Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- 59 Iella e: di i ) musico ignorava che la maggior parte dei I suoi confratelli non è suscettibile di con| | 4. «Prima di presentarsi ad un pub«blico per l’oggetto di dilettarlo consi«dera seriamente se tu ne bai i mezzi.» (Questa considerazione è trascurata per lo meno da due terzi dei cantanti.) 2. «Ricordati che il pubblico va al tea«tro per divertirsi e non per compatirti» (Da qualche anno in qua spesso ci rechiamo al teatro soltanto per annoiarci.) 5. «Quando la prima volta ti esponi «al cimento osserva bene l’impressione «che produci nel pubblico.» 4. «Sii rigido con te stesso, e quando «ti giudichi, fallo secondo il presente, e «non correre dietro alle speranze dell’av«venire.» 5. «Se hai un padre o un fratello di «cui possa fidarti e che non t’ingannino «per interesse, mandali a chiedere al «primo con cui s’incontrino, e che non «li conosca, del come tu sia piaciuto.» - (Ora i padri, i fratelli, i mariti, i figli hanno tutt"’ altre incombenze. Essi si trovano nelle platee alla testa di una squadra di giovinoti!, e regolano il movimento dei bastoni, nuovo genere di applausi sotterranei, succeduto ai battimani ed ai bravo!) (i. «Non t illudere alle congratulazioni «ed agli elogi che li fanno gli amici.» (E, bisognava aggiungere, a quelli che leggi nella maggior parte de’giornali che ingombrano quasi tutte le pagine di cose teatrali.) 7. «Non esser facile ad uscire sulla «scena quando ti chiamano sei o sette «voci e non più.» - (Ora i cantanti, per la maggior parte, sono cosi degnevoli che si mostrano dalle quinte senza nemmeno esser chiamati, o tutto al più all’invito del suonatore dei timpani o del trombone. 8. «Quando stuoni (cosa frequentissima) «non darne colpa all orchestra.» - (Ora le stonazioni essendo all’ordine del giorno, e il più delle volte applaudite, i cantanti non hanno d’uopo incolparne alcuno.) 9. «Quando senti dei fischi non dire «che vengono dai maligni. 5? - (Al contrario non v’ha cantante attualmente che non asserisca essergli i fischi stati suscitati dalla malignità o dall’invidia.) 40. a Quando alle tue arie succede il «silenzio, non credere che sia segno d’ap«provazione. «- (Questo consiglio è oggi superfluo, dappoiché il silenzio non accompagna mai la fine di alcun pezzo di musica. Che vada come sa andare, ogni aria, ogni duetto, ogni romanza, ogni cavatina viene costantemente applaudita dai picchiatori, a dispetto anche (lei pubblico). 41. «Quando il pubblico parla forte «mentre tu canti, non persuaderti che sia a effetto d’inurbanità. «42. «Non iscrivere tu stesso o non far «iscrivere da altri articoli in tua lode.» (Savissimo consiglio, ma totalmente in disuso ai nostri giorni. Chiunque ha veduto rappresentare la commedia del Giacomelti, intitolata II Poeta e la Ballerina, è in grado di conoscere in qual modo si ottengano certi articoli infarciti delle più nauseanti lodi, dei più madornali spropositi, ^ i quali sono scritti o dai cantanti stessi o M dai loro più stretti parenti, e pubblicati 5 a un tanto la linea da certi giornali.) H 43. «Non importunare per essere noj| «minato, quando comprendi che il tacere I «di te fu buon ufficio.» - (La difficoltà sta 1 | appunto nel comprendere che il silenzio: | tenuto sul proprio conto sia stalo in altri j | azione lodevole. Ove ciò fosse, non si senI tirebbero continui reclami per parte di certe sconsolanti mediocrità della niuna j; menzione fatta di loro dal piccol numero j II dei coscienziosi giornalisti negli articoli j teatrali. Di questi reclami il Vaglio ne! può far fede.) 44. «Abbi più caro chi enumera i tuoi | «difetti, che chi esalta i tuoi pregi.» - j (Se cosi la pensassero i cantanti non si vedrebbero imbrattate le pagine di quasi, lutti i giornali da elogi smodati e bugiardi, j e mentre si compiange universalmente la j decadenza dell’arte, la penuria di