Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm/Il Lupo e la Volpe
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Traduzione dal tedesco di Filippo Paoletti (1875)
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IL LUPO E LA VOLPE.
Il Lupo teneva presso di sè la Volpe, la quale era costretta a fare il piacer suo, perchè più debole e non è a dire come volentieri si sarebbe liberata da tale molestia. Avvenne che andando insieme nel bosco, disse il Lupo: — Biondina, procurami qualche cosa per colazione, se no ti ingollo in un boccone. — Rispose la Volpe: io so che nel cortile di un contadino vi sono due agnellini, se ne hai voglia andremo a prenderne uno. Piacque la proposta e vi andarono; la Volpe rubò l’agnellino, lo portò al Lupo e via. Il Lupo se lo divorò; ma non era contento poichè volea ancor l’altro ed andò per prenderlo. Lo fece così da sciocco che se ne accorse la Capra, gridò e belò con quanto fiato avea in gola, per modo che corsero subito i contadini, presero il Lupo lo picchiarono sì forte che a stento, zoppicando ed ululando potė ritornar dalla Volpe. — Tu mi hai ingannato, le disse, volli prender l’altro capretto, i contadini mi hanno colto e spietatamente mi percossero. — Perchè sei insaziabile, rispose la Volpe.
Il dì seguente andarono ancora nel campo e l’avido Lupo di bel nuovo disse: — Biondina, procurami qualche cosa per colazione, se no ti ingollo in un boccone. — Rispose la Volpe: — Io so che nella casa di un contadino, la padrona ier sera frisse delle focaccie, andiamo a prenderne. Vi andarono: la Volpe girò intorno, adocchiò qua e colà, fiutò sinchè le venne fatto di trovare il piatto ove erano le focaccie, ne tolse sei, le portò al Lupo dicendogli: eccoti da mangiare e via. In men che non si dice il Lupo le divorò e disse fra sė; vorrei averne delle altre. Andò per prenderle, fece cadere a terra il piatto e si ruppe in mille pezzi. Il rumore fu sì grande che accorse la padrona: visto il Lupo, chiamò i contadini i quali subito vennero e lo bastonarono per modo che a mala pena con due gambe azzoppate ed ululando per il dolore potè ritornar dalla Volpe. — Oh! come maliziosamente mi hai ingannato, le disse; mi hanno colto i contadini e mi bastonarono come un asino. — Perchè sei insaziabile, rispose la Volpe.
Il terzo giorno mentre erano fuori insieme ed il Lupo con grande stento zoppicando si trascinava innanzi, di bel nuovo disse: — Biondina, procurami qualche cosa per far colazione, se no ti ingollo in un boccone. — Rispose la Volpe: Io so che un uomo ammazzò un bue e pose la carne salata in una botte nella cantina; andiamo a prenderla. Però, soggiunse il Lupo, tu devi stare meco per aiutarmi se non potessi camminare. — Volentieri rispose la Volpe e gli mostrò tutte le viuzze ed i raggiri per modo che alla fine poterono introdursi in cantina. Eravi carne in abbondanza; il Lupo subito si pose a diluviare e pensava: — Oh! c’è tempo prima che io abbia finito. — Anche la Volpe mangiava di buon gusto; ma guardava pure intorno e tratto tratto correva al buco da cui erano entrati e provava se il ventre suo poteva ripassare.
— Ehi! Cara Volpe, disse il Lupo, dimmi perchè corri qua e là, salti fuori e torni dentro?
— Devo badare se viene qualcheduno, rispose l’astuta, non mangiar troppo, sai?
— Non vado via di qua, se la botte non è vuota.
Ed ecco sopraggiunge il contadino; la Volpe appena lo vide con un salto scappò fuori del buco: il Lupo volle correrle dietro, ma avea il ventre così pieno che più non potè trapassare e là si rimase. Il contadino andò a prendere un nodoso bastone e lo ammazzò.
La Volpe corse nel bosco tutta lieta di essersi finalmente liberata da quel vecchio insaziabile.