Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 21

N. 21 - 26 maggio 1844

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GAZZETTA MUSICALE!

anno in.-N. 21. DI MILANO DOMENICA 26 Maggio 1844 Si pubblica ogni domenica. — Nsl corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quel Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. ÎOOO pezzi di musica, dal quale possono far scelta ili altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che sì paga I associazione annua; la metà, per la associazione semestrale, Leggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno fi, 4 843. • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • putir ainsi dire, parlantes, esprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. fìoussst^v. Il prezzo deH associazionc alla Gazzetta e alla.Musica è di ciïciiive Austriache L. i - per semestre, cd eneltivc Austriache 14 affrancala di porto tino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per F associazione annuale. — La spedizione, dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio bicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso I Ltlicio della Gazzetta in casa /tiroidi. coni rada degli Omenoni N.° 172D; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli lillìci postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. I. Critica melodramma!ica. I. Roberto il Diavolo di Meyerbeer al Teatro (’.arcano. - 2. Emani di Verdi al Teatro S. Benedetto in Venezia. - il. Come si deforma la musica dalle Orchestre. - 111. Carteggio. Parigi. - IV. Notizie musicali diverse. - V. Cose diverse. - VI. Nuove puiiiilic.vziom musicali. CRITICA MSL0DRÀK1Ü.TICA i. IIOBEIITO Ili BIAVOLO, Opera in cinque alti di Scribe c <£. Delavi$ne, con musica di ÌTIeyerbeer, eseguila al teatro Corcano dalle signore Cu zza ni e JVIathey, e dai signori Bella Cella, Soldi, Euzet {la sera del 21 corrente). a rappresentazione di questa oVC partizione colossale di Meyerjfò^Jljeer al teatro Cercano conduce frù -Jba delle osservazioni un po singolari e dolorose. - Non era egli dunque possibile, che. dopo tredici anni di vita trionfali» che ornai conta quest Opera, il nostro Fcatro della Scala le schiudesse una volta le sue porte, le apprestasse i suoi grandi mezzi, la vestisse di tutta quella pompa che a un tanto lavoro conviensi? - Quali garanzie maggiori attendeva l’impresa del suddetto Gran Teatro per giugnere a persuadersi che questa musica di Meyerbeer è buona e bella, che questa musica può far effetto, che anzi eseguita appena appena convenientemente deve produrlo? E se non ci affidavamo agli entusiasmi di Parigi, di Londra, di Vienna, non eravamo in dovere almeno di prestar lede ai non dubbj successi del Roberto iu Firenze, in Venezia, in Padova, in Frieste, in Cremona? Teatri codesti, i quali certamente iiiin pretendono a gareggiare nè in vastità, né in ricchezza di mezzi con quello della Scala. - Ma forse più che della musica diffidavasi di chi doveva qui udirla e giudicarla. Si avrà temuto che le parole di Diavolo, di Satanasso, di Lucifero non suonassero troppo spaventose alle nostre delicate orecchie: che la risurrezione de’ cadaveri, le danze delle estinte, i chiostri, i cimiteri, i rami incantati, gl’incanti sonniferi, le orgie dei cavalieri, le canzoni degli spiriti dannati, i corali degli organi, gli osanna aerei, i valtzer infernali, le nuvole, i fuochi fatui, le fiamme del re degli abissi. tulio insomma codesto fantastico ammasso di cose, si avrà temuto, dicevasi. che troppo non cozzasse colle monoione e tranquille abitudini di spettatori non avvezzi per verità che alia solila routine delle nostre azioni liriche, che dal più al meno cominciano, camminano e terminano lutte ad un modo. Intanto dunque che il Grande Teatro alla Scala posatamente slava indagando 1 avvenire e scrutinando il venturo andamento e la piega delle future nostre tasi musicali, ad oggetto di maturarvi pian piano l’epoca e le circostanze opportune per farvi apparire codesto spettacolo, ecco improvvisamente un impresario coraggioso, per non dire audace, che vi annuzia Roberto dalle gigantesche forme. ristretto a forza tra le non vaste pareli <1 uno de nostri secondar) teatri. Arduo cimento! Lo scorso martedì adunque se uè lento la prima rappresentazione, ed il successo mostrò ben assai chiaramente che tutti i dubbj suaccennati dovevano, com’era facilissimo di prevedere, svanire interamente. Il pubblico milanese ha dato più volle indubbie prove di (pianto egli sappia apprezzare, la vera musica, in (pianto conto egli tenga i grandi nomi, (piali fra gli altri quello d un Meyerbeer. perchè non fosse permesso sospettare ed immaginari* un solo momento ch’egli volesse volgere a disprezzo, a ridicolo o a non curanza l offerta gentile che gli si faceva dell udizione d un simile capolavoro. Perciò noi siamo conienti di poter asserire che la musica, laddove I esecuzione potè rendere interamente od anche in parte il pensiero del sommo compositore, destò una grande impressione. Il terzo atto in particolar modo ve la suscitò maggiore d’assai di quanto polevasi attendere: questo immenso, terribile poema vi fu compreso e gustalo da capo a fondo. Si: di (piesto non vi fu pezzo, non frase che non iscuolesse e non trascinasse ad irreprimibiii applausi. La romanza d Isabella dell alto quarto pure vi suscitò tale e cosi solenne entusiasmo, (die da lungo tempo non ricordiamo l’eguale. L ultima imponente perorazione fu d un effetto elettrico. Fu nel più stretto rigore del termine un vero momento d estasi. - Molti altri brani vennero ed applauditi ed apprezzati: tutto poi lo spartito, che, quantunque sensibilmente