Eutifrone/Capitolo XIII

Capitolo XIII

../Capitolo XII ../Capitolo XIV IncludiIntestazione 20 giugno 2024 25% Da definire

Capitolo XII Capitolo XIV

[p. 176 modifica]

XIII.

Socrate. Quello poi ch’è amato dagl’Iddii, per questo che si ama è amato, e non perchè amato si ama.

Eutifrone. Dici vero.

Socrate. Ora, mio caro Eutifrone, se fossero tutt’uno l’amato dagl’Iddii e il santo, ne seguirebbe che se il santo si ama perchè santo, anche l’amato dagl’Iddii si amerebbe perchè amato; ne seguiterebbe che se l’amato dagl’Iddii è amato perche s’ama, anche il santo, perchè s’ama sarebbe santo. Ma tu vedi che si comportano essi da contrarii, perchè diversi in tutto. E davvero, l’uno perchè s’ama, per questo è amabile; l’altro perchè è amabile, per questo si ama. E mi pare, o Eutifrone, che avendoti io dimandato che è il santo, tu non mi voglia manifestare la essenza sua, ma dirmene solo qualche accidente, come, per esempio, quello d’essere amato da tutti gl’Iddii; ma quel che sia il santo in sè, non me l’hai detto fino a ora. Di grazia, non me lo nascondere, e dimmi daccapo che cosa è il santo, o che sia amato dagl’Iddii, o che patisca alcun altro accidente; che su questo non vogliam disputare. Via, lesto, il santo che è, e che è l’empio?

Eutifrone. Ma, Socrate, non ti so dir neppur io quel che penso. Ogni proposizione ci fa la giravolta e non vuol stare dove la si mette.

Socrate. Codesto, o Eutifrone, va per quella buon [p. 177 modifica]’anima del mio antenato, Dedalo. E se le proposizioni uscissero di bocca a me, tu mi potresti dar la baia, dicendomi che per esser io e lui d’un sangue, le mie statue di parole scappan via, e là dove son messe non ci voglion stare. Per fortuna escon di bocca a te; ci vuole dunque un altro scherzo, ci vuole.

Eutifrone. No, questo ci sta, Socrate; perchè codesta smania di far la giravolta e non volerposare, tu ce l’hai messa, tu, non io, e Dedalo sei tu; che per me elle starebber ritte e ferme.

Socrate. Ma allora, amico mio, io son più bravo tanto di Dedalo, in quanto che egli faceva frullare le cose sue; io poi, oltre alle mie, anche quelle degli altri, come pare. E la bellezza dell’arte mia si è che io son bravo senza volere: perchè io vorrei piuttosto che stessero immobili i miei discorsi, che aver la bravura di Dedalo e per giunta le ricchezze di Tantalo. Basta! Dacchè mi pari un po’ delicato, via, ti vo’ dare io una mano, suggerendoti come mi hai a insegnare in cotesta cosa del santo, perchè io non vo’ che ti stracchi. Guarda, ti par necessario sia giusto tutto ciò ch’è santo?

Eutifrone. Sì.

Socrate. E forse tutto quel ch’è giusto è anche santo? o tutto quel ch’è santo è giusto, e quel ch’è giusto non è tutto santo, ma parte sì, parte no?

Eutifrone. Ma io non ti tengo dietro, Socrate.

Socrate. E pur tu se’ giovane tanto piú di me, quanto piú savio. Ma ho ragione io! quel che ti stanca è il gran [p. 178 modifica]carico di scienza che tu hai addosso. E sforzati un poco, via, beato omo, che alla fine non ci vuol poi molto a intendere quel che dico io. Io dico l’opposto di quel che disse il poeta: Di Giove fattore e vivificatore dell’universo non vuoi tu cantare; perchè dov’è paura, là è vergogna. Ma, dove mi scosto dal poeta, te l’ho a dire?

Eutifrone. Perchè no?

Socrate. Non pare a me che dov’è paura si trovi vergogna: e davvero molti han paura delle malattie e della povertà e di altre simili disgrazie, ne han paura, ma vergogna no. Non pare a te?

Eutifrone. Sì.

Socrate. Ma dove è vergogna, lì sì è paura; chi si vergogna e arrossisce di qualche cosa, non teme d’averci a fare una figuraccia? Dunque non sta bene dire, dove è paura, è vergogna; ma sì dove è vergogna, lì è paura. E davvero non dovunque è paura è vergogna, chè l’una piú si stende largamente che l’altra, e la paura è parte della vergogna, come il pari è del numero: chè dovunque è il pari c’è sempre il numero, e dovunque è il numero non ci è sempre il pari. E or mi tieni dietro, ora?

Eutifrone. Sì.

Socrate. E la medesima cosa ti domandavo dianzi, cioè il santo si ritrova ogni volta dove è il giusto? ovvero dove è il santo si ritrova il giusto, ma, per contrario, dov’è il giusto non ci si ritrova ogni volta il santo, [p. 179 modifica]per essere il santo parte del giusto? S’ha a dir cosí, o altrimenti?

Eutifrone. No, cosí; che mi pare tu dica bene.