Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 28

N. 28 - 9 luglio 1843

../Suppl. al N. 27 ../N. 29 IncludiIntestazione 10 gennaio 2022 25% Da definire

Suppl. al N. 27 N. 29

[p. 117 modifica]GAZZETTA MDSIGALË ANNO II. N. 28. DOMENICA 9 Luglio i 843. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dcU’annn si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figuralo si intitolerà AaDI MILANO

  • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et,

• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, retld tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timenls propres à l’émouvoir. • J. J. Roussemu. Il prezzo dcll’associazionc alla Gazzetta e all’.-ftifo/ogia classica musicale è <li elTett. Ausi. L. 12 per semestre, ed elTett. Aust. L. 14 affrancala di porto lino ni contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porlo ai diversi corrispondenti dello Studio ///cordi,.nel modo indicato nel Manifesto. F.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Hicordi,• contrada degli Oiticnoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli Ulfici pbstali. — I,clettere, igruppi, cc. vorranno essere mandati’franchi di porto. SOUMAnlO. I. Lkttp.ra dkl signor Fbtis sulle orchestre d’Italia.. II.Bibliografia. Cernii sulle, opere scientifiche del maestro Pietro Raimondi. - III. Biografia. Giovanni Nepomuceno Humrael. • IV. Cartf.ggio. - V. Notizir Musicali Diversi:. - VI. Nuove Pubblicazioni MuLETTERA DEL SIGNOR FÉTIS SULLE ORCHESTRE D’ITALIA (Continuazione. V. il numero 27). 1 pregio grandissimo ulte dar soAP^’pjg’iono gli Italiani ai talenti indiMEvidualt s‘ cl, e* prestano po’^(^tchissima attenzione alle bellezze di insieme ri). Senza debbio è da attribuire a questa causa la tendenza degli artisti di qualche merito ad isolarsi sempre, mercè un’eccezionale indirizzo del loro talento, tanto che, strettamente parlando, non vi ha punto una scuola in Italia, o per dir meglio, non vi ha unità di sistema. Ora, coni’è possibile ottenere, senza unità, qualche effetto d’insiemi)? Mi ricorda di Rossini che, appepa arrivato a Parigi, fu meravigliato all udire l’energia degli attacchi, e l’unità degli accenti dei violini e de’bassi. Questa unità è il frutto dell’eccellente scuola sistematica fondata dal Conservatorio. Nulla di simile esiste presso gli Italiani, i quali ove potessero acquistare una si preziosa qualità, ovvero se i filarmonici francesi potessero accoppiare alla loro bravura meccanica il genio naturale, e il vivacissimo istinto degli Italiani, si arriverebbe al bello ideale della musicale esecuzione. Ma trarrne qualche rara eccezione, le due qualità opposte troppo difficilmente si uniscono in un solo individuo. Si ingannerebbe a gran partito chi pigliasse in un senso troppo generale ciò ch’io dico della organizzazione musicale degli Italiani. Nelle città e particolarmente presso le classi la cui educazione è raffinata, essa ’ manifestasi con una viva sensibilità"^ all’atto di udire i prodotti dell’arte, con una memoria felice che si impadronisce dei passi più marcali, finalmente con una rara facilità nell’approffittare dello. (1) Ciò per altro non può dirsi a’giorni presenti, j in cui mercé il raro ingegno di Merendante nello comi posizioni concertate, gli italiani hanno imparalo a dar a maggior importanza a questo genere di musica, tanto

  • clic ultimamente qualche opera si sostenne nel. favore

I del pubblico solo perché ricca di pregi di concertazione. studio della musica, anche quando l’istruzione non oltrepassa i primi elementi. 11 popolo delle città, che non impara punto la musica come le popolazioni del nord della Francia, del Belgio, e della Germania, il popolo, io dissi, non addimostra la medesima altitudine in tutte le contrade dell’Italia. Una singolarità notevole ella è questa che codesta attitudine o disposizione organica non si trova appunto là dove avrei creduto riscontrarla più presto: epperò, nessun popolo mi è sembrato più antimusicale del Napoletano. Giammai non ho udito altrove cantar per le contrade in guisa più sgradevole, e con voci più incerte, stridule e false. E notate che codesto popolo |tanto garrulo e bizzarramente vivace e irrequieto, non canta di solito che melanconiche nenie, delle quali a mal’appena ponno dar idea le ’ canzoni de’nostri accattoni, i Lo stesso non è a dirsi delle zone tem! perate dell’Italia; le città della Lombardia, del Parmigiano e della Toscana sono rne| glio favorite dalla natura nel proposito della musica, Bergamo a questo riguardo è particolarmente notevole. Io mi vi trovava al! momento della fiera, durante la quale il I popolo passeggia per le contrade e canla quasi tutta notte; e vi udii de’frammenti del Marino Falie.ro cantati con ammirabile aggiustatezza e con delle voci più belle di quelle del teatro. Le cose che or dissi sul conto dell’organizzazione musicale del popolo italiano è a non dubitarne in assoluta contraddizione coll’opinione generalmente invalsa; il perchè provai non poca meraviglia osservando questi fatti che alteravano al tutto le mie idee. Si crede comunemente che col C recedere verso le regioni meridionali debansi trovare delle facoltà più favorevoli al culto delle arti, e in sostanza ciò è vero, ma i costumi di un popolo, le circostanze, l’organizzazione sociale, il governo, mille altre cause possòno modificare di guisa queste facoltà ch’elle appaiano come eliminate o almeno invilite; laddove una civiltà più avanzata, una educazione pubblica migliore ed altre cause secondarie possono produrre effetti conlrarii sopra popolazioni meno ricche di facoltà. Le cose si bilanciano in uno stalo normalese avvenga che le facoltà siano colla medesima cura coltivate da ambe le parti: in tal caso le regioni le più meridionali danno i migliori risultati, e