per più e differenti ragioni accorcialo, non dura tuttavia meno di quattro lunghe ore, fu ascoltato con indefessa attenzione, diremmo quasi con devoto raccoglimento’; prova non । incerta della più sentila venerazione pel Î grande autore e per hi sua musica. L’ese; dizione riuscì migliore di quella chi; la prevenzione vociferava: lontana però le! mille miglia da quella che si potrebbe de| siderarvi. che essere dovrebbe. Poiché, a j parli* mancanza di slromcnli d’arco sufficienti. (che per equilibrare quelli di fiato, । principalmente quelli di metallo, clic in questa partizione hanno una parli* si continua ed importante, avrebbero dovuto esservi in numero triplo; mancanza però, alla quale 1 Impresa avrebbe potuto almeno in parte provvedere): a parte mancanza di voci maschili e femminili bastanti: a parte mancanza di alcuni slromcnli necessari come per esempio dì (piatirò Iimpani in luogo di due, a parli* la soppressione i delle cornette, a. pistoni^ del quale difetto non ha però colpa l’impresa perché ani cova tra noi questo stromenlo non venne I adottato; a parie tutte queste cose, aveavi ancora assolutamente impossibilità reale a ciò che un’opera di codesto genere potesse (‘seguirsi convenientemente in un teatro di area ben poco vasta, quale è il Carenilo. Era naturale che siffatto difetto di vastità facesse prontamente ricorrere desi। deroso il pensiero alla Scala. t n altra cosa ancora pin positiva irrimediabilmente ve lo trascinava. S’intende (e ne dispiace discendere ad un discorso che non sente mollo del poetico, ma che pure è forza di qui sviluppare. perchè secondo noi gravemente dannoso agli mteI ressi dell’impresa del Carcano), s’intende parlare del raddoppiato prezzo del vigliello d entrala, che viene ni tal modo ad equivalere precisamente a quello della Scala. Gli accorrenti a modo d esempio (anno immediatamente un calcolo, c pur troppo ragionatissimo, al quale non si può davvero nulla opporre} ed è che il medesimo spettacolo di Roberto il Diavolo anche dato alla Scala nulla di più verrebbe a co| stare (Ventraia, vale a dire le solile tre lire, e dicono essi: «alla Scala avressimo avuto anzi tutto la Scala che a ragiono? preferiamo al Cercano; l’orchestra che c I doppia, e migliore d assai; i con che soi<> più ancora del doppio: le ballerine /lie sono Ire volle tante: e tante e tant dire! belle cose che la nostra cara Scala offre e che il Cercano non può dare: /landò non si voglia aggiungere, cosa />e pur assai valutasi. la centrale posizif e della [p. 84 modifica]— 84 0 o jl II! I I! । । prima in confronto dell estrema lontananza del secondo «. Questo è il poeo lusinghiero, ma d’altronde incontrastabile ragionamento che chi spende quelle non indifferenti tre lire non tralascia per certo di lare. E la fu davvero un’idea storta codesta, che ci sembra non possa, ed a ragione lo temiamo, tornare a profitto dell animosa Impresa. E vero che voi, signor Impresario, offrite de* buoni Cantanti; ma il compratore del viglielto di tre lire dice (nè diremo ora se dica giusto, si o no), ne sentirei di migliori alla Scala: se voi glì direte di ammirare le magnifiche scene del Fontana, i ben disposti ballabili del Morosini, la precisione del macchinismo, le gentili seduzioni della Baderna, egli vi portera avanti i pittori del Regio teatro, la Elssler. la Taglioni, e via via. Voi gli vanterete e giustamente il bel canto, la simpatica voce, il talento, l’azione purissima e ragionatissima della Mathey; le grazie di canto e il garbo della Cuzzani; la grandiosa impronta selvaggia e satanica che veste il sig. Euzet nel sostenere la diffìcilissima parte di Burliamo, nella quale, a parer nostro, può egli gareggiare co più finiti artisti; gli farete rimarcare la metallica voce del sig. Della Cella e i suoi trionfi (qui però non rinnovatisi) di Cremona. Ma egli vi risponderà che il signor Soldi nella sua non lieve parte non fu per vero valente quanto avrebbe abbisognato; e che quando si vogliono montare Òpere di tal falla, non basta negli esecutori la sola voce, nè il solo talento, e nè anche la riunione di ambe queste doli in uno o due artisti. Ci vuole un tutto assieme perfetto. Tanto in codesto genere di musiche sovranamente drammatiche ogni più minima parte vi è strettamente vincolata al tutto, in guisa tale che a levare una sola pietra di un tanto edilìzio, corresi rischio di farlo crollare sin dalle fondamenta! Se il Roberto il Diavolo prenderà voga, come d’altronde vogliamo sperarlo e per noi e per l’arte, ed anche per giusto e meritalo compenso al coraggio di quelI’ Impresa, e varrà perciò a cangiare le fortune di questo Teatro, noi ritorneremo su tale argomento. e più diffusamente verremo a parlarne, forzandoci, benché indegni e perciò timorosi e tremanti, ih discendere nel cuore, nelle viscere di questa musica, e cercarvi, ed additare, per (pianto ne sarà possibile, le sergenti di tanti c si nuovi effetti, di laute e si imponenti bellezze. Ma se madonna fortuna si decidesse invece (che il Cielo non voglia!) di volgere le spalle a tanti sforzi e a tante spese incontrate, noi taceremo; poiché le nostre parole troppo deboli per sè stesse, non rinfrancate dal sussidio dilli sufficiente àpropos.cadrebbero più vane che mai: taceremo, aspettando migliori tempi e una riproduzione, se non altro per vastità di area, più conveniente al retto apprezzamento di un tanto lavoro. Intanto il favorevole accoglimento ottenuto in questa circostanza ne lusinga che i timori e t pregiudizi di allre Imprese svaniranno una volta per sempre, e potremo (parliamo chiaro) lilialmente e presto riudire al nostro maggior Teatro questa musica immortale.

