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- H9 nazione? A clic essa fra qualche anno potrà servire?... Gli odierni accozzato» di fantasie per pianoforte pospresto persuadersi del.grave danno che pii’ arte ’essi dall’abuso di fantasie senza fantasia proviene. 11 vedere che la magnifica opera diciottesima di Huriimcl dopo sette lustri splende tuttavia di freschezza ed appar deliziosa, dalla loro aberrazione li tolga! Si ritorni alla fine ad una musica più coerente, valida ed espressiva, e l’arte rientri nel suo jloNel 1811 Hummcl, per troncare la nostra digressione, abbandonò il servizio del principe Esterhazy e per cinque anni a Vienna con generale plauso resesi benemerito a dar lezioni di pianoforte. Poscia il He di Wurtemberg Io nominò suo maestro di cappella, e verso il 1820 passò al servizio del gran Duca di Sassonia-Weimar, carica onorevolmente da lui disimpegnata fino alla sua morte. Approfittando de’mesi di congedo, dapprima a piedi intraprese un viaggio fino a Pietroburgo eila Mosca ch’ebbe a fruttargli onore e lucro. Si fu in questa ultima città che Ficld, stimando moltissimo per fama, e non conoscendo di persona Hummcl, che a bella posta, si volle tener celato, dopo averlo udito improvvisare sopra un tema da lui precedentemente suonato, esclamò come fuori di sé per l’entusiasmo: Voi siete Hummcl, o il diavolo! -.Nel successivo 1825 percorse l’Olanda ed il Belgio, poi nel 1825 recossi a Parigi, ove ritornò nel 1850, ma in questo secondo viaggio non ebbe la propizia sorte del primo: cosi gli accadde anche a Londra, nelle sue ultime gite artistiche essendosi rinvenuto una certa qual gravezza nell’esecuzione di lui che gli faceva non di rado rallentare i movimenti ne’ passi difficili. Era il marzo del 1827, allorché a Weimar corse’ voce che Beethoven era agli estremi di sua vita.’Kummel fu tosto a Vienna per riconciliarsi coll’illustre suo condiscepolo, col quale già da mollo tempo trovavasi in dissapore a motivo di risentili alterchi fra loro avvenuti per rivalità di successo e per disparità di opinioni. L’uno però conservava stima dell’altro. Hummcl, giunto ài letto di Beethoven, nell’abbattuta fisonomia di questo scorgendo i sintomi di una prossima fine, proruppe in dirotte lagrime. Il morente maestro gli stese la mano, si abbracciarono, e tutto in quello straziante e sublime istante venne obbliato. Il giorno 2G l’inarrivabile compositore-sinfonista cessava di vivere: il superstite suo compagno sinceramente se ne accorò e lo si vide pieno di mestizia tenere uno de’ fiocchi del drappo mortuario. - Dicci anni più tardi, cioè il 17 ottobre 1857, in Weimar suonava anche per Hummcl l’ultima ora; ripullulanti attacchi d’idropisia lo condussero alla tomba. 1 suoi funerali furono.quelli di un grande uomo; il lutto pubblico ne formò la pompa. Nella sua vita ordinaria questo maestro di preclari la- j lenti allettava una bizzarra trivialità: allorché era di mal j umore parlava con disprezzo dell’arte alla quale do- j veva la sua gloria e le sue ricchezze, e non sembrava I apprezzare altro che i vantaggi pecuniarj clic dalla; musica ritraeva. Quale idea vi preoccupava quando J scrivevate il gran Settimino? gli si ebbe a domandare.; - Io pensava al mucchio di scudi clic ne avrei ricavato, ci rispose. Simile in ciò al vecchio Rembrant, soddisfaceva la sua passione per l’oro in ogni modo possibile. Vuoisi abbia lascialo a due suoi figli centomila talleri in contanti (570,000 franchi circa) ed una preziosa collezione di regali, fra cui non meno di trentasci anelli in brillanti del maggior valore, trenlaquattro tabacchiere in oro e ccntoquattordici orinoli. La sua foggia di vestire era alquanto grossolana e negletta. Spesso, e senza alcun riguardo al luogo in cui si trovava ed alle persone presenti, si teneva coperto il capo con una berretta di cotone nero o bianco. Ben difficilmente al primo