Giambi ed epodi/Libro I/Meminisse horret

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Libro I - Agli amici della valle Tiberina Libro I - Per Eduardo Corazzini
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II.

MEMINISSE HORRET


Sbarrate la soglia, chiudete ogni varco,
Gittatemi intorno densissimo un vel!
D’orribile sogno mi preme l’incarco:
4Ho visto di giallo rifulgere il ciel.

Un lezzo nefando d’avello e di fogna
Uscía dal palagio che a fronte ci sta:
Le vecchie campane sonavano a gogna
8Di Piero Capponi per l’ampia città,

E giú da’ bei colli che a’ dí del cimento
Tonavan la morte su ’l fulvo stranier
Un suon di letane scendea lento lento
12E pallide torme dicean — Miserer — .

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Con giunte le mani prostrato il Ferruccio
Al reo Maramaldo chiedeva mercé,
E Gian de la Bella levato il cappuccio
16Mostrava lo schiaffo che Berto gli diè.1

E Dante Alighieri vestito da zanni
Laggiú in Santa Croce facea ’l ciceron,
Diceva — Signori, badatevi a’ panni,
20Entrate, signori: voi siete i padron.

Che importa se l’onta piú, meno, ci frutti?
Io sono poeta, né so mercantar.
Il ghetto d’Italia dischiuso è per tutti.
24Al popol d’Italia chi un calcio vuol dar? —

E dietro una tomba vid’io Machiavello
De gli occhi ammiccare con un che passò
E dir sotto voce — Crin morbido e bello,
28Sen largo ha mia madre; né dice mai no.

Son fòri fulgenti di dorie colonne
I talami aperti di sue voluttà:
Su ’l gran Campidoglio si scigne le gonne
32E nuda su l’urna di Scipio si dà — .


Firenze, nei primi giorni di nov. del 1867.



Note

  1. [p. 527 modifica]Non fu veramente uno schiaffo; ma qualcosa di meno e di peggio. Ecco il racconto dell’Ammirato (Istor. fior. IV in princ.): “Giano della Bella venuto a contesa dentro la chiesa di san Pietro Scheraggio con Berto Frescobaldi cavaliere dei grandi, per certe ragioni che Berto volse [p. 528 modifica]a Giano occupar per forza, montò il Frescobaldi in tanto orgoglio contro quel della Bella, che, postagli la mano sul naso, disse ad alta voce che gliel taglierebbe, se avesse avuto cotanto ardimento di cozzar seco„.