  • Nè male ci apponiamo; poiché da siffatti

lusinghiero accoglimento di questa © musea al Carcano 1 impresa della Scala /t] dovrebbesi, speriamolo almeno, diggia estQ sersi nsa avvertita, che nè le apparizioni S’q dei moni, nè le armonie infernali hanno più pote-e al giorno d’oggi di spaventarci O di darci ai nervi. Son cose queste, ai I cori hanno pienamente corrisposto al loro ufficio, tempi che corrono, che non possono dav- siccome ancora 1 orchestra formala da valenti artisti, tempi che corrono, che non possono davvero incutere paura se non ai bimbi. E per amore di giustizia ne piace di osservare, che a Milano il dilettantismo musicale è ormai ben lontano dal trovarsi allo stalo d’infanzia. E già da lunga pezza che vi si è appreso a spregiudicatamente rilevar ed ammirare il bello, di qualunque scuola egli sia, da qualsiasi parte esso ne venga. Alberto Jlazzucato. li. L’ERHiAM di levai al Teatro S. Benedetto in Venetia, La sera del giorno ili del mese corrente fu riprodotto nel teatro Gallo a S. Benedetto il dramma lirico Emani, verseggiato da Francesco.Maria Piave e posto in musica dal maestro Verdi, nome che dolce suona a quanti v’hanno intelligenti cd amatori dell’arte armonica, e dei (piali formarono già la delizia le opere celebrale Nabucodonosor, ed 1 Lombardi alla prima Crociata. Un avveduto critico, parlando d una di queste, ebbe ad intravedere un indizio di notabilissimo progresso nell’arte drammatica, c noi dobbiamo consolarci seco lui del pronostico verificato nell’/ùomm, non ha guari composto dal medesimo autore pel gran teatro La Fenice, ove ottenne clamoroso successo, che si accrebbe a mille doppi nella presente riproduzione al teatro S. Benedetto. Noi ci dispensiamo dal rendere conto del sommo plauso con cui furono accolli i singoli pezzi dal pubblico, come eziandio dal presentare un’ana isi artistica di siffatto capo-lavoro, e rii» per due ragioni. Primamente per non ripetere quanto venne già detto dall’esimio dottore Locatclli nel pregi*vole articolo ch’egli ebbe a pubblicare (piando questo spartito fu rappresentato alla Fenice, ripetuto dalla Gazzella musicale di Mi-! L’ino nel foglio N. 11, anno 111; cd in secondo luogo perchè,ad estendere una ragionata critica, farebbe di mestieri avere sol l’occhio la partitura dell’opera. Egli è perciò i che inviliamo i nostri dotti colleglli signori maestro A. I Mazzticalo e G. Vitali, che con tanto fior di senno | ed abbondanza di lumi artistici e vedute filosofiche; hanno estesa la critica delle opere sovraccennalc, a fare altrettanto anche per V Emani. Pertanto ora noi ci limiteremo ad osservare che il Verdi in (piesto re- ■ celile suo lavoro presenta una felice reazione contro il falso gusto del giorno per (pianto risguarda la parte slrumental(‘, mostrando d’aver saputo opportunamente | prevalersi d’ogni ricchezza d’orchestra, senza perciò intronare l’orecchio degli ascoltanti, siccome generai-! mente far sogliono i moderni compositori, i (piali! paia’ che abbiano insieme stretto lega per congiurare a danno del timpano sensorio. Sia dunque lode a lui, che primo ebbe il coraggio di allontanarsi da siffatta depravata pratica; c giovi sperare che il modo: da lui tenuto, coronalo da tanto successo, possa essere I seguito dagli altri. Ora, parlando dello straordinario incontro di quest’opera, aggiungeremo; che, siccome a tulli è noto,: le musiche per (pianto siano pregevoli non ponno ottenere buon successo qualora non siano eseguile a j perfezione, così dobbiamo attribuire al distinto valore degli esecutori il completo trionfo del sullodato. lavoro. E cominciando dai primarj cantori, Teresa Brambilla, Fraschini, Coletti e Selva, accenneremo che, sebbene i tre primi fossero generalmente riconosciuti per valentissimi, ciononostante in quest’opera hanno superata la pubblica aspettazione. Troppo mi dilungherei qualora io volessi accingermi a render conto del singolare talento di ciascuno di questi cantanti: farò cenno soltanto dell’altissimo plauso ollenulo da Fraschini (Ernani) nella sua cavatina di sortila, da lui interpretata con soavi modi, adatti a quella dolcissima cantilena: e della cavatina che succede di Elvira, eseguita dalla Brambilla con tale magistero, da poterla, per così dire, riguardare siccome quella che ha toccata la pei fazione nell’arte del canto. Dirò pure dell’egregio Coletti (1). Carlo) che con i arte peregrina disimpegni) la sua gran scena ed aria ‘ Lo vedremo, veglio audace, e con acconci affettuosi modi cantò la deliziosa cabaletta Vieni meco, sol di rose, facendo per siffatta guisa conoscere, che il dono di voce robusta non toglie che Cartista, educalo a buona scuola, sappia modificarne la forza a tempo e luogo. 