Eutifrone/Capitolo XV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Capitolo XIV | Capitolo XVI | ► |
XV.
Socrate. E dici bene, mi pare; ma io ho bisogno ancora di una piccola cosa. Io non intendo quel che tu intenda per culto. Certo non dirai ch'egli è simile al culto dell’altre cose quello degl’Iddii. Noi si dice, per esempio: non tutti san coltivare i cavalli, ma solo il cavallerizzo. È egli vero?
Eutifrone. Sì.
Socrate. Perchè? perchè culto de’ cavalli è la cavallerizza.
Eutifrone. Sì.
Socrate. Nè tutti san coltivare i cani, ma solamente il canajo.
Eutifrone. Sì.
Socrate. Perchè l’arte del canajo è culto de’ cani.
Eutifrone. Si.
Socrate. E l’arte del bovaro è culto de’ bovi?
Eutifrone. Sì.
Socrate. E la santità e la pietà è culto degl’Iddii? Così di’ tu, Eutifrone?
Eutifrone. Io sì.
Socrate. Ora ogni culto non s’indirizza su per giù ad alcun bene e giovamento di quello ch’è coltivato? E davvero, i cavalli, tu lo vedi, coltivati per la cavallerizza migliorano: non pare a te?
Eutifrone. A me sì.
Socrate. E similmente i cani migliorano per l’arte del canajo, e i bovi per l’arte del bovaro, e via dicendo: o credi tu il culto torni a danno di quello ch’è coltivato?
Eutifrone. Io no, per Giove.
Socrate. Ma a vantaggio?
Eutifrone. Certo.
Socrate. Adunque, essendo la santità culto degl’Iddii, ella giova agl’Iddii e li fa migliori. Ma se la è così, tu dèi concedere che a poi che sei lì per fare un’azione santa, tu fai migliorw qualcuno degl’Iddii?
Eutifrone. Ah! no.
Socrate. E né anche io credo che tu ciò voglia dire, Dio me ne scampi; ma perciò ti domandavo che intendi tu per culto degl’Iddii, non potendo pensare che tu intenda proprio cotesto.
Eutifrone. Bravo, Socrate: non intendo cotesto io.
Socrate. Ma allora qual è cotesto culto degl’Iddii che tu dici essere la santità? di qual specie sarebb'egli?
Eutifrone. Quale è quel de’ servi ai padroni.
Socrate. Ho inteso: la santità sarebbe nel prestar ministerio e servigio agl’Iddii.
Eutifrone. Proprio.