Eutifrone/Capitolo XVI

Capitolo XVI

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XVI.

Socrate. Mi puoi dire tu qual effetto operi il ministerio de’ medici?

Eutifrone. La sanità.

Socrate. E quello de’ navai?

Eutifrone. La nave.

Socrate. E quello degli architettori?

Eutifrone. La casa.

Socrate. E dimmi, o bravo, il nostro ministerio section end="s2" /> [p. 182 modifica]agl’Id-dii per qual effetto sarebbe ministerio? Lo sai senza dubbio, dacchè tu fai certanza esser nelle cose della religione il più dotto uomo che sia al mondo.

Eutifrone. Ed è vero.

Socrate. Dunque mi di’ qual è la bellissima opera che fanno gl’Iddii, usando essi di noi quali ministri?

Eutifrone. Molte e belle, o Socrate.

Socrate. Anco i capitani, o caro: nondimeno l’opera principale tu diresti facilmente ch’ella è procurare vittoria.

Eutifrone. Come no?

Socrate. E molte e belle i lavoratori, ma la principale è cavare il nostro campamento dalla terra.

Eutifrone. Certo.

SOCRATE Su via, delle molte e belle che fanno gl’Iddii per il nostro ministerio, la principale qual è?

Eutifrone. Te l’avevo detto io dianzi, che non è un affar di poco dire a te per filo e per segno come vanno siffatte cose. Ti dico solamente che se alcuno sa dire e fare cose gioconde agl’Iddii, pregando e sacrificando, egli fa di quelle opere sante che salvano le case e le città; chi fa il contrario, fa opere empie che sconvolgono e mandano a rovina ogni cosa.