11 Selva (Gomez de Silva), che va debitore al maestro Verdi della onorevole attuale sua posizione, contribuì possentemente colla maschia e profonda sua voce di basso a dar risalto alla musica. Tutti i pezzi concertali, e particolarmente lo stupendo adagio nel finale della prima parte, che solo basta per collocare l’autore nel novero dei maestri di prima classe; la Congiura nella parte terza, pezzo sublime c caratteristico, cd il magico terzetto col quale ha fine il dramma, furono eseguili con perfezione rara. parecchi dei «piali forestieri. Qucst’ullinia venne diretta inarstrevolmentfe dallo stesso sig. Antonio Gallo proprietario del teatro, ch’ebbe ad assonici e l’impresa, per la quale egli ha provveduto senza risparmio di spese a tutto ciò clic contribuire poteva al buon successo, anche riguardo al magnifico vestiario ed allo scenario, pel quale invitò il valente sig. Bcrtoja, che in tale incontro fè bella mostra del raro suo talento. Chiuderemo coll’affermare che per unanime consenso l’attuale spettacolo delle Opere del teatro S. Benedetto per nulla ha ad invidiare a quello offerto dai primarii teatri delle più cospicue città d’Italia. G..1. Pcrolli. COME SI DEFORMA LA MUSICA DALLE ORCHESTRE Bisogna pur convenire die gli uomini di genio precorrono quasi sempre d’un secolo il tempo in cui vivono. La Francia dormiva tranquillamente i suoi sonni, beata di possedere le più sapienti armonie, neninten sognando che si potesse dare al mondo una nota miglior delle sue note. Giunge a Parigi una meschina compagnia di virtuosi, la quale in linguaggio straniero fa udire una musica fin allora sconosciuta, ed ecco sorgere una mischia d opinioni, nel rumor della quale un uomo di genio osa innalzar la voce per dire alla Francia intera che la sua musica non era che un aberrazione, e che il vero modo di trattar l’arte era quello appunto adoperato da quel meschino drappello di virtuosi stranieri. Oggidì quella voce non ha quasi più un oppositore, perchè il tempo ha falla l’opera sua, e la verità è venuta a galla. Ma in allora una simile sentenza non poteva essere gettata nel cuore d’una nazione senza conseguenza; e sebbene sostenuta da più d un paladino, l’orgoglio nazionale surse in gran corruccio a trattarla come un oltraggio, come una bestemmia, come un’eresia. Alla Corte si parlò di bando e di Bastiglia; in altro luogo si fe’niente meno che un complotto d assassinamento. Tutta la popolazione si divise in due opinioni: da una parte il maggior numero composto dei grandi dei ricchi, del gentil sesso e di quelli che nulla sanno; dall’altra i veri conoscenti, la gente illuminata, gli uomini d’ingegno. Ora al partito di quelli che nulla sanno (parrà un problema a chi legge, ma è fatto di pura storia), evasi arruolato quasi tutto il corpo filarmonico francese, e specialmente i professori d orchestra, i quali, non solo cooperavano a danno de’ loro avversar] con un’ostilità di parole, ma danneggiavano la loro causa colla perfidia dei fatti. Ogni qual volta trattavasi di musica italiana non c era elemento di disordine che non si ponesse in attività: ogni cosa era sottosopra: tutta la famiglia di Belzebù entrava nell’orchestra. I conoscitori non potevano esser ciechi a simili male arti, e però vi fu chi pensò di farne una nobile vendetta denunciandole apertamente al pubblico, e fu simulata una lettera in cui uno dei membri dell’Accademia Reale veniva combinandosi co’suoi colleglli dei modi più opportuni onde mettere a strazio la musica odiata. Di questa lettera mi proposi recare una parte ai lettori della Gazzetta acciocché si sappia quanta malizia si nasconde anche sotto il bel manto della più dolce fra le arti, e perchè in ogni occasione sia noto con quanti mezzi può un’orchestra congiurare a danno d’un povero maestro. Di queste congiure [p. 85 modifica]G. Vitali. CARTEGGIO mento si legge tra gli scritti filosofo di Ginevra. se ne danno nel mondo assai più di quello che non si pensa. Tratta vasi d una musica di Jomelli composta per I intermedio o ballo di Bambini intitolato V uccellai rice inglese. Ecco, meno un tratto d esordio che ommello, come s’esprime quello scritto. L’autore della musica è un certo.fornelli. Voi sapete che questo.fornelli è uno di quegli ignoranti Italiani che non san niente, ma che fanno, non si sa come, della musica che trasporta, e che noi qualche volta siam molto imbrogliati a sfigurare. Per trovarne più comodamente il mezzo ho esaminata la partitura con tutta l’attenzione possibile: fatalmente, aneli io come gli altri, non sono troppo valente a dicifrar le note, ma ho veduto abbastanza per conoscere che questa composizione par fatta a bell’apposta per favorire i nostri disegni: è molto spezzata e variata, piena di minute ricamature, di piccole risposte a varj strumenti che entrano 1 un dopo 1 altro; essa richiede in somma una precisio te particolare d esecuzione. Vedete bene die facilità avremo a stravolgere tutto questo nel modo il più naturale e senz’ombra d’affettazione: per poco che c’intendiamo faremo un charivari di cento mila demonj che sarà una vera delizia. Ecco dunque un progetto di regolamento che abbiamo studiato coi nostri illustri capi,che in tutti gl’inconlri hanno sì ben meritato dal buon partito e fatto tanto male alla buona musica straniera. 1. Non si terrà questa volta il solito metodo che con tanto risultato fu adoperato negli altri intermedj: ma prima di screditar questo si aspetterà di ben conoscerlo alle prove. Se è mediocre, ne parleremo con meraviglia, levandolo tutti d accordo ai sette cieli, acciocché s aspettino dei prodigi e si trovino poi sbagliati i conti la sera della rappresentazione. Se all incontro è una bella cosa, come pur troppo c’è luogo a temere, ne parleremo con nessuna stima, con disprezzo esagerato, come della maggior meschinità che sia mai stata creata-, gli sciocchi, che non si ritrattai! mai se non quando hanno ragione, si lascierai! sedurre dal nostro giudizio c noi sarem certi d’aver il maggior numero per noi. 2. Bisognerà suonare meglio che potremo alle prove per giustificare i direttori che potrebbero in caso diverso venir rimproverati di non aver fatto prove bastanti. La nostra fatica poi non sarà gettata, perchè sarà appunto allora che ci combineremo sul modo d’essere più che potrem disaccordi nel tempo della rappresentazione. 