questo optimo et pudico tronco haverei saputo recordare una sua figliuola, in giovenile aetate svedoata, [p. 391 modifica]nominata Jacoma, che fu maritata in la prestante famiglia de’ Guastavilani, cum quanta pudicitia et honestate circunspecta vive nel viduile stato, et cum quanta solicitudine et religione ha gubernato et guberna al virtuoso vivere le figliuole. Che chi ella vedesse cum quelle intorno in li exercitii muliebri, la iudicarebbe certo un’altra romana Lucretia.

Haverei saputo recordare ancora la grande virtute del viduile stato in Magdalena Bentivoglia de’ Lamberthini, et quanto sia el suo docto ingegno in legere l’opere morale et sancte, et quanto vale in sermone iocundo et grato a chi l’ascolta, cum el commendabile governo de’figliuoli et de la sua antiqua richeza. Et il bel modo et li belli costumi, in giovene aetate, de Cornelia Lamberthina, che fu coniuncta al generoso nostro citadino Jacobo de li Ucellani; che essendo lei cum uno solo picolo figliuolo vedoa restata, se conserva [p. 392 modifica]in tanto pudico nome. Et cum Casandra sua compagna, figlia de Vincentio Paleotto, nostro illustre jurconsulto. Et de le due venuste sorelle, figlie del patricio Nicolao Aldrovando, et de Camilla Sala loro pudicissima matre, Antonia et Elena, l’una già maritata in la famiglia honoranda de’Grassi, et l’altra ne la famiglia de’ Zanchini, notabili mercatanti. Et de Gentile Bianchetta, già maritata in la prefata Zanchina famiglia, che infra l’altre felsinee giovene fiano uno spechio de la sanctità viduile; et de molte altre nobilissime donne de la nostra citate. Quale non voglio più narrare, per non essere longo in condure la nave de le mie fatiche al disiato porto. Pur dirai che io haverei recordato fuori de la cità nostra de le vivente ancora: come sarebbe stato il fiero animo et astutia de quella Angelina, nostra vilanella al Rognatico Pogio, moglie de Augustino Maloxello, il quale, essendo [p. 393 modifica]incarcerata in Ferrara ad instantia de Hieronymo del Canale, spectabile citadino di Ferrara, per certa rasone de bestiame havea tenuto de lui, pose in carcere el figliuolo in loco suo, per potersi difensare; perchè esso Augustino volea demonstrare, come potea non essere debitore, per certa quietanza havea del figliuolo de lo actore. Et nel tempo che Augustino vene al Pogio, per venire ad Bologna, per consiglio al favore suo, lo incarcerato figliuolo se infirmò gravemente: per il che lo actore, dubitando per sinistro de le carcere non morisse, ello se lo fece portare ad casa, et in la superiore parte de quella, denanti, in una camera lo fece pore, et cum guardia. Di che Angelina, moglie de Augustino et noverca de lo incarcerato figliuolo, el venne ad gubernare; et gubernandolo, tolse la mira quanto era la distantia da le finestre de la camera, dove era el figliastro, sin a [p. 394 modifica]terra; et vedendolo migliorare, li disse che lui se mostrasse fortemente gravato, perchè niuno havesse più sospecto di fuga, che lei lo volea liberare. Et mandò a dire al marito, che facesse la sequente nocte havesse una navicella a lato le mura di Ferrara, et che menata fusse da dui, che la sapessero menare per incogniti luochi de le valle, che liberarebbe il figliuolo. Et fece che Raynaldo Bivilaqua suo compatre li mandasse la ordinata nocte, al tempo, quatro famigli sotto le finestre de la camera, dove era il figliastro, che fusse difensata da qualche inpedimento potea intravenire per li viandanti nocturni. Et così lei, questo ordinato, comprò uno capestro lungho secundo la tolta mira, et portollo in uno cesto al brazo, cum paglia, ova et duo para de polastri sopra, perchè quilli de la casa, deputati a la guardia de la scala per dove se andava, non sospectasseno; et andava lei affannata [p. 395 modifica]suspirando per la casa, per li servitii del figliastro, aciò che altri credesse stesse ben male. Et la nocte, avanti giorno de tre ore, calò gioso in terra el figliastro a li deputati famigli de Raynaldo Bivilaqua, et lei poi drieto; et come subito fu aperto la porta de Ferrara, scese cum lo figliastro in la navicella, et a salvamento in Bolognexe giunse volando. Per il che costei se è facta clara de aeterno nome.

