Gli sposi promessi/Appendici/A
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A1
Ogni epoca letteraria ha2 un carattere generale suo proprio, una maniera, per dir così, che si fa scorgere a prima vista negli scrittori dozzinali, e3 dalla quale i più distinti e originali non vanno mai esenti del tutto. In Italia poi, spesso e forse ad ogni epoca, oltre la maniera generale4 v’ebbe in ciascuno Stato e principalmente in ciascuna città capitale una maniera particolare per dir così una sotto-maniera che era una modificazione di quella: ne riteneva alcuni caratteri e ne aveva altri suoi proprii. Erano come tante varietà d’una specie. Di tutte queste differenze si ponno trovare5 ad ogni caso6 molte cagioni nelle varie circostanze dei diversi stati: una cagione comune7 è l’essere in ciascuno di essi adoperato nei discorsi un dialetto particolare anche tra le persone cólte. Ogni lingua, ogni dialetto oltre i segni d’idee per così dire semplici e che hanno segni sinonimi in ogni altra lingua, ha8 segni particolari, e ancor più frasi che9 esprimono un o accennano un giudizio10 o pongono la questione in un modo particolare. La moltitudine di questi11 vocaboli e di queste frasi particolari dà ad ogni dialetto un carattere, un colore suo proprio, e v’introduce una specie di criterio12 individuale.13
Quando l'uomo che parla14 abitualmente un dialetto si p0ne a scrivere in una lingua, il dialetto di cui egli s’è servito nelle occasioni più attive della vita, per l’espressione più immediata e spontanea dei suoi sentimenti,15 gli si affaccia da tutte le parti,16 s’attacca alle sue idee, se ne impadronisce, anzi talvolta17 gli somministra le idee in una formola; gli cola dalla penna e se egli non ha fatto uno studio particolare della lingua, sarà il fondo del suo scritto.
18Di questo colore municipale si è fatto in varii tempi rimprovero a molti scrittori: che19 deturpasse gli scritti non v’ha dubbio; quanto agli scrittori20 prima di rimproverarli così acremente si sarebbe dovuto pensare che non è cosa tanto facile21 prescindere22 da quelle formole alle quali sono tenute per abito tutte le memorie, tutti i sentimenti, tutta la vita intellettuale. Non è cosa facile certamente; e non è pur certo23 se questo sia un mezzo di far buoni libri.
Questa irruzione inevitabile24 di ciascun dialetto negli scritti generalmente parlando, ha quindi contribuito grandemente a dare agli scritti d’ogni parte d’Italia un carattere speciale: carattere25 così distinto26 che un uomo il quale abbia un po' frugato nelle opere buone e triste dei varii tempi della letteratura italiana, potrà27 dal solo stile d’un’28opera argomentar quasi sempre non solo,29 il secolo ma la patria dello scrittore, e apporsi. Lo stile
lombardo per esempio ha30 un carattere suo proprio riconoscibile in tutti i tempi,31 e quasi in tutti gli scrittori. Due classi ne ritengono meno degli altri: quegli che hanno fatto uno studio particolare della lingua toscana; e quegli altri che trattando materie generali, discusse dai primi scrittori di Europa si sono serviti d uno stile per dir così europeo etc. etc.32
Nella seconda metà del secolo decimo settimo, quando33 scriveva il nostro autore, dominava in tutta la letteratura italiana quella maniera che34 ha conservata una turpe celebrità35 sotto il nome di secentismo;36 e il cui carattere più generale, era, se non m’inganno,37 ricerca continua del maraviglioso.38 In Lombardia, dove pochissime idee erano diffuse e ventilate, dove nessun libro veramente importante era uscito fin allora,39 dove40 la lingua toscana si studiava pochissimo e da pochissimi, e da nessuno per così dire le lingue straniere, le quali del resto non avendo ancora opere ben pensate non potevano comunicare idee in Lombardia41 dove alcuni pochi studii erano coltivati in un modo pedantesco, e molti studii trascurati anzi sconosciuti, il linguaggio comune doveva esser rozzo, incolto, inesatto, arbitrario, casuale; e lo era infatti al massimo grado.42
Sur un tal fondo si ricamava poi di quelle arguzie, si appiccava quella ricercatezza che era la tendenza generale di tutta la letteratura italiana; e ne usciva quel43 complesso di goffaggine, prosuntuosa, d’ignoranza44 affermativa, quella continuità d’idee storte espresse in solecismi lo scrivere45 insomma di cui46 si è dato un saggio.47
E il nostro autore non era uno dei peggiori del suo tempo: era anzi alquanto al di sopra della proporzione media: ma in verità s’io avessi avuta la paziènza di trascrivere la sua storia voi non avreste quella di leggerla.
La storia però48 ci parve interessante,49 e ci sapeva male50 ch’ella dovesse rimanersi sempre sconosciuta,51 ci siamo quindi risoluti di rifarla interamente, non pigliando dall’autore che i nudi fatti.
Ma, rigettando, come intollerabile, Io stile del nostro autore che stile vi abbiamo noi sostituito? Qui giace la lepre.
