<dc:title> Fabrica et uso del compasso polimetro </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Muzio Oddi</dc:creator><dc:date>1633</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Oddi - Fabrica et uso del compasso polimetro, Milano 1633.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Fabrica_et_uso_del_compasso_polimetro/Dedica&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171221123938</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Fabrica_et_uso_del_compasso_polimetro/Dedica&oldid=-20171221123938
Fabrica et uso del compasso polimetro - Dedica Muzio OddiOddi - Fabrica et uso del compasso polimetro, Milano 1633.djvu
Ontiene questo mio libretto materia horamai nota, per essere stata in varie lingue trattata da molti, e perciò imagino, che quando non sia beffato perche sappia di rancido, non possa schivare almeno di parer vecchio, ò d’essere proverbiato di crambe recocta, tanto hà fascinato la delicatezza di certi ingegni la novità, che ogni componimento che non l’areca, riesce [p. -modifica]tanto povero d’applauso quanto può esser ricco di fatica; se io quello ambissi, facile mi sarebbe il non incontrar biasimo, raccontando come, e da chi, mi fù comandato: ma diversi rispetti mi permettono infedele à questo proprio interesse per altro lecito: troppo fuggo il rinovare le mie doglianze; ne voglio far qui un mercato di lamenti, per venderli alla compassione; ne accrescere il mio giusto dolore, allungando il discorso delle mie ingiuste sventure; dirò solo, che questo fù il Zimbello, che servì per farmi tenere à bada da un Mignone acciò l’inganno tesomi havesse più sicuro effetto, e perciò, come arzigogolo di così lagrimevole ricordanza, hollo tenuto sempre ascoso, e [p. -modifica]negatone la copia à tutti coloro, che me l’hanno chiesta; e particolarmente à quei mastri da Urbino, che lavorano tanto eccellentemente di strumenti Matematici, che hanno mostrato desiderarla, per imparare à segnare questo che io hò chiamato POLIMETRO, non essendo fin’hora (fuor che io) chi l’habbia insegnato; Ma risoluto pure un giorno di sodisfarne la curiosità universale à titolo delle instanze che voi mi havete fatto per la publicatione, à voi medesimo per i rispetti d’amicitia che mi ci obligano non mediocremente, hò voluto inviarlo; con suppositione non solo, che come amatore de cose simili vi sia per esser di gusto; ma che vostra debba esser la cura di diffenderlo, [p. -modifica]e vostra la lode se pur riuscisse non del tutto inutile, che io per me non ne voglio se non quella parte d’havervi come amico mostrato, che non hò cosa che vostra non sia, state sano, e amatemi. Di Lucca lì 13. di Maggio 1633.