Dirai ancora che io haverei recordato, come sarebbe stato, Catherina de la splendida famiglia de’ Benci florentina; che cum tanto animo, industria et fatica se adoperò in pregare principi, signori, magnati, et cum suoi citadini et cum oblatione, oratione et voti continui a Dio, per liberare de le carcere et de lo exilio el magnifico cavaliero Pietro Vespuci, suo dilecto marito; et la affabilità de lei in recevere li externi amici in casa, cum liberalità grande. [p. 396 modifica]

Dirai ancora che non sarei stato oblito dire de Camilla, figlia de Marino duca di Sesso et principe de Rosano, consorte già de Constantio Sforza, principe di Pesaro, et signor de singulare ornamento, quanto fusseno le eximie virtù de lei care a tanto marito, et quanto quelle usa in la sua honestissima viduitate; et cum quanto animo et prudentia, non se lassando occupare dal merore per la morte del marito, provide a le porte de la citate, et a l’altre forteze per salute del stato; et cum quanta iustitia et prudentia quello ha gubernato et salvato fidelmente a li figliuoli del marito; et cum quanto animo muntò ad cavallo, menando seco la gente d’arme che temeano, et andò volando verso el castello de li Gabici, quale era sbigotito de paura per certa invasione de’Turchi, giunti ne lo anconitano porto. Di che el castello fu refranchato per la venuta de lei, et li Turchi fugirono. Et la [p. 397 modifica]prudente callidità che tenne, per onore del papa et del nome christiano, in pigliare el nuntio del valoroso Buchalino, che venìa cum responsive lettere dal grande Turco.

Dirai ancora, che non haverei taciuto la ingente honestate et continentia che ha habiuto, in ogni tempo et stato, Elysabetha figliuola del felice Fedrico, duca de Urbino, et consorte già de Ruberto Malatesta, invictissimo imperatore de arme; et quanto sia la nobilità del suo ingegno et de li suoi costumi, cum la benignità del parlare; et quanto sia la excellentia de la sua viduitate. Che veramente ostende cum felicità essere nata, come fu, de divi parenti; et cum quanta prudentia et gratia de’ suoi citadini se portò, quando li fu nuntiata la subita morte del marito, doppo el receputo gaudio de lui, per la gloriosa victoria hebbe del potente duca de Calabria.

Dirai ancora che recordare havrei [p. 398 modifica]saputo le ornate parole, la religione, le opere pie et devote, et il prudente governo et gratitudine de la pudicissima consorte de Galeotto principe de la Mirandola, Biancamaria figlia già del principe Nicolao marchexe Estense; et de la sua magnifica cognata Constantia, figliuola già de Xanti Bentivoglio, cavaliero preclaro et patricio primo de la cità nostra, coniuncta ad Antoniomaria da la Mirandola, digno et religioso conte, quanto siano le sue caste belleze, splendore, et magnificentia, come de Genevera Sforza vera figliuola.

Dirai ancora che haverei saputo recordare un’altra figliuola che fu del prefato principe Nicolao Estense, chiamata Beatrice, già consorte de Tristano, prudentissimo figliuolo del duca Francesco Sforza, quanto siano le virtù del suo animo; che non havendo alcuno ardire de parlare, svigliò valorosamente li proceri de Milano et la duchessa, che non se dovesse [p. 399 modifica]per cosa del mondo più tollerare, che li figliuoli del duca Francesco fusseno de Milano tenuti expulsi, per private passione de Cecho secretario. Per il che in Milano, ad confusione de’suoi inimici, entrarono.

Dirai che non haverei pretermisso ancora Lucretia Malavolta senese, moglie fu de Ruberto Sanseverino, invictissimo capitaneo, quanto sia de ingegno prompto et de lingua moralmente corispondente a quello cum magnifici costumi; et quanto fu caro al marito il suo iudicio et parere a le volte, sopra le importante lettere recevea; et quanto sia stata la sua pacientia in le solicitudine et in li dispiaceri, per li colpi de la varia fortuna del marito, noti a tutto il mondo. Et cum quanta honestate in la sua viduile vita se governa, alevando li picoli figliuoli cum laudabile virtute, et cum gratia de li illustri figliastri: per il che il Senato Venetiano et stato ducale de Milano [p. 400 modifica]ne pigliano piacere et conforto, cum laude de lei.

Apresso questa valorosa donna haverei recordato, come sarebbe de Cassandra, fidele vergene polcella, che per li suoi phylosophici studii et sacri honora le venetiane donne, in Vinetia, che essendo la sua virtù da illustri homini visitata, lei li racoglie cum luculente oratione.

Haverei saputo recordare le bontate et regie et excellentie de Catherina, figliuola che fu de Marco Cornero, illustre patricio venetiano, regina de Cypri, moglie che fu del re Iaches, cum dota di cento milia ducati; et quanto nel stato matrimoniale et viduile se sia portata nel regno, et cum quanta gratia de li cypriani populi se portava; et quanto ella da quilli è desiderata, et quanto honore ha facto a le venetiane donne; et cum quanta honestate et magnificentia vive in Vinetia, et cum quanta dilectione observa lo inclyto [p. 401 modifica]senato, come sua figliuola, che sarebbe una beatitudine narrare.

