Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 14
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GAZZETTA MUSICALE ANNO II. N. 14. DOMENICA 3 Aprile. -IMS. DI MILANO Si piil)l)lic.i osili domenica. — Nel corso ilcll’artno si (limilo ni signori Associali (Iodici pezzi di scclln musica classica aulica e moderna, destinati a comporre un volume in 1." di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Asisi’jue. par iles inflexioni i i. peint toni les lableau.r. Il prezzo dcH’associazionc alla Gazzella e aU’dnlologiu classica musicale è dicITelt. Ausi. I,. 12 per semestre, ed cITctt. Ausi. I,. I l affrancala di porto lino ni confìnidclla Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — I,a spedizione dei pezzi ili musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio /fleardi, nel modo indicato nel Manifesto. I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzella in casa /licnrdì. contraila degli Omonimi N." 172»; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. I,e lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. S OH H a n ■ o. I. Sti’dj Critici-Storici. Considerazioni generali sulla composizione della musica strumentale. - II. Biri.ioe rafia Filosofia della musica, ecc. - III. Critica Legato del celebre musico Pacchiarotti, ecc. - IV. IlisrosTA ama Fram-.k Musicali:. - V. li. Mozartko a Salisburgo - VI. Ettohk Bbrlioz a Lipsia. - VII. Norme Musicali Ditkrsk. STUDJ CRITICO-STORICI fonMiiIrrnzioni generali nulla eomItonixione «Iella inimica Ntruiueutale. ARTICOLO III. (Vedi i fogli IY. 10 e lì) 5 a musica è il più cnc??tt>8ìm j^jréffuagfjio delle umane passioni. la sua esclusiva e naturai «proprietà, questo linguaggio può freddamente parlare alla ragione, nè persuadere, nè istruire, ma nel dirigersi all’anima egli spiegatale una sovrumana e potentissima forza nel commovere •M cuore ed agitar le passioni, che spinto che ei fosse ai suoi ultimi gradi sarebbe capace a ridur gli uomini, tanto alla mansuetudine dell’agnello, come alla ferocia del leone. Ma 1 arte oggi, secondo la condizione dei nostri tempi, si prefigge soltanto di adoprare questo energico e potente linguaggio in maniera, clic mentre arrechi diletto ai sensi per mezzo dell’udito, colle sue varie espressioni desti nell’animo degli ascoltanti un genere tale di commozione capaci a render più squisita la sensibilità del cuore, ad ingentilire lo spirito, e cosi produrre un miglioramento morale nella umana specie, aliine di giungere a maggiori gradi di incivilimento. Questa è dunque attualmente 1 unica ed importante missione dell’artista; da questo nobile scopo in fuori, l’arte musicale si riduce ad un semplice passatempo, ad un trastullo fanciullesco. La musica strumentale, come priva di segni convenzionali per precisar l’oggetto delle sue espressioni, è un linguaggio indeterminato, ma in questo linguaggio indeterminato ciascuno può rinvenire un senso, se non per tutti identico, almeno coincidente, perchè da ognuno modificato a seconda della propria intelligenza, delle interne disposizioni, e dei vani suoi pensieri. Non sarebbe possibile renumerare la quantità delle modificazioni, e delle gra’ dazioni di forza con che potrebbero esser f presentate e ricevute le espressioni di do: o di allegrezza, della dolce inelanconia di una felicità, di un religioso raccoglimento. di un eroico entusiasmo, di tristezza, di furore, di tenerezza, di spavento, di raccapriccio, di una espansione di gioia intima impressioni tutte cui il cuore umano è suscettibile di provare in vario grado, e clie trovatisi comprese nel dominio dell’arte musicale. l)i questo genere di emozioni gran quantità se ne incontra nelle magnifiche composizioni strumentali dei grandi artisti, ove ciascuno, seguendo istintivamente il suo genio e le sue naturali tendenze, ha espresso quelle sensazioni da cui senlivasi fortemente commosso, mentre sembra che si compiacessero di risvegliar negli altri quelle simpatie che erano a loro si care. Haydn il più spesso ci esprime le dolci emozioni di una gioia semplice ed innocente, propjia— druii"anima pura ed!art quasi di continuo ci pomi profondo sentimento, di soave e patetica melanconia; Beethoven nell’altezza e nella novità de’suoi concetti, in un fondo di tenera sensibilità e di amore, si dimostra a sbalzi iracondo, collerico, e fantastico. Dietro tali priucipii facilmente potremo stabilire la peggior musica strumentale esser quella concepita da un compositore senza eli’ ei sia mosso da nissuna intima sensazione, senza esaltazione di spirito, nè inira alcuna di determinata espressione. Un tale accozzamento di suoni, abbericliè regolare e correttissimo per la parte dottrinale dell’arte, e che dietro le forme già sanzionate dall’uso potrebbe -portare il titolo di suonata, concerto, variazioni, fantasia. trio, quartetto, quintetto, overlura. sinfonia, ecc., ecc., perchè nullo ili quanto al valore estetico non potrà mai esser meritevole di attenzione alcuna, nè sarà per; l’uditore altro che un inutile perditempo, j Tra le forme viziose che incontrar si. Ìtossono