LXII

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LXI LXIII
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LXII

Amico.

     «Ancor convien che tu sacci’ alcun’arte
per governar e te e la tu’ amica:
di buon morse’ tuttor la mi notrica,
4e dàlle tuttavia la miglior parte.
E s’ella vuol andar in nulla parte,
sí le di’: ‘Va, che Dio ti benedica’.
In gastigarla non durar fatica,
8sed al su’ amor non vuo’ tagliar le carte.
     E se la truovi l’opera faccendo,
non far sembiante d’averla veduta;
11in altra parte te ne va fuggendo.
E se le fosse lettera venuta,
non t’intrametter d’andar incheggendo
14chi l’ha recata né chi la saluta.»