questo è ciò che spiega perchè il maggior numero di musicanti di primo ordine, codesti figli prediletti dell’arte, sortissero dal seno delle popolazioni scadute nelle joro facoltà musicali, voglio dire Roma e Napoli; laddove le popolazioni dell’alta Italia non ne diedero che un numero assai minore. Osserviamo in oltre che le facoltà d’inverizione sono più comuni nei paesi posti a uu’ estremità dell’Italia, mentre quelle d’esecuzione lo sono in quelli dell’altra. Epperò Tariini è di Padova; Vivaldi; di Venezia; Pu gnani, Viotti, Somis,’di Torino; Paganini, di Genova, ecò. Sembrami che codeste osservazioni non.siano prive d! interesse. Parlai delle trasformazioni cui andò soggetto il gusto- degli italiani in fatto di musica; una delle prove più notevoli di questa trasformazione è lo sviluppo e lo studio perfezionato di vari stranienti, per lo addietro al tutto negletti. Trenta o quarant’anni fa il solo canto occupava tutti i dilettanti di’musica, in Italia; il pianoforte non vi era còhsiderató che come stromento per accompagfiare; e neppure nelle grandi città nòn riusciva facile trovarne un solo che fosse di valore appena discreto. Al presente quasi per tutte le case tu trovi un pianoforte; i maestri che lo insegnano, tra buoni, mediocri e cattivi, formicolano di ogni parte, perfino a Napoli, e molti dilettanti lo suonano bene. Il commercio della musica che ne’tempi andati limitavasi alla vendita dei pezzi di canto estratti e copiati dalle Opere in voga, si estende oggi alla musica stroméntale di tutti i generi, e le fantasie, i rondò, le arie variate non si vedono in minor quantità a Milano, a Firenze e a Napoli di quel che sia a Parigi. Gli affari degli Editori italiani si sono estesi al pari- di quelli dei Scldessinger e dei Tróttpenas. e l’importanza della casa Ricordi a Milano non la cede a verun’altra. Al cominciar di questo secolo l’intaglio della musica era si poco noto agli Italiani che luit’al più si incidevano sopra tavole di rame le grandi opere di composizioni del Sala, a Napoli, e si stampavano in caratteri mobili a Venezia nel IbOo i salmi di Marcello; ora si incide musica dappertutto. in Italia confe nelle altre regioni di Europa, e il mestiere del copista, altre volte sì florido a Venezia, a Roma e a Napoli, dà ora appena da campare ai pochi che lo professano. Adunque a’ nostri giorni la musica non si coltiva meno nella bella Italia di quello che si coltivava ne’ giorni della maggiore sua prosperità; soloehè la educazione cambiò di scopo. Mentre l’arte del canto vi è in islato di decadenza, quella dell’esecuzione stromentale vi fa molti progressi. Non fu per verità oggetto di piccola me [p. 118 modifica]raviglia per me l’udir Mercadante a dirmi: «Spero che sarete contento dell orchestra del Conservatorio e del talento dò1 nostri giovani stromentisti; ma per guanto riguarda il canto, trovo molte difficoltà, e la peggio di tutte eli’ è questa che manchiamo di voci». Si manca di voci, si manca di cantanti a Napoli? ma all’incontro si hanno degli stromentisti? si ha una buona orchestra? Davvero che per poco non mi credeva di sognare! e nondimeno, niente di più vero. Avrò occasione di ritornare su questo argomento in altra mia lettera, nella quale esaminerò l’attuale situazione dei Conservatorii di Milano, di Bologna e di Napoli, il sistema d’organizzazione di queste scuole, ciò che esse producono al presente e quello che promettono per l’avvenire. Fétis, padre Direttore del Conservatorio jli Brusscllcs. BIBLIOGRAFIA Cenni sulle opere scientifiche del Iti." Pietro /ttiimomli. Direttore del 11. Conservatorio di Musica in Palermo, ecc., ecc., ecc. No, che non è spento nel nostro italo suolo il seme della scienza musicale, chè anzi qui, ove germogliò, crebbe e diffuse i suoi rami, all’ombra dei quali si assisero coloro che sradicar ne volevano la verdeggiante pianta, più prolifico si diffonde, e d’una nuova benefica luce viene ad irradiare la nostra classica terra, a disinganno di chi ne vorrebbe.contendere la palma. Ecco una novella prova di quanto possa l’ingegno italiano, e se il nomedi Basily chiaro apparisce e fanno ad esso corona i nomi di altri illustri figli di questa fertile terra, fra i quali Santucci e Galli Eugenio W, quello di Pietro Raimondi emerge ed arbitro si asside in mezzo a loro. Si bene a ragione io dissi (quando diedi alla luce i miei cenni storici sulla Musica) che questo insigne maestro era il primo contrappuntista della nostra scuola; ed ora godemi l’animo di vedere ognor più confermata la mia opinione. Il suo ultimo lavoro intitolalo - Nuovo genere di scientifica composizione - è tale che il pone giustamente in sì alto seggio. Benché sia vero che gli antichi nostri maestri tutto percorsero il vasto campo della scienza del contrappunto, tanto che 10 nel rispondere al prelato maestro allorquando accusò i suoi coetanei d’inscienza contrappuntistica, ebbi a dire niun vantaggio poterne ricavare i viventi compositori applicandosi a questo ramo, perchè già esistenti esemplari superiori ad (1) Sul merito di questo maestro c delle sue Opere mi faccio lecito di pubblicare un brano di lettera a me diretta dal prefato signor Itaimondi. Cosi si. esprime 11 celebre contrappuntista. a Con sommo piacere ho ricevuto le bellissime fu» glie del signor Eugenio Galli, e soddisfazione granii dissima mi ha recalo un tale acquisto, ravvisando a in detto lavoro che non è del lutto estinto nella a nostra bella Italia il genero fugalo, onde di vero a cuore mi credo in dovere di fare i miei compiili menti ad un maestro clic sostiene l’onore della noli sira Scuola ormai quasi estinta. Sarei però di scn«.timenlo clic continuando il signor Galli a fare sili mili lavori tralasciasse di eseguirli per il pianoforti te, ma bensì li facesse per le