nella musica strumentale è nota-! •ile quella detta pittorica o pittoresca.; Quando si vuole imitare e contraffare per! esempio le voci degli animali, il fragore della tempesta, o lo strepito delle battaglie, il linguaggio naturale dell’anima rimane abusivamente violentato col farlo servire a rappresentare oggetti troppo materiali. o fenomeni affatto estranei alla medesima. Questa specie di musica imitativa può per i breve momento occupar lo spirito, ma non |; mai interessar l’animo dell’uditore, il quale j tutt’al più può apprezzare questi parti di i una ingegnosa fantasia quando di volo gli! si presentino in qualche composizione di j. stile comico e fantastico. Infra le tante impressioni a cui può in- jdirizzarsi l’arte quelle che in noi si rivelano per un sentimento grave e serio sembrano essere le più confacicnti all’alta musica strumentale. Anco la gioia, il tripudio e l’allegrezza abbisognano di andare unite, o di rapportarsi a qualche sentimento più intimo e più profondo. Una musica strumentale del genere buffo sarebbe un paradosso per lo spirito, un barocchismo per il gusto. Ai sentimenti i più elevati deve dunque innalzarsi la musica strumentale affinché ella trascini la nostra mente in una regione tutta ideale e poetica, ove può assediarsi coll’idea di un vero hello. / Conosciuto la natura, lo spirito e lo scopo dell’arte, facilmente potremo conoscere quanto abbisogni di cultura l’istinto musicale del grande artista compositore per ridursi ad unoySviluppamento estetico, per I il quàle non p-iò abbisognare meno studio,; e menomerà /di quella che fa duopo ad j un poetaTftBJa vita del poeta deve essere una vita psicologica e tutta piena di ideale, tanto piiF’noll artista una simil vita rendesi necessaria giacché la più pura e più alta poesia ellap I» musica strumentale. Ciò che suol rende re~S£abrosa e difficile la educazione di un compositore di musica si è la contraria indole degli studi! a cui convien che egli si deoljchi. L uomo il meglio dotato di un istinto musicale, e della più calda e fervida’, fantasia creatrice, mai riuscirebbe all’intenRtt^enz» il possesso della scienza dell’armonia Oy e dell’arte del contrappunto, per l’acquistòy delle quali facoltà, lunghi ed aridi studii * gli conviene intraprendere tra i freddi geli di uno scolastico tecnicismo. Ogni idea musicale che si concepisca dalla niente di un compositore, o la si informa nell’armonia e nel contrappunto. -che anima e vita ricevendo dal ritmo ne sviluppa quella melodia essenziale alla sua particolar espressione; oppure viceversa dalla melodia e dal ritmo primitivamente l’idea resta informata, e quindi col soccorso della scienza ella viene ad associarsi all’armonia elaborata dall’arte del conlrappunlo. Di qui ne avviene, che l’armonia, il contrappunto, la melodia, ed il ritmo, come elementi essenziali delle forme, senza di cui l’idea musicale non si renderebbe manifesta, formano l’oggetto il più necessario degli studii del compositoi’ di musica. E questi studii, che per la loro astrazione scolastica ci si presentano freddi, aridi e di puro calcolo materiale, sono appunto quelli per cui si acquista una facoltà inventiva fili tre ci conducono alla cognizione di una moltitudine di forme musicali, che per cagione della naturai pieghevolezza e.volubilità dei loro elementi, l’arte e l’ingegno ponno trasformare e modificare in mille e mille guise, secondo la propria fantasia ed il gusto, ed assumere vari significati e differenti espressioni secondo quel valore estetico che il geni ) possa comunicargli. Per mezzo di tali modificazioni e trasformazioni delle forme il compositore si pone in grado di sviluppare pienamente i suoi concetti nella unità di un’idea, come pure di presentar più idee sotto una forma generale, 10 che costituisce propriamente la bella condotta delle composizioni strumentali. I più grandi compositori, i genii più straordinari, quelli cioè che onorarono l’arte e ne estesero i confini, alle più eminenti qualità psicologiche seppero riunire tutte le risorse della scienza e dell’arte pratica, mediante una fredda ed indefessa applicazione a tali studi!, continuala per tutta la loro vita. Molti talenti italiani vediamo abortire soltanto per la non curanza e trascuratezza di simili studii, vivendo nella falsa persuasione che il naturale istinto ed 11 genio sia onnipotente in fatto di musica, mentre il genio per sè solo è nullo senza quei soccorsi che la scienza e l’arte soltanto possono somministrargli. Oltre a tutto ciò il compositor di musica strumentale non può dispensarsi dall’acquisto, e per scienza e per pratica, delle più estese cognizioni sulle capacità meccaniche, sulla centralità, estensione e carattere di ogni specie di strumento in particolare, senza di che non potrebbe a ciascuno assegnare convenientemente quella parte ch’ei dovesse sostener e nella sua composizione. I difetti di questo genere gra-. vitan tutti sul merito materiale della composizione, e portano irremissibilmente a distruggerne l’effetto estetico^Df non lieve importanza si è anco la cognizione