vederlo in esso potevasi pronosticare un eminente musicista; la sua fisonomia, il singolare abbigliamento di lui, i trasandati suoi modi avvicinandolo assai più al celo del mercante che al rango di Cavaliere della Legion d’onore di ’cui venne insignito pel raro suo valore nella musica. Félis, distingue in Kummel Ire artisti differenti: l’esecutore, l’improvvisatorc ed il compositore, ognuno de’quali crasi meritata I ammirazione degli intelligenti. Nell’esecuzione continuando la scuola mista di Mozart, perfezionandola co’ principj di un meccanismo regolare nitido, uguale, legato, attinti; giovanetto ancora, da Clementi nel soggiorno da lui fatto a Londra e rendendola più brillante e variata per varie innovazioni da lui introdotte ne’processi della produzione de’suoni, fondò una nuova scuola tedesca alla quale si sono formati con speciali modificazioni non pochi pianisti divenuti celebri. Fra i suoi allievi annoveravansi Hcnsclt, Killer, Benedici, Schobcrlcchhcr, Mircki, ecc., non che Lichlenlhal (I). L’epoca di Kummel segnò in Germania • un’era di progresso e di trasformazione pel pianoforte. In seguito a maggiori difficoltà si cimentarono; l’aumento JS. sensibile della pòtenza sonora dell’istromcnto ha spinto Vtj alcuni grandi suonatori nella ricerca dello sviluppo di que8-g^ja (1) Non va taciuto che il celebre dottore I.ichtenthal da Ilummel ebbe molte lezioni di composizione. Sgn Ciò onora tanto il maestro quanto l’allievo. sta potenza e del modo di ravvicinarla a quella dell’orchestra; da ciò ne derivò clic Kummel negli ultimi suoi anni fosse tacciato di debole cavata; da nessuno però venne mai superato nella purezza e correttezza di portamenti, nella nitidezza e morbidezza di tocco, nella dolce espressione e nel conveniente colorilo; egli preferiva ingenerar nell’anima una serie crescente d’impressioni grate e soavi coll’incanto de’ pensieri musicali, piuttosto clic sorprendere collo sfoggio d’immani difficoltà, in ciò ben diversamente operando da’ moderili istromentisti si proclivi a trascurare l’idealismo della loro arte per sottostare all’impero del meccanismo. Nell’improvvisazione Kummel ha spinto si oltre l’arte di’servirsi di idee transitorie, di regolarmente disporle e con graduazione chiaramente svilupparle e di formarne un ben coordinato tutto, che, eccettuatine alcuni passi impreveduti e di slancio fantastico e ad onta di non poche ardite transizioni, sembrava eseguire composizioni studiate piuttosto che parti di una inspirazione momentanea. In esse cravi siffatta loggia • dria ne’soggetti, tale felicità e naturalezza nella maniera di unirli ed intrecciarli mercè cffctluosc imitazioni, che l’uditore non poteva a meno di ammirarle dal principio al fine. Il pianista presburghese-, poco curante dapprima delle, sue fantasie all’improvviso, cominciò più tardi con tutti coloro clic’l.’aveano udito a lamentar di non poterne conservare le innumerevoli bellezze. A questp scopo propose un premio a quel fabbricatore di un pianoforte, il quale col mezzo di una ripercussione interna avesse potuto ottenere di riprodurre sopra una carta collocata ad un tal uso quanto il pianista avrebbe eseguito; e si asserì ci medesimo aver steso un programma in cui cravi indicato il meccanismo che approssimativamente sarebbe occorso..L’istromcnto venne costrutto ina per la soverchia sua imperfezione fù ben ’presto lasciato in non cale (i). Molte stupende produzioni per unanime consenso hanno collocato Kummel nel rango de’ più grandi compositori istrumcntali del secolo XIX; massime né’pezzi per pianoforte. Una tale opinione è pienamente giustificata dal Settimino in re minore (Op. 74), per molte ragioni l’opera più perfetta clic esista per pianoforte concertato con istromcnti misti e che continua a formare la risorsa de’ più acclamali suonatori; dal magnifico Concerto in la minore (Op. 85), dall’altro non meno bello in si minore, del primo trio (Op. 12), da quello dedicalo a Cramer; dal Duo col violoncello (Op. 104); dalla famosa sonala a 4 mani (Op. 92);’ dalle sonate per pianoforte solo (Op. 15. 