quattro parti con mct«torvi le parole di qualche salmo, ed allora magli giormcn’c potrebbe risaltare il suo lavoro. Ragioii natissimo è il discorso clic il suddetto maestro fa a sul contrappunto, e sommo piacere sento nel vedere a clic combatte con forza la falsa opinione di coloro a clic dicono non essere necessaria la scienza perchè a ammortizza le idee dei giovani studiosi n.... ogni desiderio, conosco ora però di essermi ingannato, e di buon grado mi disdico e soggiungo che il nuovo lavoro di questo gran contrappuntista, non sólo non fu dai suoi antecessori intrapreso, ma neppure immaginato: e di fatti chi poteva mai porsi in mente di combinare in una sola composizione quanto erasi praticato separatamente? Come pensare a riunire alla fuga dei cànoni di tutti i generi, cioè canone per moto retto e per. moto contrario alla seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima ed ottava? Bello si è in oltre il vedere che, mentre la composizione non oltrepassa le otto voci e che la fuga tonale o reale agisce da per sè, di sotto si trovano sempre due canoni, uno alla seconda e l’altro alla terza per mòto contrario, uno alla settima e laltro alla quarta, ecc., ecc., ecc. Si osserva ancora che mentre una fuga si rivolta alla decima, l’altra aggravandosi si rivolta alla dodicesima nello stesso tempo, sia con uno o due soggetti differenti; e si osserva in fine che mentre un coro si rivolta alla decima e le altre quattro voci formano un canto differente, ■ nel rivolto alla dodicesima le suddette quattro voci eseguiscono le note situate nelle stesse caselle come quando cantavano nel rivolto alla decima. Vi si trova di più un piccolo esempio a sedici voci che nel mentre che un coro fa la sua fuga, sotto la stessa vi sono sei canoni differenti, cioè alla seconda, terza, quarta, quinta, sesta ed ottava, non riscontrandosi il canone alla settima per la ragione che ognuno può comprendere. Un simile lavoro meritar dove l’epiteto di mirabile; chè, se meraviglia arreca un oggetto che in sè racchiude molta bontà, bellezza e può dirsi per conseguenza perfetto, altrettanto lo spirilo nostro provar deve diletto ed essere rapito a maggior ammirazione quando gli è dato contemplare gli intellettuali sforzi, ai quali veruna forza d’ingegno non avealo per lo innanzi astretto. E questa, m’è duopo confessarlo, fu appunto la impressione che io ricevei, allorquando il celebre contrappuntista si compiacque, durante il mio soggiorno in Palermo, pormi sott’occhio il suo magnifico lavoro; e ben dolente mi sono di t’ion potere per ora tutte decantare le bellezze che in sè racchiude (chè lungo tempo si vorrebbe a passarle minutamente in rassegna) lo che però mi propongo di fare allorquando il nostro benemerito Ricordi ne avrà fatta la pubblicazione col mezzo dei suoi torchii, la quale io spero il suo celebre autore vorrà corredare d’ogni spiegazione tecnica, affinchè la gioventù studiosa possa approfittarne ed ammirare così ogni artistico segreto. Prima di dar fine a questi cenni sulla Opera di Pietro Raimondi mi è grato potere annunziare al pubblico che il suo Oratorio intitolato - Il Giudizio Finale ha avuto in Palermo la sua prima esecuzione, la quale fu sostenuta da una numerosissima orchestra e da una non indifferente quantità di voci. Quest’altra grandiosa composizione, che racchiude in sè molti cori stupendi di tutti i generi, ed ove del pari si manifesta grandissima la scienza contrappuntistica, ebbe quel successo che giustamente era da aspettarsene. Speriamo che in breve ad altre regioni della nostra Italia sarà, dato ammirare, come avvenne in Palermo, quest’altro lavoro del celebrato contrappuntista, e con esso venir comprovato ai malevoli che gli Italiani furono, è sono sempre - maestri di color che sanno. Lucca, li 98 Giugno 18«. Giovanni Pacini. BIOGRAFIA amni hsfoiocsuo mim Questo celebre fondatore in Germania di una nuova scuola di esecuzione sul pianoforte c di composizione veinbre 1778. A soli’ quattro anni cominciò’ ad apprendere gli elementi di musica da suo padre professore di violino dell’istituto musicale di Warlberg. Avendo l’imperatore Giuseppe II soppresso quello stabilimento, Kummel dovette trasferirsi a Vienna ove Mozart, meravigliato dalla portentosa precocità del fanciullo, -quund’anche avesse una ripugnanza quasi invincibile. a dar lezioni, S’incaricò dell’educazione musicale di lui a condizione però ch’eì seco dimorasse c per tal modo potesse aver agio di sorvegliare continuamente i suoi studj. L’allievo mostrossi degno del sommo maestro, e due anni dopo percorse l’Olanda, l’Inghilterra, la Scozia, la Danimarca e varie città dell’Alcniagna, ovunque eccitando trasporti di ammirazione colla linda c sicura sua maniera di toccare il pianoforte c colle spontanee improvvisazioni; in cui sì di buon’ora già prodigiosamente riusciva. - Egli per la prima volta si produsse in.pubblico in un concerto da Mozart dato a Dresda nei 1787. Ad Edimburgo il piccol pianista pubblicò alcuqc variazioni, sàggio primaticcio del suqjngcgno la cui dedica fu accolta dalla Regina d’Inghilterra.