Tu strisci, io volo; tu sbadigli, io canto:
Tu menti e pungi e mordi, io ti disprezzo;
Dell’estro arride a me l’aurato incanto, 16Tu t’affondi nel lezzo.
O grasso mondo d’oche e di serpenti,
Mondo vigliacco, che tu sia dannato;
Fiso lo sguardo ne gli astri fulgenti, 20Io movo incontro al fato:
Sitibonda di luce, inerme e sola,
Movo. — E più tu ristai, scettico e gretto,
Più d’amor la fatidica parola 24Mi prorompe dal petto!...
Va, grasso mondo, va per l’aer perso
Di prostitute e di denari in traccia:
Io, con la frusta del bollente verso, 28Ti sferzo in su la faccia.