Geografia (Strabone) - Volume 3/Libro VII/Supplemento al libro settimo

Supplemento al libro settimo

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Strabone - Geografia - Volume 3 (I secolo)
Traduzione dal greco di Francesco Ambrosoli (1832)
Supplemento al libro settimo
Libro VII - Capitolo VII Libro VIII

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SUPPLEMENTO AL LIBRO SETTIMO


estratto


DALL’ABBREVIATORE DI STRABONE.


«Questa è l’origine del proverbio: in Dodona il vaso di rame. Era nel tempio un vaso di rame, e sovr’esso nna statna con uno stallile di rame; voto de’ Corciresi. Lo staffile era triplice, fatto di sottili catene, e ne pendevano dei tali, che battendo continuamente il vaso di rame quando erano agitati dai venti, destavano un suono si lungo cb~ dal principio alla fine poteva contarsi fino a quattrocento. Di qui poi s’introdusse il proverbio i Lo staffile de’ Corciresi1».

«Corcira fiorì anticamente, e possedette grandissima forza navale; ma poi venne meno per colpa di alcune guerre e di alcuni tiranni. Ni perchè poi da’ [p. 244 modifica]Romani le fosse ridata la libertà, venne in fama; anzi per ischerno invalse il proverbio: Corcira è libcra; caca dovunque vuoi».

«La Macedonia è limitata al ponente dalla spiaggia del mare Adriatico, al levante dalla linea meridiana che attraversando le foci del fiume Ebro e la città di Cipselo va parallela alla spiaggia predetta: al settentrione da una linea retta che può immaginarsi attraverso i monti Bertisco, Scardo, Orbelo, Rodope ed Emo; perciocchè questi monti cominciando dall’Adriatico si stendono in linea retta fin all’Eussino e fanno verso mezzogiorno una grande penisola, la quale comprende tutte insieme la Tracia, la Macedonia, l’Epiro e l’Acaja: al mezzogiorno dalla Via Ignazia che va dalla città di Dirrachio verso il levante fino a Tessalonica. E questa figura della Macedonia è somigliantissima ad un parallelogrammo».

«Il fiume Peneo comincia dal monte Pindo, attraversa la valle di Tempe, la Tessaglia, i Lapiti, i Perrebii, riceve in sè il fiume Eurota a cui Omero dà il nome di Titaresio, e così circoscrive la Macedonia al settentrione, e la Tessaglia al mezzogiorno. Le fonti poi dell’Eurota sono nel monte Titario, il quale è contiguo all’Olimpo. Ed è l’Olimpo un monte della Macedonia: l’Ossa ed il Pelio sono della Tessaglia».

«Alle radici dell’Olimpo, lungo il fiume Peneo, è Gurtona città della Perrebia, e poi Magnete, nella quale regnarono già Piritoo ed Issione. Gurtona poi è distante cento stadii dalla città di Crannona; ed affermano che quando Omero dice: Costoro vennero della [p. 245 modifica]Tracia a combattere gli Efirii e i superbi Flegii, si devono intendere Efirii quei di Crannona, e Flegii quei di Gurtona».

«La città detta Dio non è situata sulla spiaggia del golfo Termeo alle radici dell’Olimpo, mi sibbene a circa sette stadii: e questa città ha vicino a sè un borgo detto Pimplea in cui visse Orfeo».

«Anticamente i profeti diedero opera anche alla musica».

«Dopo Dio trovasi il fiume Aliacmone che sbocca nel golfo Termeo e cominciando da questo fiume, la spiaggia del golfo che guarda al settentrione chiamasi Pieria sino al fiume Assio: lungo la quale spiaggia poi è situala Pidna detta ora Citrona. Appresso vengono le città di Metona e di Aloro; poi i fiumi Erigone e Ludia. Risalendo quest’ultimo fiume si naviga a Pella per lo spazio di centoventi stadii. Metone poi è distante da Pidna quaranta stadii, e settanta da Aloro. Pidna pertauto è una città della Pieria, ed Aloro della Bottiea. Nella pianura che sta dinanzi a Pidna, i Romani, avendo sconfitto Perseo, distrussero il regno de’ Macedoni; in quella che sta dinanzi a Metona accadde a Filippo di Aminta di perdere l’occhio destro per una treccia lanciata da una catapulta durante l’assedio di quella terra».

«La città di Pella, piccola da principio, fu ingrandita da Filippo, quivi allevato. Ha nelle sue vicinanze un lago da cui esce il fiume Ludia; e questo lago è empiuto da un ramo dell’Assio, la cui principale corrente attraversa il paese de1 Bottiei e l’Amfassitide, poi [p. 246 modifica]dopo avere accolto in sè l’Erigone sbocca tra Galastra e Terme. Sta sul fiume Assio un luogo che Omero chiama Amidone, e dice che di quivi andarono a Troia come ausiliarii i Peoni e gli spediva

La rimota Amidone e l’Assio.

Ma perchè poi l’Assio è torbido, e per lo contrario una sorgente d’acqua ch’esce d’Amidone e meschiasi con questo fiome è limpidissima, perciò stimano che il verso seguente:

. . . . . . l’Assio di cui
Non si sparge ne’ campi onda più bella,

debba molarsi per modo da leggere invece: l’Assio sopra il quale va a spandersi l’acqua limpidissima dell’Ea. Sicchè poi non sia la bella corrente dell’Assio che si diffonde sul suolo; ma bensì l’acqua dell’Ea che si frammischia con quelle dell’Assio.