della parte sentimentale e caratteristica di ciascuno strumento, che già può dirsi formare un ramo della scienza musicale, dappoiché l’illustre Berlitz pubblicò le sue accuratissime ricejitfne su tal rapporto, le quali a maggio# profitto dell’arte, in questa Gazzetta -’furono riprodotte per mezzo di tanti art^oli inclusi in più fogli pubblicati nel|a decorsa annata. Questa nuova scienza perfezionala che la sia per rettificazionyche possano occorrervi, ed estesa maggiormente per nuove ricerche sulle corajy.nazioni delle qualità sonore, ossia, come,*i francesi usano dire, per i timbri diversi che possono ottenersi con l’associazione contemporanea di più o meno strumenti di varia specie, la non può che offrire dei preziosi mezzi per far coincidere le caratteristiche materialità dei suoni col genere delle espressioni estetiche della musica strumentale. Per ultimo a queste poche generali osservazioni aggiungeremo, che fino a tanto che la musica non venga in Italia portata ad un grado di potenza estetica maggiore di quello in cui oggi la si ritrova, non potranno nè l’arte nè l’artista aversi generalmente in quel pregio ed in quella pubblica estimazione che meriterebbonsi, e si continuerà a riguardar la musica come un semplice ed innocuo divertimento di niuna pubblica utilità, e come un’arte puramente di lusso. Ora dunque uno dei mezzi i più efficaci per ridurla al punto sopraccennato ci sembra quello di dedicarsi colla maggior cura ai perfezionamenti della musica strumentale, tanto per la parte della esecuzione che della composizione, giacché il perfezionamento di questo genere tutto spirituale non può a meno di condurre a maggiori sviluppamenti estetici anco tutti gli altri generi di musica. Luigi Picchiatiti. BIBLIOGRAFIA Filosofia della Musica o IMetira applicata a quest’arte da Iltinovno Boixukrov - Milano dnll’1.11. Stabilimento di Giovami Hiiohbi, 184*, volume unico. Poiché i brani principali di quest’opera vennero dall’autore gentilmente comunicati inediti a questa nostra Gazzetta, ci siamo astenuti finora dal tessere di essa opera quel giusto elogio che ne pare meritato, nel timore che la lode sul nostro labbro pigliasse sembianza di amichevole piacenteria o paresse atto di parziale gratitudine. Ma ora che in un giornale di scienze, lettere e arti, noto per la sua imparzialità, troviamo fatto discorso molto lusinghiero del libro del valente nostro collaboratore, non possiamo a meno di riprodurre l’intero articolo, nel quale, a giudizio nostro, è reso un debito tributo alla verità. Forse l’articolo che citiamo avrebbe potuto estendersi ad offrire partitamente il sunto dell’opera, e prenderne ad esame le dottrine, e osservare e dove esse sono alla portata della comune intelligenza de’ nostri musicofili, e dove la lasciano addiestro di gran tratto-, ma un assunto di tal natura riusciva non conforme all’indole dèi giornale in cui fu dato l’articolo, epperù fu ottimo consiglio limitare i! cenno a’ semplici idee generali. In altri fogli di questa Gazzetta, più specialmente dedicata agli studii musicali, accadendo di dover parlare del modo col quale è apprezzata in Italia e coltivata la dottrina filosofica della musica, saremo chiamati a citare la pregevole opera estetica del maestro Boucheron, e in quell’occasione adopereremo a farla meglio apprezzare a quei nostri lettori i quali tengono in troppo poco conto gli scritti di simil natura e non sanno rendersi ragione della molta influenza che esercitano sui progressi delle arti e sul raffinamento del gusto. Ora eccoci a riprodurre il cenno del dotto nostro amico il Dot. Angelo Fava, quale lo prendiamo al N.° 5, della Rivista Europea. - Quei molli, i quali reputano non avella musica altro scopo che il diletto, ed esser l’orecchio il giudice sovranamente arbitrario de’ suoi effetti, dureranno forse fatica a comprendere per quali legami un’arte in apparenza si capricciosa si annodi alle immutabili leggi della filosofia; ma qualora più giustamente vogliano considerare la parte che ha l’intelletto nell’apprezzare gli effetti di qualsivoglia nostra impressione,; accoglieranno con favore un lavoro destinato a metter, per quanto è possibile, in luce il misterioso accordo che sussiste tra i suoni che blandiscono l’udito, e i sentimenti che questi ispirano all’anima. Il signor Boucheron, cui la pubblica voce predica compositore valente, sovraltulto di sacre armonie, volle provar le sue forze nel difficile agone, ed osiamo affermare ch’ei si mostrò non meno degno del nome di filosofo che di quello di accurato scrittore. Prendendo le mosse da una teoria del bello del signor Epifanio Fagliali! (della i quale non discuteremo il valore, come di j cosa che menerebbe a troppo lunga diceria), egli seppe con non comune perizia i tenersi lontano cosi dalle astruserie metafisiche degli estetici trascendentali, come dal gretto tecnicismo dei materialisti. Cercando nell’intima natura dell’uomo le norme direttrici dell’arte, studiò l’indole degli affetti, le modificazioni interne ed esterne che questi producono nell’organismo; analizzò