Già fa sul carro dell'eterno ardore

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Già fa sul carro dell’eterno ardore Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Qual fiume altier, che dall'aeree vene Gonfiansi trombe, ed a provarsi in guerra
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XIII

AL SIG. TOMMASO STRINATI

Colui viver tranquillamente, il quale non si
travaglia dell’avvenire.

Già fa sul carro dell’eterno ardore
     Inverso noi l’eterno Sol ritorno,
     E per sua face rallungando l’ore,
     Fora ragion, che sfavillasse il giorno.
5Lasso, e pur tuttavia fuor l’antico uso,
     Cela il vago seren dell’aurea faccia,
     E dentro orride nubi il Sol rinchiuso
     Fieri oltraggi di verno altrui minaccia.
Tolgono omai da’ cari balli il piede
     10Meste le Ninfe, di fioretti amiche,
     E cosparsa di duol Cerere vede
     Guasto l’onor delle bramate spiche.
Quinci tragge sospir, quinci querele,
     Cinto di figli, il villanel dal petto;
     15Ma d’altra parte l’usurier crudele
     Di quel misero duol tragge diletto.
Tu sotto logge, e tra begli orti intanto
     Schiera d’amici, o buon Strinati, attendi,
     E rivolto ad udir nobile canto,
     20Dell’avversa stagion cura non prendi.

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Felice l’Uom, che giù nel cor non chiude
     Voce, ch’irata i suoi desir condanni:
     Ma forte amico all’immortal virtude,
     Qual morso di leon, fugge gli affanni.
25Quei sulla terra è fortunato appieno,
     Che d’ora in or può dir: Vissi giocondo;
     Diman con la bell’Alba esca sereno
     Dall’onde il Sole, o nubiloso al mondo.