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L’Amante e Dio d’amore.

     Giá non mi valse nessuna preghera
ched i’ verso Ricchezza far potesse,
ché poco parve che le ne calasse,
4sí la trovai ver me crudel e fera.
Lo Dio d’amor, che guar lungi non m’era,
mi riguardò com’io mi contenesse,
e parvemi ched e’ gli ne increscesse:
8sí venne a me e disse: «In che manera,
     amico, m’hai guardato l’omanaggio
che mi facesti, passat’ ha un anno?»,
11I’ gli dissi: «Messer, vo’ avete il gaggio».
«Or, ch’è?» «Il core.» — «E’ non ti fia giá danno,1
ché tu ti se’ portato come saggio:
14sí avrai guiderdon del grande affanno.»

Note

  1. [p. 381 modifica]son. 77, v. 12. Le stampe «or, ch’è il core».