gli elementi dei quali si compone la musica per dimostrare a quali fenomeni della vita corrispondano, e qual parte ciascuno abbia nella espression musicale; e per tal modo giunse a stabilire dottrine razionali che avvalorò cogli esempi dei più rinomati maestri. Concepita nella forma logica del signor Boucheron, noi crediamo che la musica possa ottener un posto fra le arti imitative; ma quand’anche, per una vana quistion di parole, la si voglia escluder da quelle, non v’ha dubbio che utili ed opportune sieno le sue riflessioni. e che grande elogio egli meriti pel sottile ingegno col quale s’addentrò nell’argomento e per la elevatezza de’ suoi sentimenti. Forse avverrà che alcuni compositori, avvezzi a considerar sè medesimi, siccome unici legislatori nel regno dell’arte, serbino a lui per mercede uno di quegli sprezzanti sorrisi, che sono troppo sovente l’unica risposta dell’impotenza orgogliosa; ma abbiali essi la borila di ricordarsi, che una tale noncuranza dei precetti della ragione, non è perdonata che ai genii, e che i genii son pochi, e i presuntuosi moltissimi. E inoltre se il genio può far senza leggi, egli _è-perchè desso le mette già in cp.*^-s**7iza proporselo, egli è perchè una intuizione quasi divina gliele rivela istintivamente; e coloro che vanno spacciando che lo studio ammazza l’ispirazione, dicono cosa storta, perchè la pedanteria, il cattivo metodo, le false teoriche 11011 vanno confuse collo studio di alte e vere dottrine, le quali sono e saranno sempre compagne delle opere grandi. È vero che nella musica il sentimento è lutto, ma se • Scnlir di far sentire è la grand’arte E giunge al cuor quel suon che dal cuor parte • ciò non vuol dire che la sensività non possa affinarsi, e che avvezzandosi alla contemplazione del hello non si sviluppi maggiormente la facoltà di crear cose belle. E 1 opera del signor Boucheron ci pare appunto fatta per tracciare la via di ciò fare a chi ami educar la mente ed il cuore ai più nobili uffizii dell’arte. B. CRITICA. Legato del eelebre musico Pacchiarotti ai cantanti, con annotazioni di A. Tosi. Vicino a morire, Pacchiarotti scrisse di proprio pugno il suo testamento, nel quale, oltre alla disposizione di ogni suo avere ai suoi eredi, aggiunse anche il seguente legato: «... E in contrassegno dell’amore gran«dissimo che io ho portato alla nobiì arte «del canto, a tutti quelli che la profes«sano in ogni tempo ed in ogni luogo, «sieno maschi o femmine, lascio, a ti«tolo di legato, i seguenti consigli, dai «quali potranno ritrarre, se avranno giu«dizio, moltissime utilità. «(Il celebre - 59 Iella e: di i ) musico ignorava che la maggior parte dei I suoi confratelli non è suscettibile di con| | 4. «Prima di presentarsi ad un pub«blico per l’oggetto di dilettarlo consi«dera seriamente se tu ne bai i mezzi.» (Questa considerazione è trascurata per lo meno da due terzi dei cantanti.) 2. «Ricordati che il pubblico va al tea«tro per divertirsi e non per compatirti» (Da qualche anno in qua spesso ci rechiamo al teatro soltanto per annoiarci.) 5. «Quando la prima volta ti esponi «al cimento osserva bene l’impressione «che produci nel pubblico.» 4. «Sii rigido con te stesso, e quando «ti giudichi, fallo secondo il presente, e «non correre dietro alle speranze dell’av«venire.» 5. «Se hai un padre o un fratello di «cui possa fidarti e che non t’ingannino «per interesse, mandali a chiedere al «primo con cui s’incontrino, e che non «li conosca, del come tu sia piaciuto.» - (Ora i padri, i fratelli, i mariti, i figli hanno tutt"’ altre incombenze. Essi si trovano nelle platee alla testa di una squadra di giovinoti!, e regolano il movimento dei bastoni, nuovo genere di applausi sotterranei, succeduto ai battimani ed ai bravo!) (i. «Non t illudere alle congratulazioni «ed agli elogi che li fanno gli amici.» (E, bisognava aggiungere, a quelli che leggi nella maggior parte de’giornali che ingombrano quasi tutte le pagine di cose teatrali.) 7. «Non esser facile ad uscire sulla «scena quando ti chiamano sei o sette «voci e non più.» - (Ora i cantanti, per la maggior parte, sono cosi degnevoli che si mostrano dalle quinte senza nemmeno esser chiamati, o tutto al più all’invito del suonatore dei timpani o del trombone. 8. «Quando stuoni (cosa frequentissima) «non darne colpa all orchestra.» - (Ora le stonazioni essendo all’ordine del giorno, e il più delle volte applaudite, i cantanti non hanno d’uopo incolparne alcuno.) 9. «Quando senti dei fischi non dire «che vengono dai maligni. 5? - (Al contrario non v’ha cantante attualmente che non asserisca essergli i fischi stati suscitati dalla malignità o dall’invidia.) 40. a Quando alle tue arie succede il «silenzio, non credere che sia segno d’ap«provazione. «- (Questo consiglio è oggi superfluo, dappoiché il silenzio non accompagna mai la fine di alcun pezzo di musica. Che vada come sa andare, ogni aria, ogni duetto, ogni romanza, ogni cavatina viene costantemente applaudita dai picchiatori, a dispetto anche (lei pubblico). 