3. L intuonazione, secondo la regola, la prenderemo tutti dal primo violino che è sordo. 4. I violini si distribuiranno in tre drappelli, di cui il primo suonerà un quarto di tono più alto, il secondo un quarto di tono più basso, il terzo suonerà più preciso che potrà. Questa discordanza l’otterremo facilmente alzando ed abbassando destramente le corde durante l’esecuzione. In quanto ai clarinetti non occorre dir nulla. che si può essere sicuri faranno il loro dovere a meraviglia. 5. Rispetto al tempo farem presso a poco come dell’intuonazione: un terzo lo manterrà preciso, un terzo lo incalzerà, l’altro terzo verrà dopo gli altri. I violini sopra tutti si guarderai! bene d’essere uniti nelle entrate; ma cominciando progressivamente 1 un dopo l’altro formeranno come dei piccoli canoni, che riesciraimo d un effetto — 85 — stupendo. I violoncelli poi sono pregali d* imitare l’esempio edificante d’un loro confratello, che con giusto orgoglio si vanta di non aver mai accompagnato un intermedio italiano nel suo tuono, e di suonar sempre maggiore quand’è minore, minore di tanta arroganza che, se questa lettera venisse a propalarsi per qualcuno, si crei indiscrezione di aero in diritto di sorquand è maggiore. (>. Si avrà molta cura di mitigare forti e di rinforzare i piatii^ in ispecie sotto il canto; bisognerà particolarmente raschiare a tutta forza (piando canterà la Tonelli, perchè è importantissimo ch’ella non sia intesa. 7. Un* altra precauzione, che non bisogna lasciar fuori. è di forzare i secondi quanto più si può e di tener piani i primi, affinchè non si possano intendere i motivi principali. Bisognerà anche obbligare il Durand a non darsi la briga di copiare le parti delle viole tulle le volte che sono all’ottava del basso, affinchè questa mancanza di legame tra i bassi ed i soprani renda più secca l’armonia. <8. Ai violinisti non troppo esperti si raccomanda di non mancare di prender l’ottava alla, di far miagolare le corde sul cavalletto, e di doppiare e sfigurare la loro parte, affine di darsi il cambio ne loro spropositi e di guastare tutta la musica, mostrando d’essere superiori alle regole di tutte le orchestre del mondo. 9. Siccome talvolta il pubblico potrebbe perdere la pazienza con lutto questo diavolo a quattro, se qualcun s’accorge d’essere guardato troppo davvicino, bisognerà mutar sistema per prevenire le dicerie: allora, intanto che tre o quattro farai! di suonare come potranno, tutti gli altri si metteranno ad accordarsi nel tempo appunto dei cantabili, e non tralascieranno di fregare con (pianta forza hanno in corpo e di fare un fracasso indemonialo colle corde vuole proprio nei momenti più delicati. In tal guisa noi guasterei!! la più bella musica che vi sia, senza che ci si possa dir nulla, perchè in tutti i casi bisogna pur sempre essere accordati. Che se paresse a qualcuno di rimproverarci appunto su questo, avremo il più bel pretesto del mondo per suonare stuonati quanto ci parva e piacerà. IO. Seguiteremo poi a gridar tutti alla profanazione, allo scandalo: ci lamenteremo grandemente che si lasci contaminare il soggiorno degli Dei dai saltimbanchi; procureremo di provare che i nostri attori non son ciarlatani come gli altri, mentre questi non sanno che cantare e gestire tutt’al più, ma non rappresentano niente; che la Tonelli adopera le braccia per la sua parte con una gentilezza ed un intelligenza vergognosa, mentre la distinta madamigella Chevalier non si serve delie sue che per agevolare lo sforzo dei polmoni, la (piai cosa è mollo più decente; che altronde non c’è che 1 ingegno che osa dipartirsi da quello che fan gli altri, mentre i nostri attori non se ne son inai dipartili; faremo eziandio vedere che la musica italiana vitupera il nostro teatro, per il motivo che un’Accademia Reale di musica deve sostenersi colla pompa del suo titolo e del suo privilegio, senza aver bisogno per questo di buona musica. li. La pii! importante precauzione che dobbiam avere in questa occasione è quella di tener segrete le nostre deliberazioni: oggetti di si alla importanza non debbono essere svelati agli occhi d un volgo ignorante che scioccamente s’immagina che noi siam pagali per servirlo. Gli spettatori sono vegliare più d’appresso il nostro contegno, il che non sarebbe senza molestia; perchè, per quanto superiori si possa essere al pubblico, non è un divertimento di sentirne addosso le mormorazioni. Ecco, signori colleglli, alcuni articoli preliminari, su cui ci pareva opportuno di concertarci prima Quando in tal modo avremo svergognata ed allontanata tutta questa canaglia straniera noi potrem stabilirci in tribunale infallibile; la buona riuscita o la caduta degli spettacoli non dipenderà che da noi; gli autori, pieni d un giusto timore verrai! tremando ad ossequiare I archetto che h può scorticare; e in vece d’una compagnia di poveri raschiatovi per cui siam tenuti