Flora medico-economica/Classe XV
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[Classe XVa. Tetradinamia. (4 potenze) Sei stami, di cui 4 più alti, e 2 più bassi, l’uno in faccia all’altro. ]
CXXIX. Coclearia. Siliquetta marginata, rigonfia, quasi scabra, puntita mediante la stilo. Valve gobbe, ottuse. 180. C. armoraccio. Radice lunga, carnosa. Cauli retti, corimbosi. Foglie radicali oblunghe, ottusamente dentate. Cauline lanciolate dentate, od incise. Siliquette elittiche. Coclearia armoracia. It. Rafano rusticano, Crenno. Ver. Cren. Fiori bianchi per lo più abortivi. In Maggio. Si coltiva negli orti. Perenne.
Tetradinamia Siliculosa.
La radice contenente un principio acre, volatile è antiscorbutica, e rubefaciente. Si comenda nella cachessia, nello scorbuto, nella parafonia, raucedine. La dose della radice fresca, raschiata, o grattuggiata è discrup.jcij; del sugo spremuto di dram. j bevuto col vino. Se ne preparano anche acqua distillata, infuso acquoso o vinoso, e siroppo. Per me dopo quella di S. Bernardo la credo la miglior delle salse.
CXXX. Lepidio. Cal. Patente. Petali iguali; siliquetta smarginata, cordata, od ovata, non smarginata, compressa, con valvole carenate. Semi numirosi senza margine.
181. L. coltivato. Caule diritto. Semi senza spine, foglie bislunghe, variamente tagliuzzate. Siliquette orbicolate, alate.
Lepidium sativum. It. Nastruzio ortense, Agretti. Ver. Agreto.
Fiori bianchi. Aprile, Maggio. Coltivasi negli orti, ma una volta seminata si riproduce da se, se si lasciano maturar i semi. Annua.
L’ erba ed i semi forniti d’ un principio acre piuttosto debole, si comenda come antispasmodica e diuretica, nello scorbuto, e nell’idrope. La coltivo in orto per mangiarla in insalata colle cosiditte miscolanze cappuccine; e nasce spontania.
CXXXI. Tlaspi. Siliquetta incavata, cuoriforme a rovescio con molti semi. Valve a navicella con prominenza lungo la carena.
182. T. borsa pastore. Siliquette cuoriformi a rovescio, triangolari. Foglie della radice pennato-fesse; cauline bislunghe, sagittali, amplessicauli.
Tetradinamia Siliquosa.
Thlaspi Bursa Pastoris. It. sacco montagnolo. Ver. Borsa del pastor.
Fiori bianchi dalla Primavera in Autunno, comunissima nei campi, lungo le strade, negli orti. Annua.
L’ erba, che ha qualità astringente, era lodata molto, ora nessun la guarda.
CXXXII. Rafano. Calice chiuso. Siliqua nodosa o articolata.
183. R. domestico. Foglie fatte a lira, scabre. Silique cilindrico-coniche torose(?), con due cavità appena più lunghe del peduncolo.
Raphanus sativus. It. Radice, Rafano, Ramoraccio, Ramolaccio, Ravanello bianco, rosso, nero ecc. Ver. Ravanel bianco, nero, R. d’ ogni mese.
Fio. porporino-violacei, raramente bianchi. Mag. Giu. Si coltivano molte varietà negli orti per mangiar le radici. V’ è anche una varietà detta Rafano della china, R. oleifero dai semi del quale si estrae l’ oglio per lumi. Annuo.
Oss. Si potrebbero usare le varietà come il Crenno. Nei paludi salsi e sulla riva della marina trovasi anche il Rafanastro, R. Raphanistrum Lin. che non si usa.
CXXXIII. Erisimo. Cal. connivente, chiuso. Petali unguiculati, col lembo obovato, interissimo. Disco del germe con due glandole, entro i stami brevi. Stimma con capolino. Siliqua colonnare esattamente di quattro facce o tetraedra.
184. E. officinale. Foglie runcinate, e caule diritto, ramoso, peloso. Silique accostate al caule, subulate.
Erysimum officinale. It. Erisamo, Erba cornacchia. Ver. Vermena zala, Erisemo.
Tetradinamia Siliquosa.
Fiori gialli piccolissimi, da Maggio all’ Autunno. Lungo le strade e negli orti. Annuo.
L’ erba fu lungamente celebrata come diuretica, antiscorbutica, espettorante. Se ne fà siroppo col sugo dell’ erba fresca, che egregiamente opera nella parafonia e raucedine.
CXXXIV. Cheiranto. Cal. bislungo, connivente, chiuso. Fogliette due gobbe alla base. Disco del germe avente di quà e di là un dentello glandoloso. Stimma bifido. Siliqua lunga, compressa, quasi tetragona, dentata in cima; semi piani.