41. «Quando il pubblico parla forte «mentre tu canti, non persuaderti che sia a effetto d’inurbanità. «42. «Non iscrivere tu stesso o non far «iscrivere da altri articoli in tua lode.» (Savissimo consiglio, ma totalmente in disuso ai nostri giorni. Chiunque ha veduto rappresentare la commedia del Giacomelti, intitolata II Poeta e la Ballerina, è in grado di conoscere in qual modo si ottengano certi articoli infarciti delle più nauseanti lodi, dei più madornali spropositi, ^ i quali sono scritti o dai cantanti stessi o M dai loro più stretti parenti, e pubblicati 5 a un tanto la linea da certi giornali.) H 43. «Non importunare per essere noj| «minato, quando comprendi che il tacere I «di te fu buon ufficio.» - (La difficoltà sta 1 | appunto nel comprendere che il silenzio: | tenuto sul proprio conto sia stalo in altri j | azione lodevole. Ove ciò fosse, non si senI tirebbero continui reclami per parte di certe sconsolanti mediocrità della niuna j; menzione fatta di loro dal piccol numero j II dei coscienziosi giornalisti negli articoli j teatrali. Di questi reclami il Vaglio ne! può far fede.) 44. «Abbi più caro chi enumera i tuoi | «difetti, che chi esalta i tuoi pregi.» - j (Se cosi la pensassero i cantanti non si vedrebbero imbrattate le pagine di quasi, lutti i giornali da elogi smodati e bugiardi, j e mentre si compiange universalmente la j decadenza dell’arte, la penuria di buoni; artisti, non si vedrebbero prodigare si j spesso gli epiteti di sommo., d’inarrivabile. di esimio, d’insuperabile, ecc. ecc. 45. «Se alcuno ti dice: Desisti: il tea«tro non è per te... abbraccialo: egli è «il vero amico che ti parla la verità, che «non vuole ingannarti. - Chi ha tempo «non aspetti tempo.» - (Se questo consiglio fosse seguito, avremmo minor numero di sedicenti virtuosi, maggior quan- | lità di veri artisti. All’epoca di Pacchia- j rotti i cantanti non erano la terza parte! di quelli d’oggidì} ma a que’giorni si i cantava, non si abbaiava^ a que’di i no- [ stri padri rinvenivano in teatro il diletto, [ ammiravano la vera maestria dell’arte^ noi | vi troviamo invece la noia e siamo costretti a dover sempre compatire.) {Dal Vaglio.) I dite ranza di coiilrappunlo, dal momento che disse che la i Prezzolila non avea nulla da cantare, ed era costretta «ad urlare dal primo all’ultimo atto, dal sostenne che Guasco ed il suo Derivis erano del tutto i ccclissati in quest’opera, egli, il corrispondente, ha ac- V connati dei fatti positivi, clic non essendo veri furono, ed a quanto pare legalmente, battezzati da noi col titolo di menzogne. Oltre ad alcuni dei redattori della nostra Gazzetta, Milano possiede un buon numero di maestri capaci di leggere convenientemente uno spartito; quello dei Lombardi fu da essi analizzato, c tutti concorsero ncll’asscrirc, clic sotto l’aspetto della scienza, quest’opera è irreprensibile, ed attcsta degli studi! indefessi, un gusto squisito, ed un’arte che sa mantenere all’istrumcntnzione un notevole carattere di energia, di ricchezza e di originalità, senza cader mai nella volgarità c nella confusione. Or bene, come polca il corrispondente accusare il Verdi (l’ignoranza? Ebbe egli lo spartito fra le mani? Può egli indicare un solo errore in cui sia raduto il giovane maestro? A quali fatti può appoggiare la sua gratuita asserzione? 0 ii corrispondente è un ignorante clic parla di cose che non conosce, c che vuol fare l’intelligente a spese della buona fede, ed allora alla falsità unì l’impudenza; o egli non ignora realmente le regole dell’arte, ed è al fatto delle irremissibili leggi che debbono regnare nelle combinazioni armoniche, cd in tal caso noi gli ripeteremo clic egli ha mentito, c ciò lino a che. non provi il contrario. Lo spartito è a sua disposizione. L’introduzione, un duetto, un terzetto, una bella e graziosa polacca stanno là a provare che la Frczzoiini avea del canto nella sua parte; se il maestro si è approfittato in alcuni pezzi d’assieme delle magnifiche note acute di questa cantante, egli lo lui fatto con gusto e con parsimonia, cd ha d’altra parte lasciato in molti adagi edin varie strette, libero il campo al canto appassionato c squisito dell’illustre attrice. Questo è un fatto, di cui è garante l’applauso d’un pubblico che in tutte le rappresentazioni dei Lombardi, ed in un mese non furono meno dì venti, era composto di circa tremila spettatori. Guasco nelle suo due romanze, in un duetto, e in un terzetto ottenne un deciso successo, per cui la parola cffacé è falsa, e non può essere applicata neppure a Derivis, il quale se non del tutto potè brillare nella parte, non è da attribuirsi al povero maestro, che fu costretto a concedere una parte di prima importanza a ehi forse non era pienamente in grado di sostenerla. Noi respingiamo con tutta l’anima le. seguenti parole della Francc musicale u l’opininn de notre correspondant conscienciciiscmcnt emise est cn contradietion avee celle de l’éditeur de la Gazcltc musicale de Milan, et pour cause» Giammai la nostra Gazzetta tradì le proprie convinzioni per basse mire (l’interesse, giammai essa fù ligia ad un vile spirilo di