Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Iddio conforta que' che amano la patria

Iddio conforta que’ che amano la patria

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Perchè le nazioni ingrandiscano, perchè decadano Circospezione nell'ardimento


[p. 131 modifica]Commisero di nuovo i figli d’Israello altri falli; e di nuovo caddero in servitù: poi si ripentirono; e poi da capo furono liberati. Ma, liberati, si diedero ancora alla servitù delle terrene cose; e, in pena, divennero preda de’ Madianiti e d’altri popoli d’Oriente. I quali tennero la montagna, e s’annidarono in grotte, di dove scendevano a molestare gl’Israeliti tementi. Poi quelle rocche, munite dalla natura, fecero con l’arte, affortificando più accomodate alla guerra. E quando Israello aveva fatta la sua sementa, e che il grano cominciava a verzicare allegro per la campagna; venivano que’ Madianiti e quegli Amaleciti, e quegli altri, e piantavano nella campagna le tende, e la guastavano fieramente, senza lasciare nessuna delle cose occorrenti al vivere, nè pecore nè buoi nè altre bestie. [p. 132 modifica]Venivano a soggiornare sotto le tende gran moltitudine d’uomini e di cammelli con le gregge loro, e, come i bruchi e le cavallette, pareva bruciassero dove toccavano. Israello era atterrato sotto i piedi di Madian. E chiamò a Dio. E Dio mandò loro un uomo buono, che ricordò loro qualmente il Signore li aveva liberati dalla servitù dell’Egitto, comandando che non servissero agli Dei forestieri. A questi rimproveri giusti il popolo s’umiliava; e coll’umile pentimento entrava negli animi la speranza e il prudente coraggio.

Era in Efron un giovane, figliuolo di Gioas, robusto e coraggioso e buono nell’anima, che lo chiamavano Gedeone. Egli stava spulando il grano celatamente, che i Madianiti non gliene rubassero: ed ecco un Angelo del Signore gli apparì tra i rami d’una gran querce, commossi dal vento soavemente. Apparì l’Angelo a Gedeone, e gli disse: «Il Signore, o uomo prode sia teco». E Gedeone a lui: «Signor mio, vi prego: se Dio è con noi, ditemi perchè ci accadono queste così dure cose. Dove sono le meraviglie che raccontavansi dai padri nostri; che dicevano come Dio dall’Egitto ci liberò? Ecco, il Signore ci ha assoggettati a costoro di Madian». Allora l’angelo, guardando con occhio di bontà possente, gli dice: «Va nella tua prodezza, o Gedeone, e farai libero Israello dalle mani di Madian. Sappi che Dio è che ti manda». Gedeone rispose: «Prego, Signore, chi mai avete voi scelto per deliberare Israello? Vedete, la mia famiglia è l’ultima nella tribù di Manasse; e io, nella casa di mio padre, sono ultimo». L’angelo del Signore gli dice: «Io sarò teco e fiaccherai il popolo di Madian, come se fossero il braccio d’un solo uomo». E Gedeone: «Giacchè, disse, ho trovato grazia [p. 133 modifica]negli occhi vostri; datemi un segno che il Signore è che degna parlare a me. Non vi partite, prego, insin ch’io ritorni, e porti un sacrifizio qualcosa, e l’offra». Rispose: «Aspetterò». Entrò Gedeone, cosse un capretto, e fece stiacciate di pane non lievitato; e il pane e la carne messe in un paniere, e pose appiè della querce. «Prendi la carne e il pane, e posalo su quella pietra, e versaci il brodo su», disse l’Angelo. E fece così Gedeone. Allora l’Angelo del Signore toccò con la punta della mazza che teneva in mano que’ pani e quella carne; e subito dalla pietra uscì fuoco, e consumò i pani e le carni. E l’Angelo del Signore sparì dagli occhi di lui. Conobbe Gedeone ch’egli era un Angelo del Signore, e disse: «Ahimè, Signore Dio mio! I’ vidi l’angelo del Signore a faccia a faccia». E una voce dall’alto disse: «Pace sia teco. Non temere, chè tu non morrai». Rizzò Gedeone un altare quivi, e lo chiamò Pace del Signore; il qual vocabolo rimase al luogo per molt’anni poi.

Qui vediamo come l’Angelo del Signore non solamente non sdegna rivelarsi agli occhi d’uomo che ama d’amore coraggioso la patria, ma lo infiamma all’opera del liberarla dagl’ingiusti nemici, e gli promette l’aiuto del Cielo, e conferma con meraviglie la promessa sua santa. E nel gradire gli schietti doni dell’ospitalità, che dalle tradizioni religiose e civili dei popoli è fatta cosa sacra e rito solenne, e vincolo di memorie che si distendono da clima a clima e da secolo a secolo, congiungendo le distanze, de’ luoghi e de’ tempi in un affetto e riducendo l’intera umanità a una famiglia; l’Angelo benedetto, non senza mistero, vuole che sia sopra i cibi versato il liquore, per quindi col tocco del suo bordone di pellegrino renderne più mirabile la consunzione subita, come d’accetto olocausto. Così piace [p. 134 modifica]a Dio, nella liberazione de’ suoi diletti, sovente moltiplicare le umane difficoltà, non solo acciocchè l’opera divina apparisca maggiormente evidente, ma che l’uomo forte con modestia costante, e senza ostinatezza s’addestri a dedurre delle cagioni stesse del disperare ragioni d’umile speranza operosa. E notate che non sotto a ricche tende o in palazzi superbi amano apparire agli uomini gli Angeli confortatori; ma tra i rami d’una querce, tra le fiamme d’un rovo in solinghe tranquille libere cime. Le parole che il giovane prode risponde, non sono di dubbi disperato o di rimprovero alterno, ma d’umiltà schietta, di fiducia accorata. Domanda: Dove sono le meraviglie che hanno già liberato Israello? - Domanda così, non perchè non ci creda, anzi perchè le desidera rinnovate1. Si tiene non degno all’opera grande: non è di que’ tanti che si mettono innanzi per riformare il mondo, e col pur gridare le loro promesse, le fanno ire a vuoto. Anche alla benedetta tra le donne, Maria, viene l’Angelo e dice: Il Signore è teco; anche Maria domandò come potess’essere degnata all’onore che l’Angelo annunziava. E la redenzione compiuta da Gesù Cristo è la legge perfetta di libertà. - dice Paolo. Pace del Signore chiamò Gedeone quel luogo dove gli apparì l’angelo bellissimo in veste di pellegrino: pace del Signore la chiama, perchè nella vera grandezza è pace, pace che nel pericolo e nel contrasto conserva l’animo de’ forti sinceramente sereno.

Note

  1. Israello era popolo prediletto a Dio, popolo singolare, eletto a non dipendere dagli idolatri; siccome quello in cui dovevasi figurare e preparare la grande opera della Redenzione.