adesso, diventeremo i giudici supremi dell1 opera francese e gli arbitri dispotici della ciaccona e del riipaiulou». Oggidì la lettera da cui tolsi questo frammusicali del Carissimo! Nella Miscellanea inserita nel N. 17 della Gazzella musicale, forse, per la centesima volta, ho accennato al danno che alla Dell’arte ne deriva dalle grida e dal frastuono che hanno invaso i teatri lirici d’Italia. Ora eccomi ad intrattenervi delle scene francesi e precisamente della prima della capitale, ove ho assistilo ad una grande opera melodrammatica concepita sì poco melodicamente e, tanto ad esagerata declamazione, ad intralciali accordi, a shalz.i, ad irrequiete modulazioni, ad infernale strepito, che io non ho mai udito cosa da paragonarsi ad un simile, guazzabuglio. Ne rimasi scandalizzalo, mollo più che il celebre autore dello sparlilo, che io non voglio (pii nominare, in varie altre, applaudite opere ha data bella prova del suo distinto ingegno e di profonda conoscenza de’pili eletti requisiti scientifici. Pur troppo la smania di voler mostrarsi arci-dotti, vigorosi e pieni, in questi ultimi tempi ne. fa far di grosse a varj maestri, i (piali se avessero continualo a camminare nel buon sentiero avrebbero assai pili meritalo presso la posterità. - Dopo la deplorabile partizione che vorrei olibliare cd obbliala, allo stesso teatro dell’.tcrm/e/m’ri reale di musica ebbi la sorte di ammirare le deliziose cantilene ed i fiorili e briosi accompagnamenti dei Conte Or;/. Oh il divino Rossini! - Rimasi penetrato dalle bellezze ridondanti nel Don Sebastiano, sparlilo grandioso, non esente perii da qualche pecca; in compenso delle (piali avvi il meraviglioso Adagio concertalo a selle Mici, la più bella pagina che il fecondo maestro lombardo abbia scritto per la Francia: tulio vi è incantevole; F orchestra si fa emula de’ cantanti. - La riproduzione della favorita venerdì sera venne accolla fra unanimi applausi: il teatro rigurgitaxa di gente; il (piarlo allo fu un incanto dal principio alla fine; l’espressione musicale vi è spinta al punto il più elevato, In commozione ex idcntemvnte manifestassi ni invidiabile trionfo. Donizelli col Do» Sebastiano e (■olla t’avorita (opere di pari inorilo per inspirazione, e la prima di’ pini accorala elaborazione, ma di minore interesse ncirargomenlo,) si collocò fra i sommi maestri che maggiormente concorsero e concorrono allo splendore della Grand’Opera, le più luminose fasi della «piale devonsi pure ad ingegni non francesi. Corre voce che per questo stesso teatro Soliva cd Alari stiano compiendo due sparliti. Ecco due altri figli d’Italia che colla loro «alenlia si accingono a soccorrere, i teatri lirici della!■ rancia, al presente non in migliore condizione dei nostri. In Parigi ora Iroxansi riuniti i (pialtro pianisti imperanti in Europa, è un vero congresso pianistico, di cui forse mai non si vide l’eguale. L’onnipossente, Liszt, il perfetto Thalbcrg, relegante Dohier, l’elegiaco Chopin son (pii raccolti. Fortunato chi potrà udirli tutti! La prima di queste celebrila, Liszt trovasi indisposto. Thalbcrg oggi partirà per Londra ove al 29 si esporrà in un concerto già annunzialo; desidererei poterlo seguire. Il re degli italiani pianisti impazientemente. aspetta la guarigione di Liszt per seco lui gareggiare, al teatro italiano. Chopin poeticamente suona, ma solo per sè stesso: il pubblico invano lo sospira; la gracilissima complessione di lui lo rende. [p. 86 modifica]- 8G î NOTIZIE MUSICALI DIVERSE riudire la sera zetti e signori — Milano. - /. li. Teatro alla Canobbiana. - L’impresa ha finalmente soddisfatto al pubblico desiderio di r Opera in musica in questo teatro, offerendo di martedì scorso V Olivo c Pasquale di Donidando ad esecutori i cantanti, signora Viola, e Bozzelli, Catalano c Galli. restio ad appagare i generali voti; lo si decanta sempre unico nel suo genere. I concerti pubblici vanno a poco a poco declinando in numero; dopo un migliajo circa è indispensabile alquanto «li riposo; quello del nostro Cavallini probabilmente sarà l’ultimo. La bravura dcll’immeiiso clarinettista in mezzo a questo emporio artistico accrescerà il lustro della propria pai ria, intento di già ottenuto dal Piatti, di recente parlilo per Londra. Conservatevi c vivete felice. Isi doro Cambiasi. Parigi 16 Marzo 1844La simpatia destata dalla A iola al suo apparire, non si spinse tant’oltre nel pubblico da poterlo contenere dal manifestare segni di non molta approvazione in alcuni punti del suo canto. Forse una soverchia trepidazione la privò della maggior parte de’suoi mezzi vocali, e però desideriamo dare di essa un più fermo giudizio quando l’avremo veduta ed udita in altri sparlili che le sieno più di questo adatti. Bozzetti ci parve un tenore di voce né troppo estesa, ne mollo eguale, ma sa prevalersene bene e sa colorire con gusto il suo canto, cosa che gli valse universali e lunghissimi applausi; solo si desidererebbe in lui un’azione più franca e disinvolta, ciò che si vorrebbe pure raccomandare ai basso Catalano. Questo difetto ne’ due artisti si fa più rimarchevole allorché si trovano al fianco di Vincenzo Galli. Questo disinvolto e sicuro artista, oltre l’essersi valentemente distinto durante lutto il corso dell’Opcra, promosse l’ilarità del pub. blico’ particolarmente nel duetto