Grammatica italiana dell'uso moderno/Parte II/Capitolo III. Il nome.
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CAPITOLO III
Il nome.
§ 1. Nome, in senso generale, è quella parola che significa una cosa come esistente o da per sè, o in un’altra cosa. Quindi si distingue in nome sostantivo, e nome aggettivo.
Il nome può variare secondo il genere e secondo il numero. Il genere può essere maschile, femminile, e comune. Il numero può essere singolare e plurale.
§ 2. La distinzione di genere è tolta dai due sessi dell’animale, e poi, per similitudine, attribuita anche alle cose inanimate. Dicesi di genere comune quel nome a cui nell’uso viene attribuito ora un genere, or l’altro. La distinzione in singolare e plurale è tolta dal concetto dell’uno e dei più, poichè ogni cosa ci si può presentare in due modi; o come sola della sua specie, o come unita ad altre della specie medesima.
Il nome sostantivo è quasi sempre accompagnato dagli articoli che, anche di per sè soli, fanno conoscere il genere e il numero del nome stesso. Il nome aggettivo si accorda nel genere e nel numero col sostantivo a cui si riferisce, e, quando manca di un sostantivo espresso o sottinteso, si unisce coll’articolo maschile, e diventa sostantivo esso medesimo, come vedremo.
§ 3. Il nome sostantivo, o semplicemente nome, è quella parola che indica una sostanza reale, o una qualità modo di essere concepito come sostanza. Si divide pertanto in concreto e astratto. Sono nomi concreti, uòmo, cavállo, cása, líbro; astratti, tèmpo, stagióne, calóre, bellézza, virtù, azióne.
Al nome concreto si riferiscono i nomi collettivi e i nomi proprii. Si dicono collettivi quei nomi che riuniscono insieme più sostanze simili, come se queste ne formassero una sola. P. es. pòpolo, che riunisce in un solo concetto più uomini; esèrcito che riunisce più soldati; collègio che riunisce più studiosi. Si dicono proprii que’ nomi che distinguono una persona o cosa individuale. P. es. Piètro, Margheríta; Itália, Róma; Pò, Ròdano. I nomi proprii hanno sempre l’iniziale maiuscola e, per regola generale, non abbisognano dell’articolo. Tutti i nomi non proprii si dicono anche appellativi, o comuni.
§ 4. I nomi della lingua italiana si dividono in cinque classi o declinazioni, secondo la loro flessione che può variare dal singolare al plurale:
I. | sing. in a, plur. in e |
II. | sing. in a, plur. in i |
III. | sing. in o, plur. in i |
IV. | sing. in e od i, plur. in i |
V. | sing. e plur. in à, è, ì, ò, ù coll’accento. |
La prima, terza e quarta declinazione sono comuni anche ai nomi aggettivi, come vedremo.