Faust/Parte prima/Dedica
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Traduzione dal tedesco di Giovita Scalvini, Giuseppe Gazzino (1835-1857)
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DEDICA.
Voi mi tornate innanzi, aerie immagini, già un tempo apparse al turbato mio sguardo. Tenterò ora di rattenervi? Propende ancora il mio cuore a quella illusione? Voi vi stringete intorno a me! — Or su, svolgetevi dalla nube che vi circonda, e splendide governate il mio ingegno. Spira da voi un soave fascino che riaccende nel mio petto il fervido senso della giovinezza.
Voi riconducete i fantasmi de’ giorni felici; e oh quante amabili ombre mi sorgono intorno! Come un fatto per antica fama mal ricordato, mi rivive nell’anima il primo amore e la prima amicizia: i miei dolori si rinnovano: mi ripercuote il lamento che suona lungo l’avviluppato fallace cammino della vita, e mi reca all’orecchio il nome dei buoni che, dalla fortuna defraudati dell’ore serene, sparvero dinanzi a me per sempre.
Non udranno i nuovi miei canti le anime per le quali io ho giovanilmente cantato. Lo stuolo degli amici è disperso, e muta l’eco che reiterava la mia voce. Io spargo il mio lamento fra la turba sconosciuta, ed anche il suo plauso rincresce al mio cuore: chi fu già rallegrato dalla mia canzone, se pur vive, erra fuggiasco pel mondo.
E mi riarde nell’animo un desiderio lungamente dissuaso di entrare in quel tacito severo regno degli spiriti. Ecco sorge il mio canto in suoni interrotti, simile al lamentare di arpa eolia: mi coglie un súbito tremito; prorompo in dirotte lagrime, e l’aspro mio cuore si fa tenero e mite: quanto ancor mi rimane si rimuove da’ miei sguardi, e quanto già sparve riveste vita e realtà.