Fatalità (1895)/Sfida
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SFIDA.
O grasso mondo di borghesi astuti
Di calcoli nudrito e di polpette,
Mondo di milionari ben pasciuti
4E di bimbe civette;
O mondo di clorotiche donnine
Che vanno a messa per guardar l’amante,
O mondo d’adulteri e di rapine
8E di speranze infrante;
E sei tu dunque, tu, mondo bugiardo,
Che vuoi celarmi il sol de gl’ideali,
E sei tu dunque, tu, pigmeo codardo,
12Che vuoi tarparmi l’ali?...
Tu strisci, io volo; tu sbadigli, io canto:
Tu menti e pungi e mordi, io ti disprezzo;
Dell’estro arride a me l’aurato incanto,
16Tu t’affondi nel lezzo.
O grasso mondo d’oche e di serpenti,
Mondo vigliacco, che tu sia dannato;
Fiso lo sguardo ne gli astri fulgenti,
20Io movo incontro al fato:
Sitibonda di luce, inerme e sola,
Movo. — E più tu ristai, scettico e gretto,
Più d’amor la fatidica parola
24Mi prorompe dal petto!...
Va, grasso mondo, va per l’aer perso
Di prostitute e di denari in traccia:
Io, con la frusta del bollente verso,
28Ti sferzo in su la faccia.