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vi sono due agnellini, se ne hai voglia andremo a prenderne uno. Piacque la proposta e vi andarono; la Volpe rubò l’agnellino, lo portò al Lupo e via. Il Lupo se lo divorò; ma non era contento poichè volea ancor l’altro ed andò per prenderlo. Lo fece così da sciocco che se ne accorse la Capra, gridò e belò con quanto fiato avea in gola, per modo che corsero subito i contadini, presero il Lupo lo picchiarono sì forte che a stento, zoppicando ed ululando potė ritornar dalla Volpe. — Tu mi hai ingannato, le disse, volli prender l’altro capretto, i contadini mi hanno colto e spietatamente mi percossero. — Perchè sei insaziabile, rispose la Volpe.

Il dì seguente andarono ancora nel campo e l’avido Lupo di bel nuovo disse: — Biondina, procurami qualche cosa per colazione, se no ti ingollo in un boccone. — Rispose la Volpe: — Io so che nella casa di un contadino, la padrona ier sera frisse delle focaccie, andiamo a prenderne. Vi andarono: la Volpe girò intorno, adocchiò qua e colà, fiutò sinchè le venne fatto di trovare il piatto ove erano le focaccie, ne tolse sei, le portò al Lupo dicendogli: eccoti da mangiare e via. In men che non si dice il Lupo le divorò e disse fra sė; vorrei averne delle altre. Andò per prenderle, fece cadere a terra il piatto e si ruppe in mille pezzi. Il rumore fu sì grande che accorse la padrona: visto il Lupo, chiamò i contadini i quali subito vennero e lo bastonarono per