Frammento
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VIII
FRAMMENTO
Scherzar troppo con te parmi periglio,
beata Fantasia!
ché tu mi guidi in parte ove talvolta
s’annebbia arte e consiglio
5e dell’anima mia la pace è tolta.
Vedo un mondo di sogni, e non so bene
se in essi è veritá. Pur mi contrista
di dubitarli sciocchi
piú in lá che non conviene,
10e mi si bagnan gli occhi,
veggendoli morire;
e tu, felice in vista
quasi del mio dolor, sempre mi porti
ov’io non vorrei gire,
15nel gran regno dei morti,
a interrogar qualcuna
delle cose di lá che Giove asconde.
So che niun mi risponde
e ch’io parlo, se parlo, al nudo vento
20che in qualche mirto o salice susurra
e trae per l’aura azzurra
le fogliette di rosa a suo talento;
e nulla dice dell’eterno arcano.
Restiam sull’oceano
25della vita, o fanciulla:
e l’altro ambiguo flutto,
o dell’immenso Tutto,
o dell’immenso Nulla
violato non sia da vani carmi.
30Ché questo è meglio, parmi,
nell’etá che la Parca
filo a filo ci trae dall’aureo fuso.
Venir non mi recuso
con te dove si varca
35per quante acque la madre Iside serra.
Vedremo árbori e stelle
e navi e pugne
e fervidi uragani
ed isole e vulcani;
40ma poi ci accoglierá nelle sue belle
virginee braccia la titania Terra.
Ci poserem securi
pur con un verde ramoscello in fronte
di qua dall’Acheronte.
45Gli altri son regni oscuri,
che saran visti poi,
quando l’ultimo fil dal fuso d’oro
sará filato a noi.
Beata Fantasia, di ciò t’imploro.
50Non ti crucciar, se temo
qualche volta il tuo remo,
che va la notte e il giorno
battendo un flutto senza tempo tinto;
ond’io di lá ritorno
55col pallor d’un estinto.