buoni; artisti, non si vedrebbero prodigare si j spesso gli epiteti di sommo., d’inarrivabile. di esimio, d’insuperabile, ecc. ecc. 45. «Se alcuno ti dice: Desisti: il tea«tro non è per te... abbraccialo: egli è «il vero amico che ti parla la verità, che «non vuole ingannarti. - Chi ha tempo «non aspetti tempo.» - (Se questo consiglio fosse seguito, avremmo minor numero di sedicenti virtuosi, maggior quan- | lità di veri artisti. All’epoca di Pacchia- j rotti i cantanti non erano la terza parte! di quelli d’oggidì} ma a que’giorni si i cantava, non si abbaiava^ a que’di i no- [ stri padri rinvenivano in teatro il diletto, [ ammiravano la vera maestria dell’arte^ noi | vi troviamo invece la noia e siamo costretti a dover sempre compatire.) {Dal Vaglio.) I dite ranza di coiilrappunlo, dal momento che disse che la i Prezzolila non avea nulla da cantare, ed era costretta «ad urlare dal primo all’ultimo atto, dal sostenne che Guasco ed il suo Derivis erano del tutto i ccclissati in quest’opera, egli, il corrispondente, ha ac- V connati dei fatti positivi, clic non essendo veri furono, ed a quanto pare legalmente, battezzati da noi col titolo di menzogne. Oltre ad alcuni dei redattori della nostra Gazzetta, Milano possiede un buon numero di maestri capaci di leggere convenientemente uno spartito; quello dei Lombardi fu da essi analizzato, c tutti concorsero ncll’asscrirc, clic sotto l’aspetto della scienza, quest’opera è irreprensibile, ed attcsta degli studi! indefessi, un gusto squisito, ed un’arte che sa mantenere all’istrumcntnzione un notevole carattere di energia, di ricchezza e di originalità, senza cader mai nella volgarità c nella confusione. Or bene, come polca il corrispondente accusare il Verdi (l’ignoranza? Ebbe egli lo spartito fra le mani? Può egli indicare un solo errore in cui sia raduto il giovane maestro? A quali fatti può appoggiare la sua gratuita asserzione? 0 ii corrispondente è un ignorante clic parla di cose che non conosce, c che vuol fare l’intelligente a spese della buona fede, ed allora alla falsità unì l’impudenza; o egli non ignora realmente le regole dell’arte, ed è al fatto delle irremissibili leggi che debbono regnare nelle combinazioni armoniche, cd in tal caso noi gli ripeteremo clic egli ha mentito, c ciò lino a che. non provi il contrario. Lo spartito è a sua disposizione. L’introduzione, un duetto, un terzetto, una bella e graziosa polacca stanno là a provare che la Frczzoiini avea del canto nella sua parte; se il maestro si è approfittato in alcuni pezzi d’assieme delle magnifiche note acute di questa cantante, egli lo lui fatto con gusto e con parsimonia, cd ha d’altra parte lasciato in molti adagi edin varie strette, libero il campo al canto appassionato c squisito dell’illustre attrice. Questo è un fatto, di cui è garante l’applauso d’un pubblico che in tutte le rappresentazioni dei Lombardi, ed in un mese non furono meno dì venti, era composto di circa tremila spettatori. Guasco nelle suo due romanze, in un duetto, e in un terzetto ottenne un deciso successo, per cui la parola cffacé è falsa, e non può essere applicata neppure a Derivis, il quale se non del tutto potè brillare nella parte, non è da attribuirsi al povero maestro, che fu costretto a concedere una parte di prima importanza a ehi forse non era pienamente in grado di sostenerla. Noi respingiamo con tutta l’anima le. seguenti parole della Francc musicale u l’opininn de notre correspondant conscienciciiscmcnt emise est cn contradietion avee celle de l’éditeur de la Gazcltc musicale de Milan, et pour cause» Giammai la nostra Gazzetta tradì le proprie convinzioni per basse mire (l’interesse, giammai essa fù ligia ad un vile spirilo di speculazione. L’editore della Gazzetta, non solo concede, ma investì i suoi redattori -del diritto della [mi assoluta indipendenza di opinioni Ac di giudico, ed ignora l’abbietto