Ercole (Euripide)/Quinto stasimo
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coro
Vide la rupe argolica
un altro scempio già, per tutta l’Ellade
famoso ed incredibile,
delle figlie di Dànao.
Ma piú atroce e funesto,
piú terribile è questo.
E la strage rammemoro
del generoso misero
di Procne unico figlio1,
vittima delle Muse.
Ma tu, tristo, tre pargoli
avevi, e in un unico scempio
le tre vite hai confuse.
Ahimè, ahimè,
qual gemito, quale ululo,
quale cantico lugubre,
quale danza d’Averno intonerò?
Ahimè, ahimè!
Vedi, il serrame duplice
dell’eccelsa magion si spalancò.
Si spalanca la gran porta della reggia, e sull’enciclema vengono tutti fuori, Ercole, sopito, legato ad una colonna, e, intorno a lui, i cadaveri dei figli e di Megara.
Ahimè, ahi, ahi!
Vedete quei miseri pargoli
che giacciono presso
al misero padre? I suoi figli
uccise; ed adesso
terribil sopore l’assonna.
E lacci e vincigli,
coi nodi molteplici, d’Ercole
le membra costringono
a questa marmorea colonna.
corifeo
E come augello che l’implume piange
frutto del nido, il tardo piede affretta
il vecchio, e verso noi rivolge il passo.
coro
Silenzio sia, silenzio,
o vegliardi cadmèi! Dei suoi funesti
malanni dall’oblío, deh, non si desti!
Delle lagrime il fonte
per te prorompe, o vecchio, e per i pargoli,
e per la sua vittorïosa fronte.
Andate, andate via!
Grido o rumor non sia,
che turbi la quïete
del suo sonno sereno.
Ahimè, ahi, quanto sangue.....
anfitrione
Ahimè, voi m’uccidete!
coro
bulica nel terreno!
anfitrione
O vecchi, ai lagni non porrete freno?
S’egli si desta, e spezza le ritorte,
il genitore a morte
porrà, distruggerà
la reggia e la città.
coro
Tacer non posso, non posso, o vecchio!
anfitrione
Taci, ch’io spíi l’anelito suo, ch’io tenda l’orecchio.
coro
Dorme?
anfitrione
Sí, dorme: orribile
sonno, ché sposa e figli stermino coi letali
impeti dei suoi strali.
coro
Bagna di lagrime il ciglio...
anfitrione
Ahimè!
coro
Per la morte dei pargoli.....
anfitrione
Ahimè!
coro
E pel tuo figlio.
anfitrione
Ahimè!
coro
O vecchio.....
anfitrione
Taci, mira,
si ridesta, si gira;
lascia ch’io nella reggia súbito mi nasconda.
coro
Fa’ cuor; su lui s’aggrava tuttor notte profonda.
anfitrione
Oh vedi vedi! Abbandonar la luce
fra i mali in cui mi trovo
non m’è penoso; ma qualor m’uccida,
ch’io son suo padre, ai vecchi mali un nuovo
s’aggiungerà, piomberanno altre furie
sovra lui parricida.
corifeo
Morir dovevi quel dí che, distrutti
gli spaldi Tafii recinti dai flutti,
t’apparecchiavi a vendicar la morte
dei consanguinei della tua consorte.
anfitrione
Fuggite, o vecchi, via dalla reggia,
fuggite, il folle di nuovo è desto:
affrettatevi, o presto
ei sterminio a sterminio aggiungerà,
empirà di delirio la città.
coro
Giove, perché perseguitato hai d’odio
cosí feroce il figlio tuo, perché
in tanto mar di guai tu l’hai sospinto?