-Sei anni durarono que’viaggi; quindi ritornato a Vienna, si per assecondare il proprio impulsò, conte per obbedire’ al suo genitore che con eccessiva severità incessantemente lo costringeva al lavoro, si applicò col maggior impegno allo.studio della composizione; dal profondo Albrechtsbcrger venne. nel contrappunto, e potè avere il vanto di attignere le più arcane cognizioni scientifiche all’istcssa fonte, alla quale ebbe ricorso Beethoven. Il riputalissimo Salieri amichevolmente gli diede utili consigli di canto c di stile drammatico. Nel 1805 il principe Eslcrhazv offri al giovane Kummel il posto di maestro della’sua cappella; ncll’istessa epoca venne altresì ricercato dal Barone Braun direttore del teatro imperiale; egli accettò le offerte del principe senza rinunciare alle scene. Nel mentre adempiva all’assunto incarico e scriveva per la chiesa varj pezzi, iin dalla bella prima sua messa ottenendo l’approvazione di Haydn, ne’ teatri viennesi produceva la musica di cinque balli, e faceva rappresentare alcune opere c fra le altre la Matilde di Guisa, applaudita partizione sopra un melodramma del Dupaty tradotto. Dalla Biografia Universale del Fétis, da noi consultata nel compilare.questi cenni, rilevasi clic sebbene Kummel, all’età di vcnlotto anni, avesse acquistato in Germania non volgare rinomanza in ispccic per la sua musica istruincntalc c come pianista, pure il nome di lui era tuttavia ignoto in Francia allorquando nei 1800 Cherubini, di ritorno da Vienna, carco di gloriosi allori per la sua l’aniska, seco portò la grande fantasia in mi bemolle (Op. 18.) clic nell’istesso anno fece eseguire al concorso del Conservatorio. Qursto fu il primo-pezzo di Kummel, a Parigi pubblicamente udito: i soli artisti lo compresero, ma il successo presso questi bastò per stabilire la fama del nuovo compositore, c da quel momento le opere di lui ivi vennero da ciascuno ricercale. - Qui sarebbe il luogo di accennare quale enorme diversità passi fra le cosi dette fantasie della giornata c quella di Kummel che, unita a questo numere d st 1 oc agli associali della Gazzella Musicale di Milano. In questa ad ogni tratto rifulge l’inspirazione, il sentimento, ed ognora domina la chiarezza, la spontaneità, la magistrale condotta, l’indipendenza negli sviluppi c nelle forme, il’giusto colorito nella distribuzione, l’eleganza c sobrietà negli ornamenti, in una parola quanto di più eletta emana da vivificante estro melodico, da profondità armonica, da sicurezza scientifica, e serve al non esageralo risalto di tutte le risorse dell’istromcnlo c della valentia del suonatore. Nelle altre invece, oramai rese presso clic l’esclusiva palestra di ogni moderno concertista c di ogni dilettante, il molto fantasia, come già dicemmo in diverse occasioni, pare posto per ironia: tutto, ad eccezione delle immagini proprie, de’ ragionati c coscienziosi risultati musicali, in esse confusamene ora frammischiasi «un sistema sì uniforme, elio, meno le altrui favorite £ melodie sulle quali il pot-pourri si fonda, trovatisi quasi £ sempre gli stessi passi, le medesime combinazioni, ) gli uguali intrecci. Qual efficace e- durevole effetto <5 puossi mai attribuire ad una musica priva d’immagi- fi [p. 119 modifica]- H9 nazione? A clic essa fra qualche anno potrà servire?... Gli odierni accozzato» di fantasie per pianoforte pospresto persuadersi del.grave danno che pii’ arte ’essi dall’abuso di fantasie senza fantasia proviene. 11 vedere che la magnifica opera diciottesima di Huriimcl dopo sette lustri splende tuttavia di freschezza ed appar deliziosa, dalla loro aberrazione li tolga! Si ritorni alla fine ad una musica più coerente, valida ed espressiva, e l’arte rientri nel suo jloNel 1811 Hummcl, per troncare la nostra digressione, abbandonò il servizio del principe Esterhazy e per cinque anni a Vienna con generale plauso resesi benemerito a dar lezioni di pianoforte. Poscia il He di Wurtemberg Io nominò suo maestro di cappella, e verso il 1820 passò al servizio del gran Duca di Sassonia-Weimar, carica onorevolmente da lui disimpegnata fino alla sua morte. Approfittando de’mesi di congedo, dapprima a piedi intraprese un viaggio fino a Pietroburgo eila Mosca ch’ebbe a fruttargli onore e lucro. Si fu in questa ultima città che Ficld, stimando moltissimo per fama, e non conoscendo di persona Hummcl, che a bella posta, si volle tener celato, dopo averlo udito improvvisare sopra un tema da lui precedentemente suonato, esclamò come fuori di sé per l’entusiasmo: Voi siete Hummcl, o il diavolo! -.Nel successivo 1825 percorse l’Olanda ed il Belgio, poi nel 1825 recossi a Parigi, ove ritornò nel 1850, ma in questo secondo viaggio non ebbe la propizia sorte del primo: cosi gli accadde anche a Londra, nelle sue ultime gite artistiche essendosi rinvenuto una certa qual gravezza nell’esecuzione di lui che gli faceva non di rado rallentare i movimenti ne’ passi difficili. Era il marzo del 1827, allorché a Weimar corse’ voce che Beethoven era agli estremi di sua vita.’Kummel fu tosto a Vienna per riconciliarsi coll’illustre suo condiscepolo, col quale già da mollo tempo trovavasi in dissapore a motivo di risentili alterchi fra loro avvenuti per rivalità di successo e per disparità di opinioni. L’uno però conservava stima dell’altro. Hummcl, giunto ài letto di Beethoven, nell’abbattuta fisonomia di questo scorgendo i sintomi di una prossima fine, proruppe in dirotte lagrime. Il morente maestro gli stese la mano, si abbracciarono, e tutto in quello straziante e sublime istante venne obbliato. Il giorno 2G l’inarrivabile compositore-sinfonista cessava di vivere: il superstite suo compagno sinceramente se ne accorò e lo si vide pieno di mestizia tenere uno de’ fiocchi del drappo mortuario. - Dicci anni più tardi, cioè il 17 ottobre 1857, in Weimar suonava anche per Hummcl l’ultima ora; ripullulanti attacchi d’idropisia lo condussero alla tomba. 