col tenore, con certe mosse ridicole felicemente applicale. Egli è sempre animato nell’azione, ed abbastanza moderalo e nobile per non cercare nella scurrilità Fe,fletto comico. — Teatro Be. - Nemmeno la Begina di Golconda sembra destinata a migliorare le sorti non mollo avventurose di questo teatro. Però i principali esecutori vi furono accolli favorevolmente, e.d ebbe qualche applauso il Zinghi, ne ebbe di più il Giunti e più ancora il Soares, in ispecial modo nella bell’aria del second’allo. La signora Vigliardi però ha riportate le migliori palme. Qucsla giovine allieva dell’Accademia filarmonica di Torino, che già esordi or sono alcune settimane nei Paolo e Firginiadi Aspa a questo teatro istesso, anche nella Begina di Golconda seppe confermare il pubblico milanese nella favorevole opinione che s’era formata del suo talento. Il suo canto è veramente di pura scuola. Quantunque mancante di slancio, pecca proveniente in parte anche dal non grande sviluppo di mezzi vocali, il suo fraseggiare è però sicuro, netlo> cd accentato. La messa di voce é frutto di attento travaglio. Se questa giovine artista vorrà dedicarsi allo studio di dare alcun che di più granito alle sue agilitànonché maggiore sicurezza nello spiccarle, noi riteniamo che in poco tempo, potremo avere la soddisfazione di annoverarla nel numero delle pochissime cantanti, che in giornata possano a giusto diritto ambire all’epiteto di finite. — Leggesi nella Fama:» Il celebre tenore Giovanni David, che formò già le delizie de" più cospicui teatri, c che tranquillamente riposava a Napoli da prima, poscia in patria, ferma d ora innanzi stanza fra noi per attendere all insegnamento del bel canto italiano. - Egli abita sul Corso Francesco, N. 602, secondo piano, c darà principio alle sue lezioni in casa c fuori col prossimo giugno»• — Genova. - Il Beggente va crescendo nel favore del Pubblico. Si attende l’opera nuova del maestro Taddei. Piu lardi si darà Lucrezia Borgia c forse anche V F,rnani «li Verdi. • Abbiamo qui la chiarissima signora Bertucat, la quale sta organizzando un concerto, in cui pare voglia prodursi come cantante e come arpista. (Da lettera.} -- Parigi. - Teatro reale dvd’Opéra-comique. - Le Bai du Sous-Préfet. Libretto dei signori Paolo Dupont e Saint-Hilairc; musica del sig. Boiliy. - La musica del sig. Boiliy é facile e scenica; essa ha mollo dello stile d’//erold. L istrumentazione è ben condotta nell ouverture: questo pezzo ha della vivacità, della grazia: anche un duetto cantato da Madamigella Prévost e Grignon ci e sembrato «li buono stile drammatico. Tolta la romanza allegorica, ancora. l’Opera verrà accolta più favorevolmente. Tanti altri autori non furono fortunali alle prime loro produzioni sul teatro, quanto il sig. Boiliy. — Miine, uno dei capi d’opera di Bcrton, dev’essere quanto prima rappresentata ail" Opéra-comique. per la ricomparsa di Madamigella Miro-Camoin. — Il sig. Valentino, il celebre capo d’orchestra, venne nominato membro di delegazione dell associazione degli artistes-musiciens, in surrogazione al defunto Bei ton. — Aspettando II Profeta e l’africana di Meyerbeer, opere che fanno un gran viaggio prima d’arrivare ai V Opéra, aspettando del pari la Giovanna d’Mrco ili Rossini (?), l’Accademia reale di Musica non poteva re starsene oziosa. - La Jeanne-la-Folle di Donizelli comparirà più tardi. La Bonne Sanglante di Berlioz non è ancora completamente finita. Ecco intanto Othello, avanzai si maestosamente, vestito di parole francesi e colla sua II! - Già stanno per incominciare le prove di questo capolavoro di Rossini. Le parli principali saranno sostenute da Duprez, Barroilhel e Mail. Stollz. — Gli ammiratori di Cherubini vedranno con piacere che si vanno a pubblicare i suoi capolavori inediti. Già il primo volume della bella partizione di Faniska doveva essere pubblicato il 15 del corrente. Quest’Opera escirà in tre volumi, con parole italiane. La riduzione fier pianoforte si trova sotto la gran partitura. Faniska ha preso un posto distinto nella biblioteca di tutti i dilettanti. — Liszt c Diilder davano insieme ai 1G del corrente un concerto al Teatro Italiano. Diilder suonava della musica di Liszt, e Liszt della musica di Dohler. Sarà stata certamente una cosa assai curiosa. - T halberg persiste nella sua risoluzione di non farsi sentire. — Ecco quanto ne si scrive da Parigi intorno al Concerto dato nella Sala di Herz a profitto delle Orfanello, e da noi annuncialo nello scorso numero. • La magnifica Sala Herz la sera dell 11, risuonò di tanti e tali applausi che l’elegante edilizio quasi ne rimase scosso. Liszt superò sé stesso (espressione che può equivalere a qualunque elogio ed a qualsiasi analisi): il sommo pianista era ispirato, toccò al sublime in ogni genere: la sua Fantasia sulla Lucrezia Borgia (il più bel pezzo dall’onnipossente artista composto) elettrizzò gli spettatori in un modo indescrivibile. I cori immaginali da Liszt piacquero. Una Romanza dello stesso - Il m’aimuil tant con affettuosa espressione concepita e con notevole anima e sentimento interpretata dalla signora Matilde Juva-Branca, commosse al più allo grado: cosi pure la divina orazione.rossiniana I’ Di fiamma tus. Fra i pezzi vocali emerse pure il lino della Bianca e Fallerò dalle Soie e Branca cantato fra generali