speculazione. L’editore della Gazzetta, non solo concede, ma investì i suoi redattori -del diritto della [mi assoluta indipendenza di opinioni Ac di giudico, ed ignora l’abbietto intrigo commcrcfìlle. L’editore c i redattori della Gazzetta possono con orgoglio rendere a sè stessi questa giustizia, giacché nessuno variSmai a smentirli, e. sfidano chicchessia a recare un solo arfìcfo(oin cui si noti qualche. alterazione o svisamento di Noi non ei faremo i difensori dflì giornalismo italiano bersagliato dalla Frutice, c col i pi,vi e non vogliamo re confusi senza eccezioni, ma ci pljrmcltcrcmo di rvarc che è perfettamente ridicoloiìyimprovcrarc agli altri i propri difetti, e che la cronaca di ipuilclic giornale musicale parigino sarebbe unl^storia continua di compre c di vendite, di lodi csaim&ie. e di biasimi di partito, di apoteosi ributtanti c diolhtracismi abbastanza indecenti. A prova di quanto qui affermiamo si Osservi la seconda parte dell’articolo della» Frutice musicate sul Charles VI d’IIalcvy. B. 11 e ellav IL MOZARTEO A SALISBURGO Non sarà facile a trovar a Istituto di Musica, il Iisluirgo. Ecco un succinto estratto del primo annuo rapporto, letto lo scorso 20 gennaio dairindcfcsso segretario di quell’Unione è Mozarteó, dottor lllcprarìdt, Onde poter ottenere lo scopo dell’Unione, cioè il promuovere la musica in tatti i suoi rami, e particolarmente la musica di chiesa a Salisburgo, era necessario di concertare i sinora sparsi mezzi pecuniarj, e operarci dietro un esteso piano. Costituita la Società, I laido il D/omo quanto altre 43 chiese di Salisburgo, | come altresì il Musco, si unirono all’Unione per averne. le loro produzioni musicali Contro pagamento sicuro. < Di tal modo l’Unione pervenne ad una stabile annua rcn- ( RISPOSTA ALLA FBASTCE MUSICALE. 11 breve articolo inserito nella Franco musicale m! è clic un’inutile e vuota unione di parole. Noi per- i doneremmo volentieri al tuono insolente delle espressioni, ed a qualche, inconveniente allusione, se le. as- i serzioni fossero almeno appoggiate ad alcuna prova. Il cor- i rispondente della /’ranci: dovea munire il suo paladino! d’un’arma un [io’ più tagliente, di quello che lo sieno j alcune frasi, che messe sovra una bilancia peserei)-! Iicro tutt’al più quanto, la spada di legno d’Arlecchino, i La Frano: animelle dapprima che la nostra prò-! testa era grossiérement ridicale, e/ indigno d’un ieri-! laggio di palesarsi apertamente’ in questo periodo. Noi! conosciamo di ignorare troppo profondamente il linguaggio dei gamins, per crederei atti ad entrare in j una simile disputa di trivialità; lasceremo dunque senza • risposta delle parole, che non potendo giungere lino ’ a noi, restano d’esclusiva ed assoluta proprietà del- j l’onorevole, scrittore clic le ha emesse. Clic se. l’ira della Franco fu suscitata dalla mentila | clic abbiamo offerta senza nessuna parafrasi al suo cor- j rispondente, noi siamo costretti di dichiarare che ncs- < suna mentita fu data con maggior ragione, nò può esser meglio giustificata. Nessuno più di noi è geloso dcll’indipendenza delle opinioni, nessuno rispetta al pan • di noi le convinzioni della critica, fossero pure csagc- | rate e strane, nessuno perdona con maggior facilità anche alle aberrazioni della prevenzione e della contrarietà, quando però si fermino al di qua del limite ove cornili- j ciano i fatti; ma d’altra parte non la cediamo a nessuno nel mostrare una decisa avversità contro chiunque per servire a meschine parzialità, a bassi intrighi, mentisce! apertamente asserendo cose la cui falsità può essere di-: mostrata con un’evidenza matematica. Il regno del pensiero è libero, ma quello del positivo dev’esser sacro per chiunque non aspiri al titolo di falsario. Se il corrispondente della Franco si fosse limitalo ad asserire che i Lombardi sono un’opera detestabile, chic e del suo gusto, ma avremmo risparmiata ogni osservazione; noi non impediremo mai a nessuno di comparire ridicolo a voce ed in iscritto. Ma dal momento che egli rimproverò all’autore un’imperdonabile igno I dita di 2-2, Ì70 lir. nuM.; nitre a queste funzioni di i Chiesa i sussidj ordinarj ile’ membri elTetlivi, i susini IKAl-t2 a Ili.iHii lir. ausi, ili modo clic I intero I introito dell’Unione musicale del Duomo cnll’annessnvi Mozarleo ammontò in questo anno a 57,Olili lir. aust. Oltre a rio riceve sussidj annui dal di fuori, come per esempio da S. M. l’Imperatrice Madre, c dal benemerito conte Stoekbammer. La vedova Mozart, morta ranno scorso, lasciò un legato di 400 fiorini, il mercante Itcutelrork 500 fiorini. Con questi ed altri sussidj l’Unione può già adesso formare un fondo di riserva per casi imprcvcduli c per le vedove de’ muL’archivio musicale dell’L’nionc possiede ormai tutte le Opere musicali di Mozart nelle più belle, edizioni, fra cui un manoscritto originale di un Kyrie mai pubblicalo in istampa prima d’ora. Il consiglicr di Corte Andrò a OITciihach e la ditta Brcitkopf e llartel regalarono al Moznrteo tutte le loro edizioni delle Opere di Mozart. S. M. il He di Sassonia