Gelso
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XCVII
GELSO
Mi ricordo d’un gelso (e il veggio ancora
rimpetto a’ lari miei), nelle cui fronde
si risvegliava, a salutar l’aurora,
uno stormo di passere gioconde.
Quel gelso è la mia mente, in cui s’asconde
lo stuol delle memorie; e, quando infiora
l’alba d’un raggio gli alberi e le gronde,
quelle arcane dormenti escono fuora.
E van cantando a la rugiada e al sole :
ma non tutte, non tutte han gaio il trillo ;
anzi qualcuna senza fin si dole.
E canta si, ma desolato è il canto:
ond’ io dentro di me la risigillo,
e le fan l’altre intorno un lungo pianto.