A un rio medesmo, da la sete spinti,
L’Agnello e ’l Lupo eran venuti. Il Lupo
Al fonte più vicin; da lunge assai,
Bevea l’Agnello; allor che ingorda fame 5Punse il ladron a ricercar tal rissa.
Perchè l’acqua, a lui dice, osi turbarmi?
L’Agnel tremante: intorbidar poss’io
L’onda, che dal tuo labbro al mio trascorre?
Quegli vinto dal ver: ma tu soggiugne, 10Fin da sei mesi con acerbi motti
M’oltraggiasti: io non era allora nato,
L’Agnel risponde: affè, riprende il Lupo,
Che villania il padre tuo mi disse.
Così l’addenta, e ne fa ingiusto scempio. 15La favoletta per coloro è scritta,
Che con falsi pretesti i buoni opprimono.