1 suoi funerali furono.quelli di un grande uomo; il lutto pubblico ne formò la pompa. Nella sua vita ordinaria questo maestro di preclari la- j lenti allettava una bizzarra trivialità: allorché era di mal j umore parlava con disprezzo dell’arte alla quale do- j veva la sua gloria e le sue ricchezze, e non sembrava I apprezzare altro che i vantaggi pecuniarj clic dalla; musica ritraeva. Quale idea vi preoccupava quando J scrivevate il gran Settimino? gli si ebbe a domandare.; - Io pensava al mucchio di scudi clic ne avrei ricavato, ci rispose. Simile in ciò al vecchio Rembrant, soddisfaceva la sua passione per l’oro in ogni modo possibile. Vuoisi abbia lascialo a due suoi figli centomila talleri in contanti (570,000 franchi circa) ed una preziosa collezione di regali, fra cui non meno di trentasci anelli in brillanti del maggior valore, trenlaquattro tabacchiere in oro e ccntoquattordici orinoli. La sua foggia di vestire era alquanto grossolana e negletta. Spesso, e senza alcun riguardo al luogo in cui si trovava ed alle persone presenti, si teneva coperto il capo con una berretta di cotone nero o bianco. Ben difficilmente al primo vederlo in esso potevasi pronosticare un eminente musicista; la sua fisonomia, il singolare abbigliamento di lui, i trasandati suoi modi avvicinandolo assai più al celo del mercante che al rango di Cavaliere della Legion d’onore di ’cui venne insignito pel raro suo valore nella musica. Félis, distingue in Kummel Ire artisti differenti: l’esecutore, l’improvvisatorc ed il compositore, ognuno de’quali crasi meritata I ammirazione degli intelligenti. Nell’esecuzione continuando la scuola mista di Mozart, perfezionandola co’ principj di un meccanismo regolare nitido, uguale, legato, attinti; giovanetto ancora, da Clementi nel soggiorno da lui fatto a Londra e rendendola più brillante e variata per varie innovazioni da lui introdotte ne’processi della produzione de’suoni, fondò una nuova scuola tedesca alla quale si sono formati con speciali modificazioni non pochi pianisti divenuti celebri. Fra i suoi allievi annoveravansi Hcnsclt, Killer, Benedici, Schobcrlcchhcr, Mircki, ecc., non che Lichlenlhal (I). L’epoca di Kummel segnò in Germania • un’era di progresso e di trasformazione pel pianoforte. In seguito a maggiori difficoltà si cimentarono; l’aumento JS. sensibile della pòtenza sonora dell’istromcnto ha spinto Vtj alcuni grandi suonatori nella ricerca dello sviluppo di que8-g^ja (1) Non va taciuto che il celebre dottore I.ichtenthal da Ilummel ebbe molte lezioni di composizione. Sgn Ciò onora tanto il maestro quanto l’allievo. sta potenza e del modo di ravvicinarla a quella dell’orchestra; da ciò ne derivò clic Kummel negli ultimi suoi anni fosse tacciato di debole cavata; da nessuno però venne mai superato nella purezza e correttezza di portamenti, nella nitidezza e morbidezza di tocco, nella dolce espressione e nel conveniente colorilo; egli preferiva ingenerar nell’anima una serie crescente d’impressioni grate e soavi coll’incanto de’ pensieri musicali, piuttosto clic sorprendere collo sfoggio d’immani difficoltà, in ciò ben diversamente operando da’ moderili istromentisti si proclivi a trascurare l’idealismo della loro arte per sottostare all’impero del meccanismo. Nell’improvvisazione Kummel ha spinto si oltre l’arte di’servirsi di idee transitorie, di regolarmente disporle e con graduazione chiaramente svilupparle e di formarne un ben coordinato tutto, che, eccettuatine alcuni passi impreveduti e di slancio fantastico e ad onta di non poche ardite transizioni, sembrava eseguire composizioni studiate piuttosto che parti di una inspirazione momentanea. In esse cravi siffatta loggia • dria ne’soggetti, tale felicità e naturalezza nella maniera di unirli ed intrecciarli mercè cffctluosc imitazioni, che l’uditore non poteva a meno di ammirarle dal principio al fine. Il pianista presburghese-, poco curante dapprima delle, sue fantasie all’improvviso, cominciò più tardi con tutti coloro clic’l.’aveano udito a lamentar di non poterne conservare le innumerevoli bellezze. A questp scopo propose un premio a quel fabbricatore di un pianoforte, il quale col mezzo di una ripercussione interna avesse potuto ottenere di riprodurre sopra una carta collocata ad un tal uso quanto il pianista avrebbe eseguito; e si asserì ci medesimo aver steso un programma in cui cravi indicato il meccanismo che approssimativamente sarebbe occorso..L’istromcnto venne costrutto ina per la soverchia sua imperfezione fù ben ’presto lasciato in non cale (i). Molte stupende produzioni per unanime consenso hanno collocato Kummel nel rango de’ più grandi compositori istrumcntali del secolo XIX; massime né’pezzi per pianoforte. Una tale opinione è pienamente giustificata dal Settimino in re minore (Op. 74), per molte ragioni l’opera più perfetta clic esista per pianoforte concertato con istromcnti misti e che continua a formare la risorsa de’ più acclamali suonatori; dal magnifico Concerto in la minore (Op. 85), dall’altro non meno bello in si minore, del primo trio (Op. 12), da quello dedicalo a Cramer; dal Duo col violoncello (Op. 104); dalla famosa sonala a 4 mani (Op. 92);’ dalle sonate per pianoforte solo (Op. 15. 81 e. 100); li dalla fantasia di cui più sopra abbiamo ragionato; jl dalla polacca alla bella capricciosa; d’alcuni sludj, cec. j Tutte le. opere ora menzionate ed altre che per bre- j vità abbiamo tralasciato d’enumerare, se non per | istraordinaria originalità, emergono per tutte le più j peregrine qualità della giusta e finita arte, di scrivere | per pianoforte congiunte a’canti chiari, nobili, eleganti e. graziosi, in modo ch’elle ponilo indicarsi agli stu-; diosi quali incensurabili modelli. Cionultamcno tutti! questi pregi, per quanto buoni ed apprezzabili siano, non possono lollare cogli slanci di genio, e. cogli animati, forti ed elettrizzanti concepimenti ili Beethoven. Una bella composizione di Kummel lascia nello spirilo l’idea della perfezione, ma il piacere ch’ella cagiona | non si spinge mai fino al delirio. Beethoven al. con- • trario, ad onta delle sue irregolarità e della sua indi-; pendenza contrappuntistica e di fattura, colla sovrana i potenza della immensurabile sua immaginazione prò-! duce, delle elevate ed indefinibili sensazioni, agita, commovc, soverchia, nella memoria imprime indelebili