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82 parte seconda — cap. iii — il nome

uòmo, cavállo, cása, líbro; astratti, tèmpo, stagióne, calóre, bellézza, virtù, azióne.

Al nome concreto si riferiscono i nomi collettivi e i nomi proprii. Si dicono collettivi quei nomi che riuniscono insieme più sostanze simili, come se queste ne formassero una sola. P. es. pòpolo, che riunisce in un solo concetto più uomini; esèrcito che riunisce più soldati; collègio che riunisce più studiosi. Si dicono proprii que’ nomi che distinguono una persona o cosa individuale. P. es. Piètro, Margheríta; Itália, Róma; , Ròdano. I nomi proprii hanno sempre l’iniziale maiuscola e, per regola generale, non abbisognano dell’articolo. Tutti i nomi non proprii si dicono anche appellativi, o comuni.


§ 4. I nomi della lingua italiana si dividono in cinque classi o declinazioni, secondo la loro flessione che può variare dal singolare al plurale:

I. sing. in a, plur. in e
II. sing. in a, plur. in i
III. sing. in o, plur. in i
IV. sing. in e od i, plur. in i
V. sing. e plur. in à, è, ì, ò, ù coll’accento.

La prima, terza e quarta declinazione sono comuni anche ai nomi aggettivi, come vedremo.