 «Dopo il fiume Assio avvi Tessalonica, città che da prima fu chiamata Terme. La fondò Cassandro che la chiamò così dal nome della propria moglie, la quale era figliuola di Filippo d’Aminta; e vi trasferì gli abitanti delle piccole città di que’ dintorni, come a dire Calastra, Eneia, Cisso ed alcune altre. E potrebbe congetturarsi che fosse nativo di questa Cisso quell’Aufidamante menzionato da Omero, cui (dice) Cisseo suo padre allevò nella Tracia detta oggidì Macedonia».

 «La città di Berea giace alle radici del monte Berillio».

 «La penisola Pallene (sul cui istmo è situala [p. 247 modifica] Cassandria che prima chiamavasi Potidea) fu da principio denominata Flegra. L’abitarono i favolosi giganti, schiatta empia ed eslege dispersa poi da Ercole. Le città di questa penisola sono Afiti, Mende, Scione e Sane».

«Meciberna nel golfo Toroneo è la stazione navale di Olinto».

«Vicino ad Olinto avvi un territorio avvallato detto Cantaroletro; perchè gli scarafaggi (canthari) muoiono tosto che v’entrano».

«Rimpetto a Canastro, promontorio di Pallene, sta il promontorio Derride vicino al Lago Cofo2; e il golfo Toroneo è circoscritto da questi promontorii. E verso il levante sta il promontorio d’Atos che limita il golfo Singitico. Appresso poi vengono i seguenti seni del mar Egeo volti al settentrione ed a qualche distanza l’uno dall’altro: il Maliaco, il Pagasetico, il Termeo, il Toroneo, il Singitico, lo Strimonico: e il promontorio Posidio fra il seno Maliaco e il Pagasetico; poi verso borea il Sepia; poi quel di Canastro nel territorio di Pallene; poi quello di Derride; poi trovasi il Ninfeo nell’Atos presso al seno Singitico; quindi il promoutorio Acrato vicino al seno Strimonico, e fra questi due è l’Atos con Lemno al levante, e Neapoli che limita il golfo Strimonico dalla parte del settentrione.»

«Acanto è una città marittima del golfo Singitico vicina al canale fatto scavare da Serse. L’Atos poi ha cinque città, Dio, Cleona, Tisso, Olofisso ed [p. 248 modifica]Acrotoa, la quale è posta proprio sol vtrtice di quel monte. Ed è l’Atos un monte che rende immagine d’una mammella, acutissimo, altissimo; sicchè gli abitanti della cima vedono il sole alzarsi tre ore prima di quelli che stanno lungo la spiaggia. Navigando poi intorno alla penisola dalla città di Acanto fino a Stagira, patria di Aristotele, v’ha quattrocento stadii. In questa città trovasi un porto detto Capro, e un’isoletta dello stesso nome. Poi vengono le foci dello Strimone; poi le città di Fagre, Galepso e Apollonia; quindi la foce del Nesto che serve di confine alla Macedonia e alla Tracia, secondochè Filippo e Alessandro suo figlio le hanno limitate al loro tempo. Intorno poi al golfo Strimonico vi sono anche altre città, come a dire Mircino, Argilo, Drabesco e Dato. Questa ha un ottimo territorio e fertilissimo, e arsenali e miniere; d’onde nacque il proverbio: Un Dato di beni3, ossia Un gomitolo di beni».

«Moltissime miniere d’oro si trovano alle Crenidi, dove ora è fondata la città di Filippi presso al monte Pangeo. Ed anche questo monte Pangeo ha miniere d’oro e d’argento, e così pure il paese al di là e al di qua del fiume Strimone sino alla Peonia. Anzi dicono che anche coloro i quali coltivano il territorio Peonio trovano alcuni pezzi d’oro».

«Il fiume Strimone comincia dagli Agriani che stanno d’intorno al monte Rodope».

«Quell’Asteropeo figliuolo di Pelegone ch’è [p. 249 modifica]menzionato da Omero4 raccontasi che fosse nativo della Peonia nella Macedonia: perciocchè i Peoni chiamaronsi Pelagonii».

«La città di Filippi anticamente si chiamò Crenide ».

«I Singii, schiatta di Traci, abitarono l’isola di Lemno; d’onde Omero chiama Singii gli abitanti dell’isola stessa, in quel verso: Ivi i Sinzii, ecc.5».

«Dopo il fiumi Nesto verso le parti d’Oriente è la città di Abdera, detta così da un certo Abdero che fu divorato dai cavalli di Diomede; ed ivi presso è Dicea, al di sopra della quale sta un gran lago detto Bistonide; poi la città di Maronea».

«Quel fiume della Tracia che ora chiamasi Rigina diceviasi una volta Ergino».

» Iasione e Dardano fratelli abitarono la Samotracia: ma essendo poi fulminato Iasione pel delitto commesso contro Cerere, Dardano esulando dalla Samotracia venne ad abitare alla radice dell'Ida una città ch’egli chiamò Dardania; e insegnò ai Troiani i misterj di Samotracia. Quest’ultima città da prima chiamavasi Samo».

«Il Chersoneso di Tracia forma tre mari, cioè la Propontide al settentrione, l’Ellesponto al levante, e al mezzogiorno il golfo Melas (Mero), nel quale mette foce un fiume che porta lo stessso nome del golfo». [p. 250 modifica]«Nell’istmo di questa nettisela stanno tre città, e sono Cardia verso il golfo Melas, Pactua verso la Propontide, e Lisimachia nelle parti interiori. La lunghezza poi dell’istmo è di quaranta stadii».

«Il nome della città di Eleo è mascolino, e così forse anco quello di Trapezunte».

Note

  1. Questo proverbio applicavasi ai ciarloni.
  2. Cioè: Lago Sordo.
  3. Cioè: Grande abbondanza di beni.
  4. Il., lib. xxi, v. 240.
  5. È il verso 503 del Lib. 1, dove Vulcano racconta com’esso, caduto dal cielo in Samo, fosse raccolto dai Sinzii.