Facezie (Poggio Bracciolini)/48
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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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XLVIII
Istoria di Francesco Filelfo.
Eravamo fra amici e si parlava delle pene da infliggersi alle mogli infedeli. Bonifazio Salutati disse che la migliore di tutte era, secondo lui, quella della quale un bolognese amico suo minacciava sua moglie. E poi che noi gli chiedemmo quale essa fosse: — Fuvvi, diss’egli, un bolognese, uomo molto stimabile, il quale si ebbe una moglie piuttosto generosa, e che qualche volta fu anche meco cortese. Una notte andavo io alla sua casa, quando fuori udii i due sposi che avevano appiccata acerba lite; il marito rimproverava alla moglie la sua impudicizia; questa, come è costume delle sue pari, si difendeva negando; e allora il marito prese a gridare: “Giovanna, Giovanna, io non ti percoterò, non ti bastonerò, ma ti sarò tanto addosso, che empirò la casa di figli, poi ti lascerò sola con questi e me ne andrò.” Ridemmo tutti di questa specie così perfetta di supplizio, col quale quello sciocco credeva di vendicarsi della infedeltà della moglie. —