Haverei saputo recordare le prestantie et ornamenti de Elyonora de Aragonia, nata del re Ferdinando, duchessa di Ferrara, et del ducal stato el magnifico governo; et de la sua liberalità in adiuto maritare donzelle, et de la sua munificentia in far richi paramenti a le chiesie, et de la colenda sua affabilità in li boni religiosi et de doctrina ornati; che sono effecti da farsi senza ostaculo le ademantine porte del paradiso aprire. Et de Beatrice sua sorella, regina de Hungaria, saputo haverei de la sua honestate, de la gratiosità de le parole, de la religione, del timore de Dio, de la liberalità usata cum prudentia et discretione, et del suo bel modo in parlare latino; et lo effectuale amore mostra a quilli che hano egregii exercitii; et cum quanta callidità et prudentia se porta, bisognando infra quelle barbare gente, [p. 402 modifica]per la morte de la regia maiestà del marito, che fia degna de grandissima laude.

Haverei saputo ancora recordare de le belleze, de le virtute, di costumi et splendori de Bona Maria, figlia che fu del re di Franza et già consorte del principe duca de Milano Galeazo Maria.

Haverei saputo recordare presso questa bellissima duchessa la nora, moglie de Zoannegaliazo, felicissimo duca de Milano, et figlia de Alphonso duca de Calabria, quanto già in questa sua giovenile aetate vive cum religione et deiunii, che non se può se non indicare in lei futura celsitudine da sanctissimo stato, et vera figliuola de Hyppolita Sforza, che fu come de uno inexhausto fiume al mondo de virtute, come narrato habiamo.

Dirai ancora che haverei saputo pore in carte l’alte virtute de Anna, figliuola fu de Aluise re di Franza, altissima duchessa de Barbom, che [p. 403 modifica]tutte le parte de ponente cum sublime laude parlano de lei. Essa è uno sigillo de terminare le occorrentie de quilli stati, che, oltra il consiglio suo, non teme cum le gente d’arme cavalcare, dove fia opportuno, per modo a le lege de lei subiaceno. Guberna li suoi stati cum grandissima prudentia; vive cum splendore de nobile donne et de baroni in la sua corte; ama molto li homini de valore; vede voluntieri li nostri mercantanti; è donna devota et elemosinatrice; piglia piacere ne la magnificentia del donare, et piaceli in far fare a le volte feste et triumphi d’arme, che ’l fia cosa miranda.

Dirai che ancora averei saputo cum molta gloria recordare de quanta illustre fama è già facta aeterna Isabella moglie de Ferdinando, glorioso re di Spagna, che se può dire essere lei sola stata casone, havere cum li prudenti suoi conforti conservato tanto tempo il campo el re suo [p. 404 modifica]marito, cum florente exercito, a la expugnatione del potentissimo re di Granata, per augumento de la cristiana fede; fin lei essere stata continuamente in campo, et intravenuta ne le bataglie sempre, come uno peritissimo duca d’arme; et quanto tutto lo exercito et il proprio marito in lei haveano speranza de victoria, amorevolmente de ella parlando; et quanto il domato re di Granata del nome de tanta felice regina temea; et quanto siano le sue beleze, li suoi ornamenti et glorie de’costumi, et de le regie magnificentie et magnanimità in perdonare; et pompe, più presto celeste che humane. Et de molte altre altissime donne et grande regine, le quale hora non recordamo, che de tutte le loro virtute et bontate, sì come hano incominciato farse celebre de preclara fama, et cusì perseverando, lassarano a li futuri scriptori celebrarle, per loro comune gloria; perchè, quelle vivendo, [p. 405 modifica]a mi non è piaciuto, per prudente consiglio, le loro virtute amplamente narrare; sì perchè non fusse io iudicato adulatore, peccato nephandissimo, et sì perchè non se può, se non al termine de la vita, chiamare l’huomo beato. Come corroborare questo saprei, per havere veduto a li mei giorni alcuni homini et donne in grande virtute de honesta vita vissi, et già celebrati in carthe, et poi in quello beato stato non se sono conservati, per obtemperare a la humana fragilità di lasivi apetiti, per il che hano inquinati de sterco la sua bona fama.

Se a questo argomento o opera mia, te fusse risposto, che io molto difusamente ho celebrato quella pudica donna che ancora vive, responderai, che io debbo essere tollerato, se in tante mie lucubratione ho voluto refrigerare la mia mente de le felice condictione, a mi familiare et care, de tanta honesta donna, senza [p. 406 modifica]il suo degno nome expressamente narrare. Basti, che sinceramente ho scripto, et che lei me intenda; che per gratia di benigni cieli non li mancarà mai debita laude.

Excusato dunque che me haverai, non respondere più, perchè tempo fia felicemente reposarti a l’ombra del nostro Gynevero. Come fece el valoroso et divo propheto Elya, de la religione carmelita fondatore, che per lassitudine del longo camino, fugiendo el furore de Iezebel, regina de Iudea, che dolce et saporoso somno prese a l’ombra de uno bello Gynevero, et poi fu da Dio cibato et consolato. Così sarai tu senza dubio consolata, doppo el preso riposso, essendo posta infra li altri Gyneveri thesori de la excelsa donna: da la quale spesso ad tuo conforto sarai cum dolci baci et abraciamenti degustata. Che ’l summo et omnipotente Dio nel suo pecto felice te conservi.


Mille cccclxxxiii.