185. C. Cheiri. Caule suffruticoso, Rami angolosi, Foglie lanciolate, interissime, puntite, pelose, o liscie, silique lineari, i lobi delle stimmi ricurvi.
Cheiranthus Cheiri. It. Leucojo giallo, Violaciocca gialla sempia(?). Ver. Violar zalo. Off. Fl.(?) Cheiri, Viola lutea, Leucojum aureum.
Fiori gialli, varianti in più o meno carico. Aprile. Si coltivano specialmente le varietà a fior doppio per la loro bellezza, e per l’odore. Suffrutice.
I fiori odorosi grati si usavano un tempo in medicina per l’ amenorrea, l’ itterizia, la fisconia(?) addominale. Ora sono fuori di uso tra noi, e solo in alcuni rari luoghi gli Speziali li infondono nell’ olio, che dicesi olio di viole gialle pei tagli.
186. C. bianchiccio. Caule alla base suffruticoso, cretto, ramoso. Foglie lanciolate, interissime, ottuse, bianchiccie. Silique compresse, i lobi dello stimma ingrossati.
C. incanus. Violaciocche bianche semplici, V. rosse carnicine,
Tetradinamia Siliquosa.
pallide grigiolate, screziate. Leucijo bianco. Ver. Violar rosso. Var a fior doppio, e di molti colori.
Fiori rossi principalmente, ma variano dal bianco candido al rosso più scuro. In Mag. e nell’ estate. Coltivato generalmente ad uso di ornamento. Suffrutice.
CXXXIV. Brassica.(?)Cal. connivente, gobbo alla base. Disco del germe con 4. glandole alla base. Siliqua gracile, composta, o tetragona. Intermezzo un poco più lungo delle valve. Semi sferici.
187. Brassica coltivata. Rad. caulescente, rotonda, carnosa. Tutte le foglie glauche. o bianchiccie per una specie di polvere; quasi carnose, crespe, rotonde o lobate, molto liscie.
Brassica oleracea. It. Cavolo. Ver. Verza.
Fiori giallo-pallidi. Mag. Giu. Si coltivano le seguenti varietà:
B. Acephala. Cavolo arboreo, C. di pastura. Ne ho veduto una sol volta qui, ma in Cargna e nell’ Istria se ne fà molto uso. In alcuni paesi si coltiva per far mangiar le foglie agli animali, per qual oggetto si và sfogliandolo secondo che ha foglie.
B. bullata. It. Verza, Cavolo, Verzotto. Ver. Verze, Verze Cappuccine, Verze cinquantine, Verzette di Vienna, V. rizze.
B. capitata. Cappuccio, Cavolo, Cappuccio bianco e rosso Ver. Capuzo.
B. botrytis alba. Cavolo fiore. Ver. Caulo fiore.
B. botrytis viridis. Broccolo, B. pavonazzo, Cavolo broccoluto, C. ramoso. Ver. Broccolo paonazzo, B. veronese.
Tetradinamia Siliquosa.
B. Caulorapa. It. Cavolrapa verde, pavonazzo. Ver. Caula rava, che sono più o meno coltivate, e si mangiano in diverse maniere, essendo alimento grato e sano.
Oss. La brassica campestre, che dà olio, e che coltivasi alcun poco tra noi, è la Brassica campestris Linn. e dicesi in italiano e Ver. Rapa selvatica, e Colsat, di cui è varietà la brassica Napo. It. Cavolo Navone, C. rapone, Rutabaga. Ver. Verza rava, ben distinta dalla Caula rava, che fa una specie di ingrossamento sopra terra, da cui partono le foglie, mentre la verza rava fà una specie di rapa in terra, che si mangia pure, e serve ad uso di nutrimento del bestiame. Ver. vansai(?) mati la varietà spontanea che trovasi nei campi.
188. Brassica rapa. Rad. sotto il collo carnosa. Foglie radicali lirate, prive di polvere glauco, setoso-scabre, cauline medie incise, superiori intierissime, liscie.
B. Rapa. It. ed Off. Rapa rotonda, R. domestica, R. schiacciata, Turnepi(?). Ver. Ravo tondo.
(b) B. Rapa radice oblonga. It. Rapa longa. Ver. Ravo.
Oss. Le Rape tonde non sono per noi, che una varietà della lunga, poichè riseminate qui le tonde, ritornano alle lunghe dopo due o tre anni, onde si vede, che i nostri terreni e il nostro clima sono per le lunghe.