gli regalò molle composizioni di celebri maestri che si trovano nella sua cappella; simili regali ebbe da tutte le parti della GerTalmentc si ■I pruno ai in maestro di e ■i d’inslromrnli < sidiata l’Unione potè della sua esistenza impiegare polla, 2.’i cantanti c 2!» professi [inglie fisse. Nel Mozarleo, che forma il Conservatorio dell’Unione, ebbero in questo anno 100 allievi istruzione gratuita nella numerica, nel canto, nell’organo, cembalo ed istrumenti d’orchestra: Le loro prestazioni negli esami fatti dimostrarono i lodevoli progressi non clic lo zelo c l’abilità de’ loro maestri. Si aspetta dal crescente interesse del Pubblico per questo Institiilo, di poter impiegarvi fra poco per anco delle maestre per allieve femminili. In ogni modo si spera clic il Mozarleo, come seminario ili valenti artisti, adempierà ognora degnamente la sua vocazione ili promuovere la vera arte nella città nativa ili Mozart. (Ktlr. dulia Gasz. Mas. di YiennaJ. lvTTORK BERLIOZ iirc^’siio N.Tdf q ùesto S an no ’ ni!0 più ■cult brullo le; l’aria è di nuovo egli ci lancia eolia sua «a tf luogo del sups. I lineamenti della fisionomia di Berlioz.ninnili o dolora ch’egli esperimenti), ma racconto’ I’ifi i dolori da lui preparali. Al nastro Inedito, all’asolo è attaccalo il sangue di tanti maestri jwjijgmi trucidati crudelmente dall’acerba pena di Ultóre, iiel Joìirnal de# Delitti#. Non posso descriverti |a SUI, musica, non me n‘ intendo. I suoi effetti Sf^io nuovi, inauditi»». / u Era seduto, nel Concerto di Berlioz, virino a due giovanotti clic volevano crepare dal ridere; eglino mi ridonavano il senno perduto, c mi salvavano ila questo satanasso francese. Ma fra tutte le cose diaboliche Inducono talora melodie belle e magiche; almeno la sua ili ciascun di essi son più omogeneamente e merce la nuova opera del Ferrari fu ili grado di i invidiare le or citate città e da essa si aspetta nuovi diletti. — Panna. - Accademia di musicavocale ed islromentale - Alle deliziose melodie dell1 Ester d’Engaddi del maestro Peri, in questa città subentrarono i variati pezzi delle accademie. Negli or decorsi giorni quaresimali già ebbero luogo tre trattenimenti di musiva. Il primodiedesi nelle Sale del Palazzo Bucale c dalla munificenza sovrana furono chiamali a prendervi parte gli artisti più applauditi al teatro nel p. p. Carnovale, non clic madamigella De Lagrangc, la quale diede luminosa prova della distilla sua valentia nel toccare li pianoforte facendovi risuonarc i concenti da Thalhcrg tolti al Mosi ed alla Sonnambula c superbamente adatti alle risorse di quest’istromento. Venerdì 17 marzo la Società filarmonica invitò ad un interessante concerto ove vennero particolarmente applauditi un divertimento per violino con forza ed originalità interpretato dal Borsaui, un duo a Clarino e Fagotto di bella composizione del maestro Torrigialli c la Overlura della Donna bianca di lloicldicu. La serata del successivo Lunedi ebbe a riuscire di vera festa per gli amatori di musica a cui nel ducale teatro venne dato poter ammirare la vità c a lia i in per ioc di II egli fa bene di preparare sempre l’Uditorio gramma esteso di ciò ch’egli pensa ili i suo Concerto. In ogni modo è una cosa pi stra! - clic non con un solo istruì sottile necessaire de. voyage; li e ella stessa -. (Vidi le.Xolizie.) NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Vkikzu. Come si era preveduto la musica degli Ultimi giorni di Stili, data per iutiero c sotto la direzione. del maestro, ebbe un successo assai fortunato; lutti gli intelligenti vanno d’accordo nel trovare clic in ^ questo nuovo spartito il giovane autore del Candidilo IV iolonccllisla Pialli maneggiare il violino del Bignami, direttore dell orchestra di Cremona. La fantasia sulla /.iici’u composta dal Piatti rapi tutti gli astanti, clic accolsero favorevolmente anche le Fonazioni del Bignami. Il pezzo però clic ottenne la palma e venne ripetuto, fu un Duo di Scbu; beri c Kummer sopra molivi del Guglielmo Teff, in cui i due artisti s’innalzarono alla più invidiata mela dell’arte, sia dal lato della diflicoltà come da quello della ilolcrzza c della passione. A render più compiuto il trattenimento concorsemi professori della Ducale orchestra, in assenza del De Giovanili ben diretta dallo Squassoni, i quali col maggior impegno e con precisione eseguirono la vivace Overtura del Cavallo di bronzo ili Auher e l’altra inagniGca dclt’Oàeron, uno dc’più sublimi squarci di Weber. _ ~ (Da lettera del 22.) - FnmxzK.La Linda di Chamoun ix òlT?hrtfcrarc positure lombardo i modi d’aumentare il iiuincriMc’prò- ‘ sciiti del preclaro suo ingegno. Non vi voleva clic — limano. La giovinetta N’ina Morra chitarra da un Lcgnani, venne applaudita certi per la rara sua abilità. — 1/ ultima accademia data il 28 febbraio da Dòlilcr, servi a provare quale alta stima si avesse meritalo il sommo pianista italiano. Ogni sorta di onori vennero a lui tributali c finito il concerto, una corona di fiori si getto a’ suoi piedi, mentre si alzava un grido unanime: la tarantella! K questo