Che giova dissimulare? Confessiamo sinceramente che anche noi abbiamo adoperata qua e là, non solo nei dialoghi, ma anche nella narrazione qualche parola, qualche frase assolutamente lombarda.52 E questa53 libertà l’abbiamo presa, perché quelle frasi, quantunque usitate soltanto in questa parte d’Italia, si fanno intendere a prima giunta ad ogni lettore italiano. Se noi avessimo conosciute frasi dello stesso valore, le quali fossero non solo intelligibili, ma adoperate negli scritti e nei discorsi per tutta Italia, certamente le avremmo preferite a quelle nostre, sagrificando...
Note
- ↑ In fogli a parte con la prima stesura: (cancellato III, o II bis, e III), legati a un punto dell’ Introduzione, che comincia alla nostra pag. 4.
- ↑ una
- ↑ la
- ↑ [v’ebbe] dominò
- ↑ le molte cagioni
- ↑ le
- ↑ è la [differenza] varietà dei dialetti usati in quelli dall’origine della lingua [fino ad ora] fin ora e tuttavia
- ↑ frasi
- ↑ rap
- ↑ o una posizione di questione
- ↑ segni
- ↑ comune in tutti i discorsi
- ↑ Se l’uomo che nelle occasioni più attive [ha parlato un] della vita per le espressioni più immediate e spontanee dei suoi sentimenti ha parlato sempre un dialetto; quando poi si mette a scrivere in una lingua che non conosce che dagli scritti [quel dialetto] Questo dialetto [che l’uomo ha parlato nell] di cui l’uomo si è servito
- ↑ un dialetto
- ↑ è immedesimato con le sue idee, informa la sua mente etc. | Quando egli si è | e se egli non fa un grande sforzo, se non ha uno studio particolare |s’ introduce negli scritti] gli cola dalla penna quando egli si mette a scrivere
- ↑ s’impadronisce delle sue idee
- ↑ esso stesso è l’idea
- ↑ Questa irruzione dei varii dialetti nelle opere che | Tale è il caso | La lingua toscana [parlata} che si è parlata e si parla in una sola parte d’Italia | Del che spesso si è fatto rimprovero e vergogna
- ↑ gli scritto
- ↑ prima ci vuole
- ↑ [dimenticare] qua dimenti
- ↑ da tutte le memorie, da tutti i sentimenti da
- ↑ [ch’ella sia co] che
- ↑ della lingua parlata
- ↑ tale
- ↑ che un uomo esercitato nella lettura delle opere buone e triste che in varii
- ↑ quasi sen
- ↑ scrittore indovinar
- ↑ quando, ma in che secolo, ma in che parte d’Italia
- ↑ una fisonomia
- ↑ Ma [e diff] e diffuso in tutte
- ↑ [Ma nell’e-poca in cui scriveva il nòstro autore, non v’era in Lombaria, ch'io | a nostra notizia, scrittore né dell’una né dell’altra classe, | né l’una né l’altra | Ma né l’una né l’altra di queste classi non esisteva ai tempi | in Lombardia, ai tempi] Ma nell’epoca del nostro autore non v’era in Lombardia, a nostra notizia scrittore dell’una né dell’altra classe — Così in colonna, e a margine: Quando scrisse il nostro autore cioè nella 2a metà del secolo 17, non v’aveva in Lombardia scrittori
- ↑ scrisse
- ↑ quel carattere ancor infame che ha anche quella maniera che dominava in tutta etc.
- ↑ infame
- ↑ [ed era se non m’inganno uno sforzo | e il cui carattere principale | più generale era se non m’inganno] e che consisteva principalmente in uno sforzo per trovare il meraviglioso, ebbe [secondo] nei diversi paesi d’Italia diverse modificazioni, e tendenze principali: dove etc.
- ↑ una ricerca, una | sforzo
- ↑ Questa maniera modificata nei varii paesi d’Italia] Questo carattere nella letteratura dei varii paesi pigliò varie modificazioni e varie uscite: dove fu principalmente una affettazione di sagacità raffinata, dove [un impeto d’e] una esagerazione impetuosa d’idee di sentimenti e d’immagini: dove | In Lombardia
- ↑ in
- ↑ pochissimo si studiava
- ↑ dove gli studii d’ogni genere erano o [trattati] coltivati
- ↑ Ora quella tendenza generale di arguzie di ricercatezze, diffusa anche qui vi prese ❘ si | in questo paese
- ↑ misto di
- ↑ affermatrice
- ↑ lo stile
- ↑ abbiam
- ↑ Abbiamo fatte tutte queste osservazioni affinché [da quel saggio] alcuno che non avesse molta pratica degli scrittori di quel tempo, [da q | credesse] prendesse da quel saggio opinione che il nostro autore fosse un
- ↑ mi
- ↑ e non avremmo saputo risolverci
- ↑ di vederla così
- ↑ abbiamo perciò [stimato] pregiato dell'op
- ↑ E quest
- ↑ sicurtà