ri- j membranze. Se la maggior parte della musica di cui Oggidì si fan risuonarc gli inniiinercvoli pianoforti meno informemente si allontanasse da quella di Beo-; thoven e di Kummel certamente il signor Heine non i avrebbe avuto la temerità di stampare (coinè si osserva anche nel N. 25 di questa stessa- Gazzetta) clic i battimenti arci-prosaici del pianoforte uccidono il nostro pensare e sentire, clic diventiamo stupiili ed imbecilli (!!!) Nella musica di quartetti ad istromcnti d’arco, di sinfonie, nella drammalico-vocalc e più in quella religiosa Kummel fu pure un uomo di non comune ingegno senza che possa qualificarsi per un capo-scuola. - Un altro e non meno splendido monumento innalzi) alla propria gloria ed all’incremento della bell’arte col Metodo completo teorico-pratico per pianoforte, terminato nel 4827 ed edito in’tedesco, francese, italiano ed inglese a Vienna presso Haslingcr, che ne rimunerò l’illustre autore con dicci mila fiorini. In questo importantissimo trattato didascalico Kummel pel primo espose un sistema abbastanza ragionalo degli artifizj(1) Il torinese Masèra, abilissimo meccanico, fabbricò in questi ultimi anni un islromcnlo da lui denominato Musicografo, con cui sovra un cartoncino restano segnale le note col rispettivo loro valore e con tutti i.loro accidenti, quali vengono eseguite. Del musicografo si parlò in questa Gazzetta Musicale N. 18 1842; Il sig. conte Giulio Litta da munificente protettore degli artisti musicali lo acquistò generosamente ricompensando il Masèra. di digitazione, sopra particolari leggi e basando tutte le difficoltà e le infinite i pernio incontrarsi nella successiva e nella contempo- ’ ranca percussione delle dita sopra i tasti. La quantità (anche eccedente) di passi, di movimenti, d’cscrcizj ili I ogni genere rendono più atto questo Metodo ad esser dagli studiosi consultalo quale indispensabile dizionario pianistico, piuttosto clic conveniente ad esser presentato agli apprendenti, che non ponno a meno di rimanere alquanto spaventati dalla voluminosa mole del libro, a cui ogni cultore di pianoforte pel suo meglio dovrebbe ricorrere. Sino a tanto che sarà in onore il bello e corretto scrivere che costituisce la musica classica, caro e veneralo suonerà il nome di Kummel presso i ben veggenti pianisti. ls. C. CAllTEGGIO. Firenze 50 Giugno 1845. Siccóme non amo dì narrarvi cosa di cui io non sia stato testimone, e clic la non mi sia apparsa di un qualche interesse artistico, perciò a poche si riducono le notizie musicali della trascorsa primavera, clic a soddisfar la vostra curiosità mi nerìngo ora a cc Con gran concorso di spettatori e con generai soddisfazione per molte e molte sere nel nostro picco! teatro della Piazza vecchia venne rappresentata un’operetta del maestro Fioravanti intitolata - Il ritorno di Columclla (olim Pulcinella)- dall Università di Padova. - Questo genere ili musica familiare clic inspira brio, gaiezza e vivacità, del quale si fa uso particolarmente, nei teatri secondari della citta ili Napoli, ove brilla pei vezzi particolari del dialetto napoletano, in clic per lo più son scritte le parti buffe, sembra meglio adattarsi ai piccoli teatri di quel che convenga riprodurre in essi la sbiadita miniatura delle grandi Opere serie, come meschinamente si è veduto fare della Semiramide, della Norma, del Mariti Fallerò, del Roberto il Diavolo e di mille altre. Il dare una vita più attiva all’opera comica e il produrla costantemente nei piccoli teatri potrebbe oggi solleticare il gusto degli amatori della bell’arte e recar sollievo al loro spirito, che non può a meno di essere stanco delle scene crudeli e delle turpi passioni che di continuo si compiace presentarci l’odierna opera scria. Nel tempo islcsso si verrebbe ancora ad offrire un mezzo ai giovani maestri di render più facili i loro tirocini! nella composizione della musica drammatica, giacché il brio ed il fuoco giovanile ponno tornar ad essi di maggior risorsa nel trattar questo leggiero stile, anziché esser loro di giovamento nello svolgere quello proprio all’Opera seria, col quale oggi quasi per necessità son costretti ad esordire, e per il quale abbisogna maggiore espertezza nell’arte, più profonde cognizioni estetiche e. reiterati esperimenti. Nel teatro della Pergola si apri la stagione ili primavera col Roberto il Diavolo a cui succedette la Norma, e si chiuse colla nuova opera II Conte di Cavagna espressamente composta dal maestro Tcotlulo Mabellini. Del merito delle prime opere non occorre, far menzione pcr.csscr quelle ormai abbastanza note; posso dirvi soltanto che qifcsta volta esse eccitarono ’ in noi una più viva sensazione per la maniera con cui furon sostenute le parli di Isabella nella prima, e di Norma nella seconda dalla abilissima attrice-cantante AnnaBarbieri-Nini, la quale mercè gli sludii dell’arte i più assidui, ed i consigli di clic le furon cortesi alcuni valevoli maestri, ci sembra giunta ad un tal grado da potersi estimare uno dei sostegni della gloria musicale italiana. In quanto alla nuova Opera del Mabclliui, abbcnchè, coni’è naturalissimo in (alleasi, varie corrano di essa le opinioni; è voce generale possedere il giovine maestro un ingegno non comune unito al possesso di estese cognizioni nella parte, materiale dcli’arte, delle quali facoltà egli ha saputo far. buon-uso in varii punti di questo suo ultimo lavoro. Per la gloria e. per la fortuna dell’autore noi desideriamo a questa opera un felice successo, nel resto d’Italia, giacché quello pienissimo clic ottenne presso di noi non può sottrarsi ad un sospetto di patriottica predilezione, e dirsi al tutto indipendente da una benevolenza personale clic a buon drillo il Mabcllini si è in generale acquistata per la eccellenza del suo carattere (I). Le vacanze del maggio e le molte occupazioni degli artisti nel mese di giugno impedirono alla nostra società filarmonica di dare alcuna delle sue solile accademie. Avemmo bensì in questo tempo due esercizi di studio, nel primo dei quali si potè gustare imo dei bei Quintetti per stroinenti a corda di Francesco Krommer frammisto alla rcpctizionc di alcuni còri dello Staimi rossiniano, e nel secondo si decifrarono per la prima volta col solo accompagnamento del pianoforte le. Sette parole di Merendante. Terminerò questa mia col darvi ragguaglio della (1) Sul mento della nuova opera del Mabelhni veg-? gasi l’articolo dato nel foglio scorso di questa Gazzetta! f [p. 120 modifica]-120 o precedente abbelliva le feste civiche del S. Giovanni con un grandioso trattenimento musicale, il di cui provento venia destinato a-total.benefizio degli Asili.infantili di carità. Vi si eseguirono le Quattro star/ioni di Haydn sotto la direzione dell’abilissimo maestro Pietro Romani, e la signora Carolina Sabaticr-Unghcr, insieme coi signori maestro Ferdinando Ceccherini ed Ab. Pietro Federighi vi sostennero le parti principali del canto. Questi nomi sono a voi già notissimi, perciò stimo inutile il dirvi come ognuno degii ottimi artisti eccellentemente sostenesse la sua parte, bua leggiera indisposizione di salute avendo impedito al professore cavaliere Giorgetti di condur l’orchestra, occupò il suo posto il valentissimo sig. Gaetano Bruscagli uno fra i nostri migliori primi violini e direttori d’orchestra. Componeasi questa di quasi duecento individui, e’circi trecento coristi vcdcansi schierati in faccia a plaudente pubblico, fra i quali rfotavansi i maestri primari della città, il fiore dei dilettanti, le più distinte signorine, ed anco alcune dame d’alto lignaggio sì nazionali clic estere, mossi tutti non tanto dall’amore per l’arte, quanto dal desiderio di compiere un’opera filantropica. I pezzi d’insieme che maggiormente incontrarono il pubblico favore furono, il coro della tempesta, quello della caccia, e l’altro della vendemmia. In quanto alla parte pittorica affidata all’orchestra colla quale Ilaydn ingegnasi di dipingere, alla immaginazione dell’uditore il saltellar degli armenti, il guizzar dei pesci, il ronzio delle api, il canto degli’uccelli, il levar del sole e cose simili, la trascorso tutta inosservata ed inapprczzata dagli uditori, lo che. provar potrebbe essere vero clic l’energico linguaggio delle passioni perde la sua forza e la sua. significazione allorché lo si voglia costringere ad esprimer cose estranee alla sua natura. E certamente Haydn fu di tale avviso, giacche limitò la parte pittoresca di questa sua bella composizione a non essere che un piccolissimo accessorio. L’esecuzione nel suo tótale riesci piuttosto felice, ma la -non superò quel grado di ordinaria perfezione che fra noi comunemente incontrasi (I). La musica classica richiede anco una classica esecuzione, la quale in questa circostanza non ci fu dato ottenere fino a quel punto a cui si giunse in altre simili occasioni, essendosi, disgraziatamente frapposti ora a’euni impedimenti, fra i quali è da notarsi la ristrettezza del tempo concesso alle prove, e Jc inesattezze della vecchia copiatura dcilc parti, taluno delle quali neppur si confrontarono col testo. Vogliàmo sperare che simili inconvenienti non saranno per accadere nelle altre volte in cui per l’incremento dell’arte veder si vorranno riprodotti simili grandiosi trattenimenti musicali. Credetemi, ecc., ecc., ecc. Picchiatili. (i) Vedi il cenno già dato intorno a questo Festival nel foglio scorso. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE - Trieste. Luigi Sartori concertista di pianoforte che in Francia, nei Belgio ed in Alcmagirachbe il più U,m MtmSSTltett dfTÙff; M» il giovane maestro Dominiceli! nostro compatriota, il parte lodevolmente sostenuta da dilettanti. (Du lettera) — Vienna. Augusto Lanncr, figlio del defunto Giuseppe, in età di S anni, si fece udire il 22 giugno in uno de’ nostri favoriti locali, coll’orchestra di suo padre, alla presenza di circa 2uno uditori, con applauso generaie c straordinario. Egli suonò i Schiinbrunner If alter colla medesima esecuzione e tutte le particolarità che caratterizzavano quella di suo padre. Il giubilo fu grande; molli occhi si bagnarono di lagrime, c ir ragazzo venne portato in trionfo a sua madre. In appresso egli esegui V Hans-Iiìrgel-Polka, coll’istesso rumoroso applauso; ambo i pezzi furono da lui ripetuti due volle, c a memoria. Egli ha una eccellente arcata. giustifica le migliori speranze, c fa molto onore al suo maestro Raab, direttore attuale dell’orchestra. — Le Due de Bragance, nuova grand’opera;di Donzelli, fu accolta da S. 51. la Regina di Pórtogallo, la quale per ora inviò al celebre maestro un graziosissimo rescritto. (Gazz. Jtfus. di Vienna) Rivista delle accademie date a Vienna nella stagione di concerto’di quest’anno. L’Unione Musicale.. N. -il Per pie beneficenze..» 21 Concerti spirituali» 4 Concerti filarmonici * 3 Concerti gratis... *45 Pianisti.... -14 Violinisti..... 20 Cantanti.... >» 10 Flautisti..... 2 Strumenti varj...» 5 Maestri compositori... 