saltellante e brioso scherzo, non annunciato nel programma, deliziò gli spettatori, dopo di clic l’artista scomparve per tosto recarsi ad Amburgo. — Dkksiia. Berlioz diede anche qui un’accademia di musica, c la Gazzetta di questa capitale ne fa il mag. gior elogio, dicendo essere lo stile delle composizioni musicali di Berlioz del tutto nuovo c storicamente rimarcabile, esprimendo pienamente l’attuale epoca; sono più scene c pittura clic musica secondo le solite forine, (.hi è capace ili seguire colla fantasia c col cuore siffatto grandioso quadro musicale, se ne sentirà rapito, e al secondo udirlo il piacere dovrà aumentarsi ancor più. I/csecuzionc dell’orchestra era energica e perfetta. t Gazi. dfus. di fienna). •— Il sig. Louis Dessane, inventore c perfezionatore • dei mclofono, è arrivato coi suoi figli a Vienna, c dava: il 24 marzo, il suo primo ’concerto. — Liesu. Il monumento che Mendelssohn fa erigere i in memoria ili Sei». Itacb, è terminato, c doveva scoprirsi jl 21 marzo, giorno natalizio di Bach. — L’illustre concertista di violino Ernst, acquistò per inno fiorini l’nutobiografla ili Beethoven, estesa su due fogli da scrivere. La validità di essa biografia, in cui traspira un sentimento pio e commovente, è lega lizzata dalle autorità viennesi. Ernst ne fa fare una tra’ duzionc francese, e la regalerà all’Archivio dell’-Ycni/iT mie Dogale de dfusique, c dedicherà I originale all’U’ nionc del inoniimcnlo-Bccthovcii a Bonn. — Il figlio di Kummel ha composto un’opera, intitolata: Alor, ola battaglia degli l’nguresi presso.Ve— I • Fogli per musica - clic si pubblicano a Amburgo parlano di un secondo Liszl, ed c questi Adolfo Wilkmcrs.; di Czerny, a il Pi. 71.». Fa sgoisitore affretta; al N. 11)00 abbonda questa partitura, avvicinate fra loro, riusciranno più aggradevoli c l’interesse mai languirà. La Brambilla ed il Ronconi non brillarono mai come nell’affettuosa Linda ed anche il Castellan, il l’orto, non clic la Buccini ed il Montcmerli vennero a più riprese applauditi, sebbene da taluno di questi ultimi non si avesse mzionc dello Stabat Jl/ater potente effetto. Molle persone nette ^ vicine ciiut^ erano gemente verrà ricordala ne’ nostri fasti musicali. — Roma. Dagli alunni della scuola di canto dell’Ospizio Apostolico di S. Michele venne eseguito un melodramma biblico intitolato -1 figtj di Gic cobbe in EgittoTutti gli attori cantanti, non che i coristi, ben ammaestrati dallo Scarabclli, vi spiegarono un raro accordo, e vi ottennero meritati plausi. sa. La fa ni a Sinfon di Beethoven che da venti anni non si era eseguita, dopo quasi due mesi di prove potè filialmente esser prodotta nella gran Sala del Ridotto. Il pubblico si animò alla nuova apparizione del gigantesco capolavoro c l’entusiasmo non ebbe limiti. - - Vicustemps di ritorno da Pestìi si fece nuovamente udire c venne nuovamente qualificato siccome il più perfetto violinista che dopo Paganini qui siasi conosciuto. tonsi dello stile dell’egregio Bériot, ma supera maggiori difficoltà di questo suo maestro senza mai vacillare nell’intuonazione. né perdere ili chiarezza. Presso una famiglia assai benemerita alla bell’arte egli reeen- | temente suonò un pezzo con accompagnamento di violoncello c pianoforte basato sopra un seguilo di svariati Arpeggi, c tutta la società rimase meravigliata. Si creile. clic Vicuxtcmps possa nel prossimo autunno recarsi a Milano. — I cultori del pianoforte ammirano l’esattezza c la forza di Kvcrs, il quale sembra compiacersi oltre modo di sfoggiare eccessive difficoltà, trascurando il lato ideale! dell’oyte. 1 -intitolata: Impromptu i ScSSHSx-’,,i’r - I,e composizioni d grande entusiasmo in Germania. A D (ilari si sono riunite per dargli una si luto l’offertorio del Dequiem i ” * wick, J/erold, ’ ’ ’ ’ del Dequiem, c hanno eccitato degli incredibili tra) replica di tra pezzi. Alla fine del r gio Mfiller, avanzandosi sulla seen polla ducale, è venuto ad incoronai — Nell’ultimo mese a Lipsia si sono intese, per una singolare coincidenza, a pochi giorni di distanza due opere, di cui sono quasi eguali i titoli e gli argomenti. Una e La prima notte di sabbato di Mendelssohn, e l’altra il Sogno d’una notte di sabbato, liliale della sinfonia fantastica di Berlioz. Questi due gran pezzi, trattali con eguale superiorità, ma si differenti nella forma, hanno prodotto un effetto prodigioso- I due celebri compositori si sono allora scambiati i loro bastoni di capi d’orchestra, ed a questo proposito il sig. Berlioz scrisse — Mina ni. Si tratta di innalzare in questa capitale un teatro destinato esclusivamente alla creazione dell’opera nazionale. Il sig. Mcndizbal, autoredi questo progetto, incoraggiato vivamente dalla classe riccn
— delle arti, gettò gli sguardi s-"""
’l! c’n Basilio, che s""",li 1 Mito di S a leggiera. GIOVANNI RICORDI tniTOKE-PBOPRIETABIO. < L XI*. Si unisce a questo foglio il pezzo X.» fieli’ANTOLOGIA CLASSICA MUSICALI:. Dall’I. R. Stabilimento A’azloiialc Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di OIOVAXXI RICORDI Contrada degli Omettami.V 1720.