intrigo commcrcfìlle. L’editore c i redattori della Gazzetta possono con orgoglio rendere a sè stessi questa giustizia, giacché nessuno variSmai a smentirli, e. sfidano chicchessia a recare un solo arfìcfo(oin cui si noti qualche. alterazione o svisamento di Noi non ei faremo i difensori dflì giornalismo italiano bersagliato dalla Frutice, c col i pi,vi e non vogliamo re confusi senza eccezioni, ma ci pljrmcltcrcmo di rvarc che è perfettamente ridicoloiìyimprovcrarc agli altri i propri difetti, e che la cronaca di ipuilclic giornale musicale parigino sarebbe unl^storia continua di compre c di vendite, di lodi csaim&ie. e di biasimi di partito, di apoteosi ributtanti c diolhtracismi abbastanza indecenti. A prova di quanto qui affermiamo si Osservi la seconda parte dell’articolo della» Frutice musicate sul Charles VI d’IIalcvy. B. 11 e ellav IL MOZARTEO A SALISBURGO Non sarà facile a trovar a Istituto di Musica, il Iisluirgo. Ecco un succinto estratto del primo annuo rapporto, letto lo scorso 20 gennaio dairindcfcsso segretario di quell’Unione è Mozarteó, dottor lllcprarìdt, Onde poter ottenere lo scopo dell’Unione, cioè il promuovere la musica in tatti i suoi rami, e particolarmente la musica di chiesa a Salisburgo, era necessario di concertare i sinora sparsi mezzi pecuniarj, e operarci dietro un esteso piano. Costituita la Società, I laido il D/omo quanto altre 43 chiese di Salisburgo, | come altresì il Musco, si unirono all’Unione per averne. le loro produzioni musicali Contro pagamento sicuro. < Di tal modo l’Unione pervenne ad una stabile annua rcn- ( RISPOSTA ALLA FBASTCE MUSICALE. 11 breve articolo inserito nella Franco musicale m! è clic un’inutile e vuota unione di parole. Noi per- i doneremmo volentieri al tuono insolente delle espressioni, ed a qualche, inconveniente allusione, se le. as- i serzioni fossero almeno appoggiate ad alcuna prova. Il cor- i rispondente della /’ranci: dovea munire il suo paladino! d’un’arma un [io’ più tagliente, di quello che lo sieno j alcune frasi, che messe sovra una bilancia peserei)-! Iicro tutt’al più quanto, la spada di legno d’Arlecchino, i La Frano: animelle dapprima che la nostra prò-! testa era grossiérement ridicale, e/ indigno d’un ieri-! laggio di palesarsi apertamente’ in questo periodo. Noi! conosciamo di ignorare troppo profondamente il linguaggio dei gamins, per crederei atti ad entrare in j una simile disputa di trivialità; lasceremo dunque senza • risposta delle parole, che non potendo giungere lino ’ a noi, restano d’esclusiva ed assoluta proprietà del- j l’onorevole, scrittore clic le ha emesse. Clic se. l’ira della Franco fu suscitata dalla mentila | clic abbiamo offerta senza nessuna parafrasi al suo cor- j rispondente, noi siamo costretti di dichiarare che ncs- < suna mentita fu data con maggior ragione, nò può esser meglio giustificata. Nessuno più di noi è geloso dcll’indipendenza delle opinioni, nessuno rispetta al pan • di noi le convinzioni della critica, fossero pure csagc- | rate e strane, nessuno perdona con maggior facilità anche alle aberrazioni della prevenzione e della contrarietà, quando però si fermino al di qua del limite ove cornili- j ciano i fatti; ma d’altra parte non la cediamo a nessuno nel mostrare una decisa avversità contro chiunque per servire a meschine parzialità, a bassi intrighi, mentisce! apertamente asserendo cose la cui falsità può essere di-: mostrata con un’evidenza matematica. Il regno del pensiero è libero, ma quello del positivo dev’esser sacro per chiunque non aspiri al titolo di falsario. Se il corrispondente della Franco si fosse limitalo ad asserire che i Lombardi sono un’opera detestabile, chic e del suo gusto, ma avremmo risparmiata ogni osservazione; noi non impediremo mai a nessuno di comparire ridicolo a voce ed in iscritto. Ma dal momento che egli rimproverò all’autore un’imperdonabile igno