3 Autori -2 Concerti misti... ■ 7 Somma 120 (Gazz. Mus di Piemia). — Ernst diede ormai otto accademie di musica a Copenhagen ogni volta in presenza di non meno di 3000 uditori; nel penultimo ed ultimo concerto dovette ripetere il suo mirabile Carnevale di Venezia. Egli fu inoltre invitato a suonar tre volte a Corte. Dato il giorno 8 giugno l’ultimo suo concerto a benefizio di una pia instituzione, parti per Londra, passando per Amburgo. — Donizetti ricusò noie scritture offertegli, e pensa, dopo aver messo in iscena ambe le sue nuove opere a Parigi, di darsi qualche riposo. L’altra sua nuova opera Caterina Cornaro, è destinata per Napoli.. [Gazz. Teatr. di Vienna) icRerc in iscena V/ ” „. nuovo libretto di Royer e di’Vacz. — Il signor Felice Le Couppcy fu nominato professore d’armonia e d’accompagnamento pratico al Conservatorio. — Fagqbknbergbks (passo di Calaisj. Il consiglio municipale, dietro proposizione del «mire sig. Gottincaux, prese due decisioni, clic hanno per iscopo di rendere omaggio alla memoria di Monsignv. Fella prima decisione saranno prelevati dei fondi sul budget comunale onde concorrere allc spesc del monumento clic gli si eleva, pclla seconda la strada principale clic conduce alla piazza e nella quale è nato il celebre, compositore porterà il suocnome. — Aquisgrana. Il ventcsimoquinto festival del Reno fu ultimamente celebralo in questa città sotto la direzione del maestro di cappella Reissiger; il numero degli esecutori, compresi i cori, s’elevava a seicento. Li serata cominciò col Magnificat di Durali! riveduta dal sig. Turangi maestro di cappella di Aquisgrana; dispiacque clic in strumentazione i a stata ri questo nuovo lavoro egli abbia abusato troppo degli strumenti di ottone. Venne quindi una sinfonia di Mozart, quindi il Sansone di HSndel, la cui esistenza è oramai secolare, essendo stato scritto questo magnifico oratorio nel 1743. Il successo dei cori fu completò. La seconda serata cominciò colla sinfonia eroica di Beethoven: si sa che l’autore arca da principio intitolato questa sinfonia Bonaparle, titolo che fu sostituito dall’attuale quando Napoleone nionlò sul. trono; si eseguirono poscia un.inno di Woglcr, mediocre lavoro come era mediocre la sinfonia del sig. Turangi, alcuni inni di Cherubini, fra i quali Inclina Domine, c furono accolti con entusiasmo. La serata Gn’t con un salmo di Reissigcr direttore del festival. ^ — Il celebre Compositore Sphor è atteso a Londra per Siuo!laquale dc’e ese8mrc u“suonuovo t0"cerl° settcmbre*,élquM?o^iCBilrmtogham*fa|dtO ddfo’stésso - Il Times del 17 giugno contiene un articolo sul pianista Hallé di cui offriremo un estratto • Sivori fu secondato nel suo concerto da un grande artista, dal pianisa Hallé, clic ha eseguito un frammento del concerto ‘ in mi di Beethoven ed aldini pezzi di Listz c di Timisssssr-sss nella musica di Beethoven, di cui possiede la più per, gore c la nettezza della diritta: le riputazioni di Parigi non trovano sempre un eco a Londra, ma Hallé ha mostrato di essere al livello della propria a. - Lo Slabat di Rossini fu eseguito a Londra il 12 giugno con una sinfonia composta espressamente da Merendante, c clic c una specie di potpourri dei temi i più eminenti del sacro capolavoro. Il principale successo fu ottenuto dai eori; essi soli, dice un critico, varrebbero la Spesa del biglietto. Fornasari nell’aria Pro peccatis non ha corrisposto all’entusiasmo eccitalo da lui nei dilettanti Inglesi; lo si scusa dicendo che era violentemente raffreddato. — Un Magnificat composto dal conte di Wcstmorrlnnd fu eseguito ultimamente a Berlino col più grande effetto da duecento membri dell’Accademia Reale di canto di quella città. Questa produzione d’origine aristocratica è scritta nel moderno stile di musica eccle’ S siastica, e merita il’essere.citata pei ricchi effetti d’ar’s monia chc.abbondano nei cori. — Granata, Un compositore di questa città, che ha y già ottenuto un primo successo teatrale, fece eseguire u una seconda opera intitolata Las Treguas de Tote- U maida (la Tregua di Tolemaidc). Egli ha ottenuto dai 1 suoi concittadini qucH accoglimcnto entusiasta, che nelle città di secondo ordine pou manca quasi mai alle produzioni indigene. In musica come in letteratura non si si ubbriaca più facilmente in nessun modo, quanto col vino del territorio. — Si stanno facendo dei grandi preparativi pclla prossima stagione al teatro italiano di Parigi. Mariadi lìohan è la più importante forse delle opere che verranno eseguite durante l’inverno. Le parti sono già distribuite e furono date le commissioni perle decorazioni; Mariadi lìohan sarà messa in iscena con molto lusso. La Grisi sarà la protagonista, 5Iario il conte di Chablis, e Ronconi il duca di’ Chevreusc. Non sembra pure difficile che la direzione faccia eseguire quest’inverno il Misererò di Donizetti, opera che ha prodotto, come il nostro giornale ha già accennato, una grande sensazione a Vienna. — Al teatro d’Atene VAvventura di Scaramuccia ottcnne.il più felice successo. — Il Corrado d’Allamura di Federico Ricci ebbe anch’csso a Barcellona un esito splendido. La Goggi, Verger ed.il basso Alberti ebbero dei momenti assai felici, e interpretarono questo eccellente spartito in un modo assolutamente lodevole. * NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI. H. STABILIMENTO NAZIONALE PB1V1LEG.0 DI GIOVAVA! RICORDI MUSICA DEL M ©imam iwvmi Sono pubblicali diversi pezzi per Canto con accompagnamento di Pfle. 11 completamento sta sotto i torchj per essere in breve pubblicato. URLI DI RODI dohihiti Sono pubblicali i seguenti pezzi ridotti per Canto con uecomp. di Pfle. 14902 Introduzione, Coro, Ed è ver?.. Fr. 1 25 145)03 Ree. e Cavatina, Quando il cor da lei piagalo, per T ni — 14904 Scena e Cavatina, Cupa fatai mestizia, per S n 5 SO 14905 Scena e Cavatina, Gemea di tetro carcere, per Baritono no — 14-9i0 Ree. ed Aria, Alma soave e cara,per T.n f 50 14911 Scena e Duetto, Ah! no, l’inganni... ascoltami, per T. e B....no — 14901 Sinfonia per Pfle solo n a 75 Il completamento e. le altre’ diverse riduzioni verranno pubblicate quanto prima. GIOVAKA’I RICORDI CDITOBE-PBOPBIETABIO. ÌV0< Si unisce a questo foglio il pezzo 3V. 6 deH’AATOI.OGLl CLASSICA MUSICAI/E Dall’I. E5. Stabilimento A’nzionnle Privilegiato di l’oleografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVAA’A’I RICORDI Contrada degli Omenoni N. 1720.