Le Rape sono bechiche, pettorali; la loro decozione e sciroppo s'impiegano con successo nelle tossi catarrali, nell’afonia occasionata da violenta tosse, nell’asma pituitosa, nella tisi polmonare confermata od incipiente. Il sciroppo si prepara
Tetradinamia Siliquosa.
facendole quocere sulla brace, spremendone il sugo, che si chiarifica col bianco d’ uovo. In seguito si fà fondere a bagno maria in lib. j di succo chiarificato, lib. j ¾ di zucchero candito, e si ottiene il sciroppo di rape, ch’ è trasparente di color giallastro d’ odor leggermente aromatico, e di sapor assai dolce. La dose è da O. ss-ij solo, od in soluzione con O. V. d’ acqua. Il sugo di rapa dolcificato col mele è impiegato in gargarismi, e calma il dolore delle afte della bocca. La loro polpa è risolutiva ed emolliente, che s’ impiega in forma di cataplasma contro le ulcere.
189. B. Eruca. Caule irsuto, Foglie lirato-pennatofesse, lobi dentato-acuti, peduncoli più corti del calice.
B. Eruca. It. Ruca, Ruchetta, R. domestica. Ver. Rucola. Off. Er. semen et folia.
Fiori bianchi o gialli, dipinti sempre con vene nericcie. Aprile, Maggio. Si coltiva negli orti per mangiarsi in insalata da chi non spiace il suo grave odore. Annua.
L’ erba è acre, e pesta puzza. I semi hanno sapor acre, forte quasi come la Senape. Anticamente si mangiava come stimolante, come può conoscersi da Ovidio e da Marziale.
CXXXVI. Sisembro. Cal. e Cor. aperti con unghia breve. Siliqua lunga, un poco rotonda. Valve erette, non elastiche col tramezzo un poco più lungo di esse.
190. S. Nasturzio. Cauli prostrati, striati. Foglie pennate, foglioline ovate, quasi cordate, repande, coll’ impari
Tetradinamia Siliquosa.
maggiore. Silique inclinate, quasi eguali al peduncolo.
Sisymbrium Nasturtium. It. Sisembro acquatico, Crescione, Nasturzio acquatico. Ver. Salata de roja, Cresson, Nastrazzo, Rucula d’acqua.
Fiori bianchi, Maggio ed in Estate, nelle fontane, nei ruscelli, e luoghi acquosi. Perenne.
L’ erba contiene un principio acre, ha sapor acre, amarognolo, pesta sparge un odor pungente. Si raccomanda nello scorbuto, e nelle costipazioni. Il sugo si dà alla dose di O. ij. Si prepara anche la conserva. Inoltre si mangia in aceto, e col sapor acre fà appetire i cibi.
190.bis. S. Murale. Fusti ascendenti, quasi senza foglie, le radicali lanciolate, dentate, o lirate, liscie. Silique quasi sessili. Stilo breve filiforme.
S. Murale. It. Eruca selvatica. Ver. Rucola salvadega. R. de campo.
Fiori gialli da Giug. a 7.bre. Comune nei campi tra il formentone. Annua.
Foglie piuttosto acri. Si mangia dai contadini con olio ed aceto, o come dicesi in insalata. Ha le proprietà del Nasturzio acquatico.
Osservazione. Sulla riva della marina trovasi il Sisymbrium tenuifolium, che frequenta anche i luoghi ghiajosi e può mangiarsi come il murale, da cui si distingue pei fiori un po’ più grandi, e le foglie più tagliuzzate. In Ver. dicesi Ruculat.
CXXXVI. Senape. Cal. apertissimo. Petali con unghie erette. Disco del
Tetradinamia Siliquosa. Monodelfia Decandria.
germe con 4. glandole. Siliqua articolata alla base. Tramezzo spesso doppio delle valve in lunghezza, rostriforme. 191. S. nera. Caule ramoso, liscio. Foglie inferiori lirate, dentate, scabre, le superiori lanciolate, interissime, liscie. Silique liscie, sottili, quasi tetragone, accostate al peduncolo. Sinapsis nigra. It. Senapa, Senape. Ver. Rausai mati. Fiori gialli. Giugno, Luglio. Nei campi. Annua. I semi contengono un olio volatile e fisso con un principio acre, e sono rubefacienti, stimolanti. Si usano come salsa per le vivande, ed uniti al mosto cotto entrano nella mostarda. Dai medici internamente si lodano nella dispepsia, nell’asma pituitosa, nello scorbuto, nell’idrope, nella paralisi; esternamente nell’erpete nell’artodinia reumatica. La dose dei semi intieri è di dram. ij — iij. Se ne prepara la farina pei sinapismi. Oss. I semi di questa specie sono migliori e più acri che quelli della Senape bianca. Si fà venir la farina di Senape dall’Inghilterra, che riceve d’altronde i semi dall’Italia; ma nelle tavole convien dire: questa è Senape d’Inghilterra! Viva il lusso! Imparino, se possono, i Padroni di casa.