acclamazioni. Pixis, Hitler, Halle e Liszt eseguirono l’ouverture del Carnevale di Borna, che più si ode, più piace. Ciabatta venne assai apprezzato pel bel metodo e per la non comune sua valentia, li trio del dolio Kinken per la ben elaborala sua condona interessò ognuno. - I piccoli pianoforti a coda di Herz servirono meglio di molli chiamati grandi e di concerto. -11 delizioso trattenimento, il cui pingue introito sersossi a profitto delle Orfanelle raccolte a gros-Caillou si chiuse col Duetto sulla Bornia di Thalberg fra Liszt e la signora Cambiasi-Branca, la quale distinta dilettante milanese non poteva aspirare ad un maggior onore. Ad ogni squarcio prorompevano generali applausi. Se l’ora non fosse siala troppo larda, il pezzo si sarebbe replicato. La Principessa Belgiojoso abilmente toccò il pianoforte e generosamente combinò il Concerto». — Londra. Don Giovanni è stalo ripreso; ma Fornasari non è come potrebbe o dovrebbe essere. Non diremo altrettanto di Donna Anna, d Elvira e di Zeriina, rappresentate dalle signore Grisi, Favanti e Persiani. — Si attendono sempre i re del pianoforte, Liszt, Thalberg e Dohler. — Sivori si fece ultimamente sentire alla Società Filarmonica, ed eccitò un entusiasmo che quasi trasportava al delirio. Salvi ha diviso col celebre violinista gli onori del concerto. E a proposito di Sivori, un foglio di Londra lo paragona a Ernst, dicendo: «E difficile fare un paragone fra Ernst e Sivori, ma dovrebbesi convenire, che Ernst possiede più fuoco ed energia, Sivori più grazia». — Gli studj per pianoforte divengono di moda e si moltiplicano all’infinito, ma tutti non hanno lo stesso valore. I cinquanta studj di Czerny (dice la France Musicale} formano una delle migliori opere di questo genere che siano stale pubblicate; essi sono stali adottati da tulli i professori che ebbero occasione di conoscerli, e lo saranno generalmente tosto che saranno più divulgali, poiché essi uniscono le più belle melodie alle difficolta dellistromento. Il signor Golinelli ha egli pure composto, non ha guari, dodici grandi studj di prima forza, diesi porranno nel numero di quelli dei migliori compositori; e lo meritano in ogni riguardo. COSE DIVERSE — Il successo di Dreyschock nel Belgio e nell’olanda è prodigioso; alla Haye, ove questo gran pianista ha suonato davanti alla corte, il re fu cosi entusiasmato della sua esecuzione si perfetta. che lo lia nominalo Cavaliere dell’ordine della Corona di Quercia. — Dopo aver percorso il Belgio, il granducato di Baden, una parte dell’Alemagna e dato vcniisei concerti a Vienna, le due sorelle JLIanollo trovavausi ai 12 del corrente a Berlino, ove hanno già dato dodici concerti. — L’Unione filarmonica di Vienna ha nominati membri onorari i seguenti compositori stranieri: i signori Meyerbeer, Mendelssohn Barlholdy in Berlino, Ressiger in Dresda, Francesco Laehner in Monaco, dottor Gassner in Carlsruhe, c Tomascheck in Praga. — Si sa che malgrado le più diligenti ricerche, non fu mai possibile di rinvenire la tomba di Mozart. Però le indagini non tornarono affatto perocché si venne’ a scoprire la tomba di Gluck nel cimiterio di Watzleinsdorf a Vienna. La pietra sepolcrale, tutta coperta di muschio, si trova dietro un magnifico mausoleo i appartenente ad un ricco banchiere, il di cui figlio, fa-^==o cendo fallimcrto ridusse nella miseria nn gran numero di vedove ed osfani. Su questa pietra leggesi il seguente epitafìo. CRISTOFORO,. CAVALIERE DI GLUCK, f Berne des Théâtres) — In Danzila venne rappresentata con molto successo ima nuova opera • Die bezauberte Base (La Rosa incantata) dell’organista di quella chiesa di S. Maria, sig. Markull. — Mendelssohn dirigerà a Londra sei grandi feste musicali. — In China, osserva un foglio americano, non vi sono meno di.Mio giornali, particolarmente dedicati alla musica. Ogni maggior città ha il suo teatro d’opera, ecc. Forse questa notizia c assai improbabile, poiché i nostri viaggianti eroi della musica non hanno finora mai pensato di beare il celeste impero coi loro concerti. — In Rotterdam esiste Un’Unione di canto sotto la denominazione • Cecilia». ove si canta l’Opera in musica, si beve pimeli e giuncasi alle carte! — In Colonia si costituirà un’Unione di strumentisti, il di cui intento è di riunire i più bravi artisti per formare un Istituto, dal quale possa risultare, come in parecchie altre città, una buona orchestra, e perché si tenga vivo e coltivalo l’ingegno nella musica. I membri verranno impiegali con stipendio fisso ed ulteriore pensione. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI dell’i. b. stabilimento NAZIONALE PB1V1LEG. 01 GIOYAAM RICORDI £’3lrt ire T (Expression 24 ÉTUDES yac(feJ et /FewJtccà tanna’ le Piano ou introduction à celles Op. IO «T 26 de Chopin et Op. 20 et fit) de l’Auteur 1600G-7 33) WA M WDXO Op. 90. fiotta’ te l3i<mo DE LOPÉRA ]©S7lH© DE AD. MW COHPOSEB PAR IF* 16094 Op. 87. ZIO BRILLANT tassate Piano n 4 aaiftiais SUR LOPÉRA DOTI SEBASTIEN DE DON1ZETTI COMPOSE PAH EDOUARD WOXFF Op. 98. i 59 4G IG0I7 GIOVANNI RICORDI poni’ Piano &&{&&& Op. 23. KIHTOKE-FBOPBIETAHIO Dall* I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Omenoni 17)20, con deposito per la vendila in dettaglio nei diversi locali terreni situati sotto il nuovo purlivo di fianco R.Teairt nlb: Scala.↑