81 e. 100); li dalla fantasia di cui più sopra abbiamo ragionato; jl dalla polacca alla bella capricciosa; d’alcuni sludj, cec. j Tutte le. opere ora menzionate ed altre che per bre- j vità abbiamo tralasciato d’enumerare, se non per | istraordinaria originalità, emergono per tutte le più j peregrine qualità della giusta e finita arte, di scrivere | per pianoforte congiunte a’canti chiari, nobili, eleganti e. graziosi, in modo ch’elle ponilo indicarsi agli stu-; diosi quali incensurabili modelli. Cionultamcno tutti! questi pregi, per quanto buoni ed apprezzabili siano, non possono lollare cogli slanci di genio, e. cogli animati, forti ed elettrizzanti concepimenti ili Beethoven. Una bella composizione di Kummel lascia nello spirilo l’idea della perfezione, ma il piacere ch’ella cagiona | non si spinge mai fino al delirio. Beethoven al. con- • trario, ad onta delle sue irregolarità e della sua indi-; pendenza contrappuntistica e di fattura, colla sovrana i potenza della immensurabile sua immaginazione prò-! duce, delle elevate ed indefinibili sensazioni, agita, commovc, soverchia, nella memoria imprime indelebili ri- j membranze. Se la maggior parte della musica di cui Oggidì si fan risuonarc gli inniiinercvoli pianoforti meno informemente si allontanasse da quella di Beo-; thoven e di Kummel certamente il signor Heine non i avrebbe avuto la temerità di stampare (coinè si osserva anche nel N. 25 di questa stessa- Gazzetta) clic i battimenti arci-prosaici del pianoforte uccidono il nostro pensare e sentire, clic diventiamo stupiili ed imbecilli (!!!) Nella musica di quartetti ad istromcnti d’arco, di sinfonie, nella drammalico-vocalc e più in quella religiosa Kummel fu pure un uomo di non comune ingegno senza che possa qualificarsi per un capo-scuola. - Un altro e non meno splendido monumento innalzi) alla propria gloria ed all’incremento della bell’arte col Metodo completo teorico-pratico per pianoforte, terminato nel 4827 ed edito in’tedesco, francese, italiano ed inglese a Vienna presso Haslingcr, che ne rimunerò l’illustre autore con dicci mila fiorini. In questo importantissimo trattato didascalico Kummel pel primo espose un sistema abbastanza ragionalo degli artifizj(1) Il torinese Masèra, abilissimo meccanico, fabbricò in questi ultimi anni un islromcnlo da lui denominato Musicografo, con cui sovra un cartoncino restano segnale le note col rispettivo loro valore e con tutti i.loro accidenti, quali vengono eseguite. Del musicografo si parlò in questa Gazzetta Musicale N. 18 1842; Il sig. conte Giulio Litta da munificente protettore degli artisti musicali lo acquistò generosamente ricompensando il Masèra. di digitazione, sopra particolari leggi e basando tutte le difficoltà e le infinite i pernio incontrarsi nella successiva e nella contempo- ’ ranca percussione delle dita sopra i tasti. La quantità (anche eccedente) di passi, di movimenti, d’cscrcizj ili I ogni genere rendono più atto questo Metodo ad esser dagli studiosi consultalo quale indispensabile dizionario pianistico, piuttosto clic conveniente ad esser presentato agli apprendenti, che non ponno a meno di rimanere alquanto spaventati dalla voluminosa mole del libro, a cui ogni cultore di pianoforte pel suo meglio dovrebbe ricorrere. Sino a tanto che sarà in onore il bello e corretto scrivere che costituisce la musica classica, caro e veneralo suonerà il nome di Kummel presso i ben veggenti pianisti. ls. C. CAllTEGGIO. Firenze 50 Giugno 1845. Siccóme non amo dì narrarvi cosa di cui io non sia stato testimone, e clic la non mi sia apparsa di un qualche interesse artistico, perciò a poche si riducono le notizie musicali della trascorsa primavera, clic a