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XII
A UN RIMATORE SOZZO
CHE RIPETEA LA FRASE D’UN MIO NEMICO

Sono polpette di lesso avanzato
     I miei versi, tu dici, e forse è vero;
     Ma di lesso avanzato al padre Omero,
     4Al buon Virgilio, a Dante ed a Torquato.

Io ci ho tolto i grasselli e l’ho tritato,
     E senza intrugli, nè untume straniero,
     N’ho cavato un intingolo sincero,
     8Non difficile al corpo e al gusto grato.

Ma le polpette tue, cuoco maiale,
     Di vomito son fatte e d’escrementi
     11Di bagasce ebbre e di bertoni lurchi;

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E per muover la rilla agl’impotenti
     Ci hai spolverato certi aromi turchi,
     14Che chi ne assaggia un po’ corre al pitale.