Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri/Libro I/X

Libro I - Cap. X

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CAPITOLO DECIMO.

Della Religione, governo, costumi, abiti, frutta,

ed aria di Egitto.


P
Rima di porre il piede fuori di Egitto, egli non sarà fuor di proposito, anzi di utilità grandissima, e diletto insieme a chi legge, se dopo le particolari notizie, io dia un saggio generale dello stato presente di quel Reame, che tante mutazioni ha patito; prima sotto il giogo de’ Faraoni, e poi di mano in mano de’ Tolomei, Romani, Agareni dell’Arabia felice, e Turchi, che di presente lo posseggono. Atl. p. 3. in Aegyp. descript. I.Chiamano i Cristiani del paese, l’Egitto Massr, i Turchi Missir, e’ Giudei Eretzmisraim. I suoi termini sono da Settentrione il Mar mediterraneo; da Oriente l’Arabia, e’l Mar rosso; da Mezzo dì gli Abissini, e la Nubia; da Occidente i Deserti, e’l Regno di Barca. [p. 180 modifica]Lo dividono comunemente in tre parti Marmot. de l’Afrique t. I. liv. I. ch. 36., cioè Bahri, o basso Egitto; Vostani, o Egitto del mezzo; e Said, o alto Egitto. Comprende il basso tutto lo spazio fra’l Mare, e’l Cairo Vansleb. p. 7 Maillet descrip de l’Univers tom. II ch. 58.; ciò che gli antichi chiamarono Delta, perche il braccio del Nilo, e’l Mare, che termina questa parte, fanno un triangolo, che val lo stesso, che la lettera greca Delta: e di questo basso Egitto la Città principale è Alessandria. L’Egitto di mezzo ha per confini il villaggio di Giza, e Momfalot, e la sua principale Città è il Cairo. L’alto, chiamato altrimente Tebaide, ha per sua Città metropoli Asna, Isne, per l’addietro Syene, fabbricata alla riva del Nilo.

P. Vansleb voyage d’Egypt. p. 41.L’Egitto è abitato da’ Copti, Mori, Arabi, Turchi, Greci, Giudei, ed altre nazioni. La Religione più esercitata è la Maomettana, della quale parlerò nella descrizion dell’Imperio Ottomano. I Copti (nomati così da Copt figlio di Missrain Re d’Egitto) furono anticamente Idolatri; siccome tutti gli altri Egizj, di mostruose Deità solleciti adoratori, non che d’Iside, e di Serapide; ma dopo la venuta di Nostro Signore, furono i primi dell’Africa a convertirsi alla Fede Cristiana, per la predicazione di S. [p. 181 modifica]Marco Evangelista, e loro Apostolo. Si mantennero Cattolici sin’al tempo di Dioscoro lor Patriarca, che cadde nell’errore, nel quale eglino continuano sino al dì d’oggi. Ne’ passati secoli erano di numero molto considerabile, pagando tributo per seicento mila; oggi non giungono a 15. m. anime. Una delle principali cause della loro diminuzione è stata la fermezza nella Religione Cristiana, che concitò talmente il rigore de’ Governadori pagani, sotto l’Imperio Romano, che ne trucidarono più migliaia per volta; oggidì è la nazione più oppressa da’ Turchi. Il governo di Egitto è sottoposto alle medesime leggi dell’Ottomano, ed è amministrato da un Bassà, che vi manda la Porta.

Circa gli abitanti, siccome gli antichi ebbero fama d’ingegnosi, costumati, e civili, attribuendosi loro da alcuni l’invenzione della Geometria, Aritmetica, Astrologia, e Medicina; così i moderni sono barbari, incivili, fieri, pigri, bugiardi, traditori, eccellentissimi ladri, ed avari in estremo, sicchè per un carlino venderiano un fratello: ma sopra tutto abborriscono il nome Cristiano, ed hanno comunicato la medesima avversione [p. 182 modifica]alle loro bestie; poiche sino a’ cani corrono addosso a’ Franchi, conoscendogli alle vesti. Gli abiti degli Arabi nobili s’uniformano quasi a quelli de’ Turchi; ma le persone di basso conto hanno su la camicia un sacco, o un cabano, come eglino dicono, per loro pompa, ravvolgendosi intorno al capo un cattivo pezzo di tela, o di seta in vece di turbante. Le donne cuoprono il viso con una maschera di tela, o di seta; e’l corpo con un lungo panno sopra le altre vesti: le nobili portano a’ piedi pianelle di legno molto alte; di maniera tale, che a’ nostri sembrano fantasime. Sono elleno per altro di picciola statura, e brune; e la loro maggior bellezza, giusta il genio de’ naturali, è l’avere un’occhio vivo.

La stagione anticipa la nostra tre mesi, mangiandosi l’uve, e’ fichi nel cominciamento di Giugno. Tutte le frutta di Europa ivi sono in maggior perfezione, per la bontà del terreno, spezialmente le pere, le melagrane, i pomi, ed altri; per tacer de’ dattili, che sono particolari dell’Africa. Di uccelli tiene quasi tutte le spezie de’ nostri Europei, e molti proprj. Vi si mangiano beccafichi delicatissimi; e le tortore vi sono in sì gran [p. 183 modifica]copia, e tanto domestiche, che per dentro le strade, e case si veggono camminar mansuete, come colombe: le pernici però sono un poco picciole, e dure.

L’aria del paese è dannevole per la salute, a causa del gran caldo; ond’è, che non si può viaggiare in tutti i tempi dell’anno, parte per l’inondazione del Nilo, e parte per l’ardore del Sole.