soddisfar la vostra curiosità mi nerìngo ora a cc Con gran concorso di spettatori e con generai soddisfazione per molte e molte sere nel nostro picco! teatro della Piazza vecchia venne rappresentata un’operetta del maestro Fioravanti intitolata - Il ritorno di Columclla (olim Pulcinella)- dall Università di Padova. - Questo genere ili musica familiare clic inspira brio, gaiezza e vivacità, del quale si fa uso particolarmente, nei teatri secondari della citta ili Napoli, ove brilla pei vezzi particolari del dialetto napoletano, in clic per lo più son scritte le parti buffe, sembra meglio adattarsi ai piccoli teatri di quel che convenga riprodurre in essi la sbiadita miniatura delle grandi Opere serie, come meschinamente si è veduto fare della Semiramide, della Norma, del Mariti Fallerò, del Roberto il Diavolo e di mille altre. Il dare una vita più attiva all’opera comica e il produrla costantemente nei piccoli teatri potrebbe oggi solleticare il gusto degli amatori della bell’arte e recar sollievo al loro spirito, che non può a meno di essere stanco delle scene crudeli e delle turpi passioni che di continuo si compiace presentarci l’odierna opera scria. Nel tempo islcsso si verrebbe ancora ad offrire un mezzo ai giovani maestri di render più facili i loro tirocini! nella composizione della musica drammatica, giacché il brio ed il fuoco giovanile ponno tornar ad essi di maggior risorsa nel trattar questo leggiero stile, anziché esser loro di giovamento nello svolgere quello proprio all’Opera seria, col quale oggi quasi per necessità son costretti ad esordire, e per il quale abbisogna maggiore espertezza nell’arte, più profonde cognizioni estetiche e. reiterati esperimenti. Nel teatro della Pergola si apri la stagione ili primavera col Roberto il Diavolo a cui succedette la Norma, e si chiuse colla nuova opera II Conte di Cavagna espressamente composta dal maestro Tcotlulo Mabellini. Del merito delle prime opere non occorre, far menzione pcr.csscr quelle ormai abbastanza note; posso dirvi soltanto che qifcsta volta esse eccitarono ’ in noi una più viva sensazione per la maniera con cui furon sostenute le parli di Isabella nella prima, e di Norma nella seconda dalla abilissima attrice-cantante AnnaBarbieri-Nini, la quale mercè gli sludii dell’arte i più assidui, ed i consigli di clic le furon cortesi alcuni valevoli maestri, ci sembra giunta ad un tal grado da potersi estimare uno dei sostegni della gloria musicale italiana. In quanto alla nuova Opera del Mabclliui, abbcnchè, coni’è naturalissimo in (alleasi, varie corrano di essa le opinioni; è voce generale possedere il giovine maestro un ingegno non comune unito al possesso di estese cognizioni nella parte, materiale dcli’arte, delle quali facoltà egli ha saputo far. buon-uso in varii punti di questo suo ultimo lavoro. Per la gloria e. per la fortuna dell’autore noi desideriamo a questa opera un felice successo, nel resto d’Italia, giacché quello pienissimo clic ottenne presso di noi non può sottrarsi ad un sospetto di patriottica predilezione, e dirsi al tutto indipendente da una benevolenza personale clic a buon drillo il Mabcllini si è in generale acquistata per la eccellenza del suo carattere (I). Le vacanze del maggio e le molte occupazioni degli artisti nel mese di giugno impedirono alla nostra società filarmonica di dare alcuna delle sue solile accademie. Avemmo bensì in questo tempo due esercizi di studio, nel primo dei quali si potè gustare imo dei bei Quintetti per stroinenti a corda di Francesco Krommer frammisto alla rcpctizionc di alcuni còri dello Staimi rossiniano, e nel secondo si decifrarono per la prima volta col solo accompagnamento del pianoforte le. Sette parole di Merendante. Terminerò questa mia col darvi ragguaglio della (1) Sul mento della nuova opera del Mabelhni veg-? gasi l’articolo dato nel foglio scorso di questa Gazzetta! f